Sul “nodo” della «sovranità», i termini di discredito e, di piú, di confinamento in “una parte”, varati dai media sono «sovranismo» e «sovranisti», che vengono associati a «nazionalismo» e «nazionalisti», da «nazione», e volti a evocare altri «-ismi», quali «razzismo» e «fascismo». Evocazioni da tempi passati, ma ancora circolanti e pregnanti, oltre che “coltivati” a livello di massa. Gli ultimi «-ismi» evocati sono negati da chi sostiene l’esigenza della ri-acquisizione della «sovranità» italiana, mentre i termini «sovranismo» e «sovranisti» sono accettati, anzi sbandierati, orgogliosamente.
Ma, accettando le parole del nemico, se ne accetta anche il terreno e si rischia fare confusione. Va precisato, ripetuto e ribadito che il “nodo” è la ri-conquista di quell’indipendenza e autonomia che il nostro paese non ha da troppo tempo, contro la subordinazione a Ue/euro/Nato & grande capitale transnazionale e sue centrali, che l’ha rovinato e continua a rovinarlo, e che rende vano (e derisorio) ogni discorso sulla “democrazia”: se non c’è padronanza delle proprie decisioni, poiché non si ha indipendenza e autonomia, non c’è nessun vero «potere del popolo», ossia nessuna effettiva «democrazia».
Dovrebbe essere evidente, ma non lo è. Perché non è assunto come centrale nella grande maggioranza popolazione. Mentre l’occulta e/o denigra la campagna permanente della reazione, costituita (ricordiamolo) da gran parte dell’oligarchia interna (politica, economica, sociale, culturale, mediatica) connessa a quella esterna, dalle sue forze politiche di veri e propri “agenti”, dai media (il 99%) al loro “servizio”, insomma da coloro che, con l’attuale governo, hanno attuato una restaurazione dello status di “fluidificazione” del nostro paese nell’“Europa” (ossia, appunto, sub Ue/euro/Nato & grande capitale transnazionale e sue centrali) e che ne attuano gli imperativi.
Le bande – o gang – della reazione contano sulle clientele di “interessati” e gente “in lista d’attesa”, e sui seguiti di “imboniti”, che sono gestibili a ogni infamia, bassezza e tradimento: “imboniti” e rimbambiti, in prima fila i 5S residui, seguaci di Grillo (si pensi solo all’indegno show da guitto evocante … il vuoto, da lui fatto a Napoli e, «prova del nove», cosí applaudito da attestare cervelli d’acciuga), di Casaleggio, dei loro “esponenti”, andati con Conte e il Pd, Renzi & Co. E contano sulla negazione o messa in secondo piano del “nodo” della ri-conquista dell’indipendenza e autonomia, connesse alla fitta nebbia di fumisterie evocate e associate, che comprendono lo snaturato «internazionalismo» (assimilato al globalismo: così, per es., un Canfora), la fantasmagoria dell’inesistente “fascismo alle porte” (prendendo come tale le tendenze all’accentramento dirigista tipiche del liberalismo, e negando, invece, quelle ancora piú profonde e insidiose delle forze che dicono di opporvisi: cosí, per es., un Brancaccio), il feticcio per cui “la sinistra è comunque meglio della destra” (chiudendo occhi, naso e orecchie su ciò che hanno fatto e che sono Pd, Renzi, & Co., cancellando il fatto che la sinistra è da tempo solo l’altra faccia della destra, e che è ancora piú “sparata” nella subordinazione ad “altrui”, e nella “fluidificazione” in “altrui”, del nostro paese).
Perciò, fare chiarezza, in maniera, estensiva e intensiva, è di importanza essenziale. Ma non basta la circolazione dei video ad hoc in “rete” (vi sono dei limiti organici a tale, utile, ma insufficiente, forma di comunicazione – su cui si dovrà tornare), non bastano espressioni pubbliche e manifestazioni messe in piedi su tali basi, e organizzazioni costituite su tali basi ristrette: cosí si sbocca solo nel minoritarismo, da subito al prosequio futuro. Realtà e prospettiva inevitabili, senza procedere – prima – al varo e conduzione di una prioritaria campagna continuativa, ampia e capillare, fondata su contatti e rapporti diretti, fisici, di persona.
MM