Di che cosa è l’Ue/euro, e di che cosa è l’adesione all’Ue (e Nato sottesa), quindi alla (fase del capitalismo detta) «globalizzazione», e dunque all’imperversante liberalismo (economico, nonché su tutti gli altri piani) che li sostanzia. La proprietà di tale unità produttiva, che non ha nessun problema di produzione e allocazione dei prodotti, trasloca in Slovacchia: tassazione minore e costi del lavoro piú convenienti (retribuzioni piú basse), perciò maggiori profitti. E se circa 500 lavoratori se ne vanno a casa, se le rispettive famiglie finiscono in miseria, se l’indotto della fabbrica si stronca, se i derivanti acquisti in beni immediati e durevoli crollano (caduta di domanda a sostegno dell’offerta), ebbene … chi se ne fotte! «È il mercato, bellezza!»: tradotto, è la logica del capitale, non solo incontrollata ma favorita e caldeggiata, è il liberalismo scatenato, è la ricerca di profitto, ancora profitto, sempre piú profitto (finché il profitto accumulato è tale che il suo re-investimento “remunerativo” si blocca, e allora si va … in crisi).
Di fronte a tale situazione, che fa il governo Gentiloni, cosí ligio all’Ue (e che, anzi, vuole “parteciparne alla guida con Germania e Francia”, ossia a farne ufficialmente il lacchè), cosí prono alle regole, aidiktat, allo “spirito ispiratore” dell’Ue? E, in primo luogo, che fa il ministro Calenda? (Il quale, peraltro, almeno in qualcosa è da lodare: non si presenta il prossimo 4 marzo per farsi eleggere al parlamento.) Ecco: il governo depreca le decisioni della proprietà (brasiliana, ma sub una multinazionale, con “testa” in “Amerika”): chissà come ne è umiliata la proprietà! E Calenda dice sdegnato “non mi incontro piú con questa gente”: chissà quanto la proprietà ne è mortificata! E poi Calenda, deciso e fiero, “vola a Bruxelles” (ossia va a pietire all’Ue) per chiedere, se … la Slovacchia dà o no “aiuti di Stato” a tale trasferimento, nel qual caso lo si dovrebbe impedire. E chi mai lo impedirebbe? E Calenda si appella allo stesso principio, il non-intervento statale (tanto insensato quanto mistificante, perché è costantel’azione dello Stato liberale membro-soggetto dell’Ue, pro liberalismo scatenato e capitale), principio per cui, con cui, grazie a cui, la proprietà dell’Embraco licenzia, smobilita, se ne va: si chiamadislocazione, che comporta la deindustrializzazione di aree e territori, e che non è né la prima né l’ultima, e che “torna” perfettamente con il capitalismo globalizzato del liberalismo scatenato. Del resto, cosa si pensava rispondesse la Slovacchia? “Nessun aiuto, la proprietà dell’Embraco ha scelto in piena autonomia”. Né, infatti, occorre alcun diretto aiuto statale: c’è già nelle condizioni di bassa esazione fiscale e di bassi salari e stipendi condotte dallo Stato slovacco. E dunque, ecco che cosa si ha da governo Gentiloni e ministro Calenda: sdegni, chiacchiere, azioni tanto formali quanto insignificanti.
Il minimo che c’era da fare è, a sua volta, del tutto evidente (a meno che non si sia un renziano o comunque un piddino, o un pennivendolo o televendoli, o un “esperto” o un economista, anche di altre “parti”, ma al servizio dell’oligarchia dominante): la proprietà dell’Embraco se ne vada pure aff…are in … dove vuole, ma non tocchi una vite o una chiave dello stabilimento, che viene rilevato come «pubblico», e condotto da un consorzio (fra Stato e Regione, che decideranno a tempo e comodo, e se e come, e a prezzi autofissati, di rispondere alle sicure pretese della proprietà brasiliana), e rimesso a un consiglio di gestione formato dalle maestranze.
Ma “non si può”! Come la si mette con l’Ue? Con le sue regole e il suo “spirito ispiratore”? Con il liberalismo promosso, assorbito, interiorizzato e fatto interiorizzare? Con il capitalismo del liberalismo scatenato presentato (e spacciato) come “L’Economia” in sé e per sé?
Le conclusioni da trarre sono parimenti evidenti (sempre a meno che … come sopra): i sostenitori di Ue/euro (e Nato sottesa)-«globalizzazione»-ricadute sono nemici interni del nostro popolo (la cui grande maggioranza è fatta dai lavoratori e classi subalterne) e del nostro paese. E quelli che sbrodolano a ripetizione contro il «populismo» sono i peggiori sostenitori del peggiore classismo, dell’oligarchia (sul piano politico, economico, sociale, culturale, mediatico) che ha rovinato e continua rovinare il nostro popolo e il nostro paese. E quelli che assumono una posizione da politica-del-mezzo-e-mezzo su Ue/euro (e Nato sottesa)-«globalizzazione»-ricadute sono … mezzi-nemici.
MM