Nea Polis

VERSO LA VACCINAZIONE OBBLIGATORIA…

Incuranti della palese contraddizione fra vaccinazioni e “malattie” che dovrebbero essere impedite (per portare solo esempi contemporanei: la massima parte dell’[inesistente] “epidemia di meningite” riguarda persone già vaccinate!; la vaccinazione anti-“influenzale” va insieme a quasi tre milioni e mezzo di italiani a letto per “influenza”!), nonché (con la consueta protervia) delle critiche ben diffuse e documentate riguardo ai vaccini (con dati indiscutibili sui danni che apportano), questi politic(-ant-)i professionisti hanno deciso di imporre le vaccinazioni, con piena soddisfazione della Big Pharma e dell’apparato di controllo e manipolazione (con i disastri quotidiani che ammannisce) che è la Sanità (“pubblico”-privata), e con stanziamento, già deciso, di € 100 milioni. Da lodare che, oltre al Codacons,anche Comitati di genitori si stanno organizzando e reagendo: contro questa ignorante e supponente, danarosa e pericolosa prevaricazione.

MM

Vaccini, raggiunto accordo Stato-Regioni, serve una legge nazionale su obbligo

(da: http://www.repubblica.it/salute/medicina/2017/01/26/news/vaccini_lorenzin-regioni_serve_legge_nazionale_su_obbligo-156944969/?ref=HREC1-2)

L’intesa per una legge nazionale che «in tempi brevi» stabilisca l’obbligatorietà dei vaccini ora c’è. Ieri durante l’incontro con la ministra della Salute Beatrice Lorenzin per la verifica e l’avvio del nuovo Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017-19, gli assessori delle Regioni e delle Province autonome hanno espresso il proprio favore a una legge che renda obbligatorie le vaccinazioni per l’accesso alle scuole dell’infanzia e dell’obbligo. Per la ministra si apre una «proficua interlocuzione» che dovrà passare al vaglio del governo e della ministra per l’Istruzione. L’orientamento segue la decisione presa da Toscana e Emilia-Romagna che hanno da poco approvato due leggi per rendere obbligatorie le vaccinazioni per i bambini che si iscrivono al nido o alla materna. Anche Trieste ha un provvedimento analogo e in questa direzione si stanno movendo anche Lazio e Puglia. Una stretta decisa dopo l’allarme provocato dai recenti casi di meningite.

L’obiettivo è evitare provvedimenti “a macchia di leopardo” e garantire l’uniformità dell’offerta vaccinale sul territorio. L’incontro «ha consentito di porre le basi per garantire un’applicazione omogenea del piano su tutto il territorio nazionale. Le nuove vaccinazioni contenute nel piano sono comprese nei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea) e si pone l’esigenza di una condivisione Stato-Regioni del percorso applicativo». C’è di piú: un’Anagrafe vaccinale nazionale. «Le Regioni l’hanno proposta alla ministro della Salute. Che ogni Regione abbia la sua banca dati da cui risultino tutti i bambini e gli adulti che si sono già vaccinati, quelli che ancora non lo hanno fatto, e quali conseguenze ha prodotto il vaccino, per poter disporre di un quadro epidemiologico completo».

Un risultato considerato positivo dal presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi: « fa chiarezza anche sull’importanza della vaccinazione per la tutela della salute collettiva e sottolinea il valore etico di un presidio che resta un atto di responsabilità soprattutto nei confronti delle fasce di popolazione piú fragili come i bambini, gli anziani o le persone immuno-depresse soprattutto nelle comunità ristrette come per esempio le aule scolastiche». «Per la popolazione è un passo avanti nell’equità dell’accesso alla prevenzione di malattie importanti che rischiano di riemergere». Importante un calendario vaccinaledi priorità e tempistica delle somministrazioni. Un obiettivo da raggiungere nello momento in cui si ripartiranno le risorse stanziate al riguardo, 100 milioni di euro, dalla legge di bilancio. Si è anche deciso di definire le tariffe massime per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell’ambito del servizio sanitario nazionale.

Una decisione che le associazioni di consumatori, si apprestano a combattere. Il Codacons annuncia ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. E sul piede di guerra, oltre al Moige, anche vari gruppi di genitori: i «Genitori del NO Toscana», oltre 1500 aderenti, un gruppo nato su Facebook, che vuole costituirsi in Comitato, contro la proposta di legge della Regione Toscana sull’obbligo vaccinale. Analoghi gruppi stanno nascendo anche in altre regioni.

(immagine in evidenza di Università Campus Bio-Medico di Roma)

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