Esprimo la personale posizione – premettendo di non avere alcuna “simpatia” per questi “carrozzoni” di fondi e “posti”, le Regioni (il che si accentuerà con il guazzabuglio dell’ “autonomia differenziata” – ben altro sarebbero non Regioni, ma circoscrizioni in base al tessuto storico delle tante realtà storico-culturali-socio-economiche, ma è un “altro discorso”).

Aggiungo che tali “scadenze” vengono poste e viste come centrate su “questioni” regional-locali, dunque gestionali, para-amministrative, e su ciò si induce, promuove “coltiva” la visione comune, unita alla “posta” della possibile modifica o meno (sul piano regionale) dei rapporti di forza-consenso fra formazioni (ora) “di governo” e (ora) “di opposizione”, ossia fra sinistra e destra (ambedue, da tempo, ormai “alternativa unica” alla gestione dell’italico regime…). E voglio chiarire subito: non esiste nessuna differenziazione fra gestione/amministrazione e politica – ogni decisionalità è relativa al contesto socio-economico-culturale, quindi è politica (esplicita o sottesa che sia). 

Ebbene, non entro in merito a suadenti decisioni della sinistra ora alla gestione regionale e in molti Comuni, e ad accattivanti indicazioni della destra ora all’opposizione in Regione e a sua volta alla gestione di molti Comuni (ambedue attente alle cordate di “interessi” e “interessati”, e alle “liste di attesa”…). Su tutto ciò non mancherà tempo di…”sbizzarrirsi”: pro e contro, sì e no, “so” e “ni”, etc. Voglio trattare di “altro”.

E dunque: chi condurrà il carrozzone-Regione non seguirà a ogni modo – mutando al più qualcosa ma nel contesto – le linee generali dell’italico regime? Domanda retorica.

Quindi si procederà, comunque, nell’uso del Pnnr e nei diktat, imperativi e vincoli dell’Ue, nell’imperio Nato, nelle demenziali devastazioni delle direttrici in corso e in atto (dalla “transizione green” alla ghettizzazione urbana, ai 5G e più G ancora, all’ulteriore digitalizzazione forzosa, alla geoingegneria, alla Sanità criminale, al “pozzo nero” dell’istruzione, al “condimento” del gender e dell’ “inclusività”, fino all’ulteriore “kalergizzazione” con gli afflussi migratori-deportatori…). A cui si sommeranno i miliardi di € per il riarmo Ue, per la Nato, per gli Usa (gas e investimenti), e le perdite per i dazi statunitensi – tutto ciò ricadrà, com’è ovvio, anche sulla Toscana. E non basta: anche in Toscana si continuerà a sostenere “fino alla vittoria” (è infame solo dirlo) il battuto (com’è da salutare) regime natonaziucraino? E si continuerà con l’infame russofobia? E si continuerà a non condannare il massacratore genocida Israele, a non rompere (come minimo) ogni rapporto? E riconoscere lo Stato, palestinese, anche come Toscana. Altre interrogazioni retoriche…

Ora io mi chiedo e chiedo a tutti: c’è una coalizione di forze disposte ad affrontare su queste basi le elezioni regionali? Facendone l’occasione di (metafora) “fuoco e fiamme” – perché il disastro cola da tutti i pori -, non un “confronto compassato”: chi sta dalla parte sopra indicata è uno dei nemici interni del nostro popolo e paese.

Non serve qualche partitino che presenta la sua lista e dice “tutti uniti se venite con me”.

Peraltro, se pur – per assurdo! – “andasse bene”, di truffatori-che-fanno-l’opposto grossa è l’esperienza, e l’opposto è facile, nei vischiosi “giochi politici”, nel “non ci sono le condizioni”, et similia – l’ipotetica coalizione dovrebbe darsi un organo di controllo (e “sputtanamento” pubblico di eventuali truffatori – nell’ipotesi delineata).

Se tale coalizione e su tali direttrici di scontro, non viene costruita, non è vista possibile, insomma non c’è…be’, ognuno faccia come ritiene opportuno. Per me, andare comunque “al voto, al voto!” non è affatto “difesa degli strumenti di democrazia”, ma il suo opposto: accettazione e consolidamento dell’italico regime, servile (di “altrui”) e corrotto, e dei suoi carrozzoni regionali.

Affermo più onorevole e dignitoso, valido e consapevole rifiutarsi.

MM

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