I°
GUERRA PANEUROPEA PROSSIMA VENTURA?
Uso delle mistificazioni. Questo utilizzo è storico, basta andare anche soltanto dal passato recente al presente, e vediamo come si ripetano le “costruzioni” del casus belli o comunque del casus agendi, da parte di “entità” e “volontà” belliche.
Infatti, si può andare dall’incendio del Reichstag nel 1933 (ordito dai nazisti) all’attacco finto-polacco (ordinato da Hitler) alla stazione-radio tedesca nel 1939, all’attacco nipponico a Pearl Harbor nel 1941 (con portaerei Usa già situate fuori, al sicuro – lasciato avvenire dagli Stati Uniti per costringere il paese, riottoso, a entrare in piena guerra), e, piú tardi, all’“Incidente del Golfo del Tonchino” del 1964 (invenzione Usa, per intervenire in Vietnam), e poi alle accuse di “macelli” alla Serbia nel 1999 (onde attaccarla e schiacciarla), e poi ancora al “colpo” alle Torri Gemelle di New York del 2001 (con la terza torre piú bassa ma vicina, crollata anch’essa, chissà forse…“per solidarietà” con le altre due) onde aver “mano libera” di attacco all’estero (come in Afghanistan, nonché di “strizzare” diritti e libertà all’interno), e alla provetta di polvere bianca-“arma di massa” (borotalco?) di Powell nel 2003 (per invadere l’Iraq), e agli inventati massacri di Gheddafi nel 2011 (da Francia, Uk, Usa, per distruggere la Libia), e alla messinscena della “Strage di Bucha” in Ucraina nel 2022 (montata soprattutto dall’Uk) per dipingere i russi come macellai e intensificare la guerra, e fino al quantomeno “opportuno” attacco anti-israeliano di Hamas (finanziata dagli Usa e dallo stesso Israele – forse Hamas ha pensato di fare come i talebani afgani? Sorretti anti-Urss dagli Usa, e poi voltisi contro gli Usa stessi) nel 2023, dando a Israele “mano libera” per la sua espansione, con lo sterminio dei palestinesi, nella “Striscia di Gaza” (e per la presa del giacimento di gas antistante)… E si può ulteriormente approfondire, ampliare e continuare ancora in questa esemplificazione…
Ma veniamo all’Europa: a ora, al 2025, all’avanzata russa contro il regime natonaziucraino.
“Grancassa” anti–russa. “Grancassa” che rimbomba, orchestrata da Uk-Nato-Ue: ed ecco i droni russi (inventati o farloccati)…che sono dovunque, le navi russe invisibili ma…presenti presso tutte le coste, gli aerei russi (detti-)“sconfinanti”, la Russia debolissima, che sta per fallire ed è facilmente battibile, e però invaderà l’Europa, perfino dal prossimo novembre 2025, oppure comunque lo farà nel 2030…e cosí via.
“Grancassa” grossolana, insensata, grondante falsità e sbavante demenza – che fa venire in mente «una storia raccontata da un idiota, piena di furori e di rumori, che non significa nulla» [W. Shakespeare, Macbeth], e proprio perciò rilanciata, ripetuta, ribadita dai media (stampa e tv) e loro “addetti”, e da politici vari (l’infamia di tutto e tutti costoro è acclarata – tuttavia non lo è per i tanti “idiotizzati” che si ostinano a esserlo, ma questo è un altro discorso).
E allora? Gli esiti: “vedete l’aggressività russa e dello zar Putin? Riarmo, riarmo! Li sconfiggeremo in Ucraina, anzi ci siamo vicini! Ma ciononostante Russia ci invaderà, però la vinceremo in Europa! Prepariamoci per batterla, difendiamo i nostri valori, armiamoci fino ai denti, e si farà un muro di droni e si provvederà al dispiegamento delle forze militari!”…
Cosí vogliono le oligarchie e ciò sostengono l’Uk, l’Ue, la Nato (con i media, scatenati a “idiotizzare”). E – si dice o si dà a intendere – lo si fa in l’accordo con gli Usa, che lo decidono, insieme a tutti gli indicati, i quali sono connessi agli Stati Uniti, come anche longa manus.
