Nea Polis

LEGALE e LEGITTIMO

Nella diatriba in corso, nel movimento di opposizione-resistenza in Italia, fra pro-voto e no-voto, c’è confusione fra i termini, e concetti, di «legale» e «legittimo»; quindi di «legalità» e «legittimità». Le due accezioni vengono dal tema comune, «legge», ma sono indubbie le differenze di significante. Parto da esempi estremi (che perciò sono illuminanti): con le «leggi sulla razza» del 1938 discriminare, e anche peggio, gli ebrei italiani era legale. Di fronte ai diritti umani, e politici, sociali, civili, era legittimo? E di fronte alle implicazioni seguenti… E nel 1939 è istituita la «Camera dei fasci e delle corporazioni», come assemblea che concorreva alle delibere. Era legale? Sí. Era legittimo questo organo del regime? Veniamo ai nostri tempi: decreti della giunta Conte-bis poi della giunta Draghi sono stati approvati dal parlamento (complice, con qualche voto contrario di ridotta minoranza). Dunque, decreti legali. Sono da considerare legittimi, dato ciò che rappresentano di vessazione, oppressione, attacco al nostro popolo e paese? Domande retoriche. Almeno per me è evidente che la legalità di leggi indicate e decreti ricordati non li rende legittimi.

Il dato di fondo – mi pare poco compreso o non a fondo – è che dal febbraio del 2020 l’opera pluridecennale di distruzione dell’assetto legale, istituzionale, politico, economico, sociale, civile del nostro popolo e paese è sboccatonell’instaurazione di un regime neo-totalitario, che generalizza la schock economy (ben chiarita dalla Melania Klein) nello shock delle (fittizie) “emergenze” cumulative: la (pseudo-)pandemia (montata e attuata a forza, con assassinii di massa, tramite letali «protocolli») e forzato intruglio venefico (negando morti e invalidità, e subordinazione alla medicalizzazione permanente), lo (pseudo-)riscaldamento globale (inesistente, se non come cicli climatici del pianeta), la (pseudo-)ecologia (volta a passare alle multinazionali l’agro-alimentare e annientare la proprietà privata della casa), la carenza energetica (provocata dalle infami sanzioni alla Russia, dall’infame speculazione in borsa, dall’infame adesione al gas di scisto Usa)… Non si tratta di “forzature e violazioni” della Costituzione, “derive” autoritarie, “imposizioni da regime”, da denunciare agendo nell’ambito costituzionale, appellandosi a leggi e diritti. No, è instaurato un regime neo-totalitario, dependence amministrativo-attuativa dei diktat delle oligarchie globaliste centrate negli Usa (attuali) e UK, e nell’Ue (costruita, con volontà Usa, su impianto e personale nazista fin dall’inizio – lo stesso che dal 2013-14 è all’opera nel regime di Kiev). Questo (già espresso in Elezioni del 25 settembre…) lo sbocco della fu-Repubblica italiana: un regime a servizio “altrui”, per annichilire il popolo, paese, nazione, e porre l’Italia a disposizione delle potenze portatrici del NWO, con il Great Reset. Il regime, monstrum cresciuto nell’alveo della Costituzione (che l’ha consentito) ha spaccato il “guscio”, e tiene “pezzi” come scudo legale. Ma è illegittimo – di fronte ai nostri diritti, al presente e avvenire: è il nemico, con cui non c’è concessione né conciliazione.

Ora, per darsi una formale legalità, il regime ha indetto elezioni politiche – in fretta e furia: fare «presto e bene», motto delle pompe funebri –, capestro per forze nuove che si son volute presentare e truffa garantita (già con lo stesso sistema elettorale: rosatellum). Il movimento di opposizione-resistenza vede varie liste, auto-nominatesi “rappresentanti” con candidati auto-nominati o nominati dai “capi-lista” (liste e candidati sono stati decisi da assemblee popolari estese a tutto il paese? E ci sarebbe stata anche una sola lista…). Ma perché partecipare a comporre un altro parlamento, che sarà solo organo formale del regime, e dunque attestarne la legalità? Le liste “alternative” non aspirano a vincere, al più a far eleggere qualcuno, e già sarà arduo, data la frammentazione. Ma, si dice, “facciamo che vi sia un’opposizione”. La risposta è una sola: qualche oppositore non serve a niente (come l’opposizione già presente nel passato parlamento), mentre accrediterà, insieme alla stessa affluenza al voto, la fittizia legalità delle future “camere” del regime. Però, si dice, “anche con affluenza scarsa, ‘loro’ si stabiliranno come legali lo stesso”. Certo, ma – e questo è il punto – c’è confusione fra legale e legittimo: ‘loro’ si porranno come legali, ma la scarsa affluenza segnerà che non sono legittimi. Quanto piú esteso il non-voto, tanto piú ampia la de-legittimazione del regime. Quindi è errato il pro-voto, sia per liste auto-dichiarate, sia per registrarsi come non-votanti, sia ovviamente per schede nulle o bianche. Puntiamo sulla proclamazione dell’illegittimità della legalità formale del regime – e sull’auto-organizzazione del movimento di opposizione-resistenza come auto-istituzione del popolo: denuncia del regime e rivendicazione a sé della sovranità.

MM

Firenze, 16 settembre 2022

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