Nea Polis

Bisogna bocciare ogni idea di adesione al «Global Compact».

È evidente che cosa sia il «Global Compact» targato Onu: è l’ultima azione della (fase del capitalismo detta) «globalizzazione», tendente a dare ancora maggiore “via libera” al completo rimescolamento di esseri umani, nella totale libertà di circolazione di merci e uomini e, soprattutto totale libertà di circolazione e interventi dei capitali, sotto il cui comando sfrenato è proceduta, appunto, la «globalizzazione».

Ultima azione, ma ormai fuori tempi massimi, perché la spinta saliente è alla rottura e superamento di questa fase, spinta che ormai avanza in tutti i paesi dell’Occidente e mette in crisi l’assetto precedente e gli «organismi», come quello denominato «Unione europea» (detta falsamente «l’Europa», che invece è tutt’altro), preposti alla «globalizzazione» stessa.

Azione, dunque, ormai fuori tempo, che non funzionerà, non avendo l’avallo degli Usa di Trump e già di altri paesi europei. Ma azione presentata, con la consueta falsificazione, dagli agenti (televendoli e pennivendoli) nostrani della reazione (nemica del nostro popolo e del nostro paese) come “iniziativa umanitaria, non vincolante, ma di orientamento” e via ingannando: non è umanitaria né per i migranti spinti allo sradicamento (con ampio business annesso), né per le popolazioni autoctone (colpite dalla formazione di ampi «eserciti di forza-lavoro di riserva» e dalla rottura ulteriore dell’assetto sociale, culturale, comportamentale); se non fosse vincolante non si vede perché mai verrebbe fatta, e infatti invece lo è; se comunque fosse solo “di orientamento” è un “orientamento” pro-«globalizzazione» da respingere.

Se il presidente del Consiglio dei ministri, Conte, aveva dato in primo tempo il suo assenso, o non aveva inteso bene di che si trattava, oppure non ha le idee chiare sulla situazione; il fatto che solo Salvini e altri leghisti si siano subito espressi contro, nel silenzio del M5S, depone a sfavore dei 5S, attestando che le idee non sono chiare nel movimento e nei suoi eletti; il fatto di portare la “questione” alla discussione del parlamento è formalmente corretto, ma indica anche che vi sono “incertezze” nella coalizione giallo-verde, il che è piuttosto negativo (di fronte a tale “questione” di palese evidenza); se il M5S o una sua parte di deputati e senatori votasse a favore, o addirittura facesse “passare” l’assenso, sarebbe molto grave, sia per il doppio suicidio politico: e del M5S come “presa” e rappresentanza, e per l’avvio alla caduta del governo M5S-Lega.

Si conta che cosí non sia, benché vi siano segnali poco incoraggianti (dalle inopportune presenze e prese di posizioni di Fico in diverse occasioni e “faccende”, alla già avvenuta messa in minoranza del governo alla commissione al Senato), ma queste teste storte (perché mai costoro non se ne stanno con il Pd, con la Bonino, con i residui di LeU et similia? Forse perché non sarebbero stati eletti?) dovrebbero essere ricondotte alla responsabilità, almeno sulla “questione”.

MM

(Immagine di https://commons.m.wikimedia.org/wiki/User:Theresa_Sillketrucker)

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