all’Associazione della Lista «Civica Gambassi Terme»
Cause della Proposta
Che “le cose” non vadano “bene”, in Italia (e certo non solo, ma circoscriviamoci alla nostra “entità”, da qui alla nostra regione, donde alla nostra “area”, al nostro paese), o piuttosto, dopo inizi da shock, procedono poi lentamente – epperò inesorabilmente, e “male”. Ed è cosí su tutti i piani: economico, sociale, politico, culturale, e anche esistenziale, e non soltanto riguardo al presente ma anche, e forse soprattutto, come prospettive future – per chi già “c’è”, per “chi c’è da meno tempo”, per chi è da poco “gettato nell’esserci” (nell’esistenza) e per chi lo verrà.
È questo un dato di fatto, che dovrebbe essere evidente a tutti, a meno che… A meno che non si faccia parte dei “primi serviti” e dei “ben serviti”, e delle “cordate” di “interessi” e “interessati”, o non si partecipi a quelle dei “in lista di attesa”, o, comunque, non ci si ponga in qualche misura a “non volerne sapere niente” per vivere, perciò spinti a tapparsi occhi, naso e orecchie, affondati nella quotidianità segnata dal cercare di protrarla, nel subalterno silenzio, però rimbombato dal rumore confusionista e fuorviante dei media, e/o dal centrarsi sui vari Social del web, sulle app dello smartphone, sui tanti usi di computer e dello smartphone stesso…
Alla base della situazione presente c’è quanto viene imposto come continue «emergenze» (preparate e lanciate da grandi potenze, da «organismi internazionali», dall’Oms all’Ue, permeate dalle grandi concentrazioni finanziarie globaliste): dalla cosiddetta «pandemia», passata sí, ma sempre incombente e insistita come ricorrente (a tutt’oggi), con gli annessi (posti come unici)“rimedi” forzosi, alla «crisi climatica-riscaldamento globale» con annessa «lotta alla CO2»(si tenga presente: è l’anidride carbonica che serve alla flora) e conseguente imperativa «transizione verde» (con tanto di cosiddette «energie sostenibili e rinnovabili», auto elettriche, città ghettizzate, «da 15 minuti», verso le Smart City), al connesso sempre piú forzato «mutamento alimentare» (si va da altri “usi proteici” all’indicativa soppressione-sostituzione dell’agro-alimentare regionale che sta procedendo in Sardegna, e non soltanto), alla «questione lavoro» che dà sempre piú occupazione in maniera non stabile nonché spesso non sicura (si vedano i quotidiani morti e feriti sul posto lavorativo), alla «questione sicurezza» in aree cittadine in estensione, non scissa dalla «questione migranti» con loro afflusso costante e crescente (né si parla pubblicamente del «Piano Kalergj» ora “aggiornato”), alla silenziata ma continuata «geoingegneria» detta per la “sicurezza” climatica e territoriale, alla volontà di «basta con il contante», ossia il controllo diretto delle risorse da parte dei cittadini, naturalmente per «combattere l’evasione», mentre straborda la digitalizzazione (con l’elettromagnetismo) forzata per…tutto, la «caduta libera» del “sistema” dell’istruzione-formazione, fino non solo al sostegno all’«esportazione della democrazia» tramite guerre e «rivoluzioni colorate», e alla guerra in atto in Ucraina e a quella condotta da Israele, ma anche al grande «riarmo», ovviamente deciso e voluto per «imporre la pace», con spese enormi programmate…(a scapito delle esigenze vere dei cittadini, ridotti sempre piú in una collocazione che può essere definita soltanto da “sudditi”, servile).
Certo, non mancano disaccordi, contrarietà, contrasti con tutto ciò, e vi sono state e vi sono iniziative di opposizione – per cui si esce, almeno per un po’, dalla stasi di accettazione forzata. Ma quali sbocchi si sono avuti, e quali sbocchi si sa volere e vi si tende? La ricaduta “sotto controllo” sempre si presenta, sempre vi si ricade. È inevitabile il rimando al profetico romanzo 1984 di Gorge Orwell, che cosí scrive: «tenerli sotto controllo non era difficile. Perfino quando in mezzo a loro serpeggiava il malcontento (il che, talvolta, pure accadeva), questo malcontento non aveva sbocchi perché privi com’erano di una visione generale dei fatti, finivano per convogliarlo su rivendicazioni assolutamente secondarie. Non riuscivano mai ad avere consapevolezza dei problemi piú grandi».
E questa è anche la realtà in cui è relegata la gran parte della popolazione, per cui si finisce per accettare per forza di “cose”, nei fatti – sempre come scrisse Gorge Orwell nel suo 1984 – che:
«la pace è guerra, la libertà è schiavitú, l’ignoranza è forza».
Scopo e “punti” da condurre
Lo scopo che ci proponiamo è di dare il contributo che occorre per contrapporsi all’«ignoranza è forza» (orweliana), ossia di fornire gli apporti che servono per la comprensione analitica delle singole «questioni d’emergenza» e per la comprensione di come tutte le «questioni d’emergenza» si raccolgano in un solo e unico «Piano».
Quindi, cogliere e far capire il “filo” che ha connesso e connette tutto il seguito di «emergenze» – dove si combina la Shock Economy, ben messa in luce dalla Naomi Klein (già nel 2007), con il protrarsi vischioso e permeante degli Shock messi in atto, che da momenti “congiunturali” passano a realtà “strutturali”.
1) Trattare, dunque, di ogni «emergenza», posta e imposta (l’elenco seguente è indicativo, ma non è da seguire per forza in quest’ordine), con gli «organismi sopranazionali» e le potenze che vi stanno alla base:
- conduzione e politica medico-sanitaria;
- crisi climatica-transizione verde (con annessi e connessi);
- economia e lavoro;
- flusso migratorio;
- geoingegneria;
- no-contante/digitalizzazione;
- istruzione-formazione;
- geopolitica;
- supporto guerre e riarmo.
2) Trattare di come ognuno di tali “punti” si colleghi, si intrecci, si allacci – “si situi in sinergia” – con gli altri, componendosi, appunto, nel «Piano» a cui si è accennato, con gli «organismi sopranazionali» e le potenze che vi stanno alla base.
Si può anche pensare a un quid aggiuntivo, che sarebbe ben utile per promuovere uno “scatto di reni” dei cittadini, ossia comprendere il ruolo immenso di civiltà che c’è stato in Italia, che l’Italia ha avuto, e che potrebbe ancora avere di nuovo, rinascendo dalla condizione di progrediente “evaporazione” (come “entità” storica, sociale, economica, politica, culturale, esistenziale) in cui è ora costretta, ridotta, cacciata – poiché questo è ciò che incombe su di noi.
La conduzione oltre a essere pensata come messa in piedi per un ampio periodo, può essere gestita non solo come singoli incontri di esposizione-dibattito, ma anche come pur brevi corsi (tipo, tre incontri successivi – o di piú): ma tutto ciò dipende dall’interesse e dalle decisioni degli interessati.
Si può pensare a supportare i vari incontri sia con la proiezione di video, filmati, film ad hoc, sia con l’invito a esporre di persone che hanno già, e validamente, affrontato il “tema” in questione.
Ci rendiamo conto che la proposta è ambiziosa, che se ne potrà condurre quanto sarà possibile, tuttavia per andare contro la situazione di declino avanzante, e dissolvente, si dovrà pur incominciare – per quanto si può. E qualcosa si può.
Associazione culturale «Lucidamente» (Gambassi Terme) in collaborazione con Associazione culturale «Nea Polis» (Firenze).
Per conto di «Lucidamente» e «Nea Polis»,
MM
