Nea Polis

LA RIVOLUZIONE ITALIANA

Partiamo da un esito eccezionale: nonostante l’“evaporazione” del nostro popolo condotta da 40 anni, la riduzione del sistema scolastico a «insegnamento dell’ignoranza», il surrettizio «stato di emergenza» e la terroristica grancassa mediatica, l’esproprio non solo dal controllo dei mezzi di produzione, ma anche degli strumenti di pensiero e di informazione… abbiamo la coscienza e l’opposizione allo «stato di cose presente» di milioni di italiani. E il superamento fra cittadini coscienti delle fratture Nord-Sud e della contrapposizione sinistra-destra, due facce della stessa medaglia, e la rottura della scissione fra spoliticizzazione di massa e professionalizzazione del politicantismo, nell’unificazione di lavoratori e classi subalterne,.

Constatazione.  Non “c’è deriva della democrazia” etc. In Italia, dal febbraio ’20, si ha un colpo di Stato: è stata assunta e applicata la guerra di tipo nuovo scatenata su scala mondiale – con lo strumento della pseudo-pandemia – da quelle 8.000 persone in cui si incarna l’iper-concentrazione/centralizzazione del capitale. Annullata la Costituzione, e diritti e garanzie sanciti, e instaurato un regime totalitario, con adesione dell’establishment: istituzioni, governo, parlamento, Sanità e ministeri, magistratura, forze armate, organi come i Cts e gli Ordini professionali, nonché mediaórganon unico del regime. Non c’è la Res Pubblica dei cittadini, c’è uno Stato che usa la forza sulla e contro la società, ed è strumento degli imperativi delle élites dell’iper-capitale. In Italia si attua la distruzione del tessuto produttivo-distributivo (di piccolissime, piccole, medie imprese), sostituita dalle catene multinazionali (e la grande produzione è già su questa strada), e della società, della cultura, della civiltà. E si attua l’ammorbamento della popolazione con l’intruglio detto «vaccino» e l’obbligo surrettizio a esso (con profitti miliardari per il comparto delle élites che è la Big Pharma e con 2 decessi al giorno, inabilità permanenti e ricadute di medio e lungo periodo), portando a un’iper-medicalizzazione costante. E con il green pass si punta al controllo totale (dati medici e di…tutto), per instaurare, abolendo il contante, il «credito sociale» (tipo cinese), decidendo di collocazione e durata in vita. L’Italia è l’obiettivo, perché chi “ha in mano” l’Italia – con la sua storia, civiltà, collocazione geo-strategica al centro del Mediterraneo e cerniera con l’Europa – controlla il mondo. Gli agenti interni delle élites dell’iper-capitale occupano del paese, e quelli al loro servizio sono forze di occupazione – e lo è chi applica il regime, tutti criminali: lo è chi distrugge il proprio popolo per diktat “altrui” (Cosí, nella II Guerra mondiale, i Quisling, la Repubblica di Vichy, gli italiani pro occupazione germanica.) I subalterni d’accordo non sono cittadini, ma sudditi complici.

Finora  Abbiamo un seguito crescente di manifestazioni – e anche molti “intrugliati” aderiscono all’opposizione – e una suite di opposizioni a “multe”, e ricorsi, reclami, petizioni, con alcuni esiti positivi. Adesso, dal 27 settembre, c’è una “prova di forza”, con l’azione degli autotrasportatori, l’indizione di scioperi, fino a quello generale del 15 ottobre (della FISI, unico sindacato esistente: gli altri sono allineati al golpe). E abbiamo la dissociazione di componenti delle forze armate a uso interno, con “uscita” pubblica il 6 ottobre. E c’è il progetto in corso di unificare tutta l’opposizione in un “soggetto politico federato” – nel frattempo, con le comunali del 3-4 ottobre ’21 si constaterà il “peso” dell’opposizione in città anche importanti (se si coglieranno le liste davvero “anti-sistema-golpe”…). Dei media ricercano una credibilità con qualche voce dell’opposizione, il che è utile, ma illude e resta nell’“impianto” imperante. Si diffonde un mix di ira e confusione – e c’è chi mira a scappatoie personali (è comprensibile), spera “finisca presto”, invoca qualche “salvatore” estero…

Che fare?  Gli abitanti complici del golpenon sono cittadini – ma sono passivi (a parte i kapò, non numerosi). Quelli che hanno capito lottanosono i cittadini italiani. Una massa grande, contro il regime totalitario. I cittadini vogliono la ricostituzione della loro Res Pubblica – per questo va respinto ogni «stato di emergenza» (con quello pseudo-pandemico si intreccerà quello pseudo-climatico) e va annientato il regime: va tolto il potere ai golpisti, l’obiettivo è prendere il potere.

L’“atto di forza” dal 27 sett. al 15 ott. e oltre, è importante, ma – che vi sia un qualche “sgretolamento” dei golpisti, o che si irrigidiscano – vi vanno dati potenziamenti sviluppi. Quali? Connettendoli al progetto in fieri del “soggetto federato unitario”. Come? Auto-istituzione. Proporre di auto-organizzarsi ai cittadini italiani: i polítes (cittadini) si riuniscano, tengano le loro assemblee area per area e formino i loro consigli, che si interconnettano fra loro. Il démos (popolo) dei polítes (cittadini) è sovrano – prótos o démos – si auto-istituisce come soggetto che instaura la sua politéia, la sua Res Publica – e questa è la Rivoluzione italiana, che instaura la III Repubblica. Il popolo comprende come sua componente i cittadini delle forze armate, che sono preposti a tutelare il popolo dei cittadini. L’avvio di questa auto-istituzione è funzionale anche alle prime “prove” elettorali – gli spazi rimasti aperti vanno utilizzati – del 3-4 ottobre (nel caso di successo, è l’assemblea locale che si impone, “sterilizzando” i «lacci e laccioli» del Comune; nel caso si resti all’opposizione, l’assemblea locale ne è la base), e ancor di piú lo è per le prossime (eventuali) elezioni politiche. Per il resto, connettendosi e inglobandosi con la resistenza delle “reti” di autogestione (in corso: dalla sanità alla scuola, fino ai primi passi di produzione e distribuzione), l’auto-istituzione dei cittadini è il “soggetto” che pone a tutti i gruppi e singoli esistenti la necessità di unirsi. E decide tutte le forme di lotta, tutti i modi necessari e i mezzi indispensabili – per assumere il potere.

È una battaglia gigantesca. E sono giganteschi i compiti che seguiranno, a cui si può solo accennare. Va “scattivato” (come per un frutto) il marcio di tutto l’establishment, ma in primo luogo va fatto sí che si imponga la democrazia dal basso al centro, contro ogni usurpazione di prerogative e tradimento dei “mandati” – e vanno “fatti i conti”, mutando la magistratura, e la Sanità-medicina, e il “modo d’essere” dei ministeri, e l’“impianto” presente di scienza e ricerca scientifica, e di scuola e università, nonché vanno cambiate le modalità e catene di comando delle forze armate, per non dire dell’ineludibile “disinfestazione” dei media. E va situata l’Italia: fuori da questa infamia devastante che è l’Ue-€, e non contro rispetto agli Usa, però «non allineata», autonoma e indipendente, e aprendo anche rapporti con la Federazione russa, mentre va sostenuto e rivitalizzato, e protetto, il tessuto produttivo (riprendendoci anche la grande produzione, e aprendo rapporti bilaterali per l’import-export), che comprende il risanamento ambientale – senza assumere la tecnologia cosí com’è, perché non è affatto “neutra” (ma inficiata dalle mire del potere dell’iper-capitale e della statualità aderente). E va sostenuta e rivitalizzata la società, nei suoi rapporti costitutivi, e soprattutto bisogna puntare tutte le forze per la rinascita della civiltà: noi, eredi accecati e discendenti dimentichi di tutto ciò che è stato grande e che ha dato i fondamenti al mondo.

Sí, è una battaglia gigantesca, ma ci siamo dentro e va condotta: ne va dell’avvenire di chi è arrivato ora e di chi verrà, ma anche del presente, il nostro – e dell’Europa, e del mondo.

MM

Lascio un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.