La guerra continentale è vicina? Vediamo la situazione. E non facciamo alla maniera dei tanti sprovveduti, quando non “idiotizzati”, che ripetono e ripetono la “grancassa” e ne spappagallano le presunte necessarie conseguenze – e neanche come fanno “analisti” inadeguati, che certo non mancano anche nelle fila della critica, opposizione, resistenza.
II°
LA SITUAZIONE
(in linee generali)
Innanzitutto, muoviamoci contro l’“amnesia” – che, peraltro, appare piuttosto estesa e tendente sempre a ripetersi, non pochi critici e “analisti” inclusi –, “amnesia” dannosa, in quanto “mutilante”, per l’analisi e la comprensione.
Memento: il “Piano”. Si intende quello delle oligarchie finanziarie globaliste, situate in parte centrale e fondante in quella che si può definire “Anglosfera”, e riassumibili nelle dizioni Wef e riunioni a Davos.
In maniera ipersintetica, si tratta di un “Piano” unitario, “montato” da tempo e “scattato” fra la fine del 2019 e gli inizi del 2020, e articolato in “punti” – da cogliere in quanto forze di attacco:
∙ pandemia (inventata) con uso di sanità-farmacologia (già “performata” da tempo ad hoc, come la medicina, distorta a pseudo-scienza) con sviluppo e prosequio di vax, ammalamenti permanenti (sub “prevenzione”) e ammazzamenti (legalizzati), con ruolo specifico di “forza di sfondamento”;
∙ controllo e comando sulla popolazione con digitalizzazione forzosa, uso scatenato dell’Int. Artif. installazione 5G (e oltre), abolizione contante;
∙ riscaldamento/cambiamento climatico (inventato) donde transizione verde, con “abbattimento” anidride carbonica, e geoingegneria, e “Smart City”, e mezzi e auto elettrici (schiacciamento produzioni e assetti precedenti, devastazione agro-alimentare, e ingabbiamento materiale e mentale della popolazione);
∙ continuazione ed espansione del “Piano Kalergi” con il flusso-deportazione delle migrazioni (onde un “calderone” controllabile, e bene che vi siano gli scontri, interni ai subalterni, fra etnie storiche e “nuovi” e post-“nuovi” “arrivi”);
∙ distorsione/degenerazione di cultura e istruzione tramite Cancel e Woke Culture, e pseudo-scienza ridotta a téchne dogmatica; distruzione antropica, oltre che storica, sociale, culturale, con Gender, Lgbt+…;
∙ accordo operativo (fondamentale!) con la massima potenza imperiale (Usa), il suo alleato (UK), il suo “martello” (Israele), e gli Stati subalterni o satelliti, e i loro organismi (Nato, Seato, Ue), nonché la stessa Onu (e altri organi internazionali, come l’Oms).
Obiettivo: appunto (e come detto), il Great Reset Globale e il Governo Unico Mondiale.
Cause. Queste sono dovute allo stesso successo del liberalismo scatenato – e ne conseguono –, da quello economico a quello su tutti gli altri e connessi livelli, e della conseguente «globalizzazione», che ha portato all’iper-concentrazione/centralizzazione del capitale, in primis finanziario – donde le sempre piú ristrette oligarchie finanziarie globaliste.
Ma precisamente tale successo ha comportato una crisi continuativa (annunciatasi da prima, e poi apertasi dal 2007-8, proseguendo, fra parziali “riprese” e seguenti “ricadute” fino a tutt’oggi) per inadeguatezza del profitto complessivo rispetto alla massa del capitale, concentrato-centralizzato, cioè sovraccumulato: donde “stato critico permanente”.
Quindi, il Governo Unico Mondiale e dunque il Dominio Globale, permeato con le potenze imperiali, come “schiacciamento” – non soluzione – dello “stato critico”.
Necessità per il successo del “Piano”. Era ineludibile l’assenso concordato con la Russia (il massimo paese del mondo, ricchissimo di risorse del sottosuolo e del suolo, ben deciso ad avere il proprio ruolo), onde poter poi trovare l’accordo con la Cina, e poi con l’India, e cosí via.
Invece… niet!.
Nessun assenso e accodo da parte della Russia. Perciò la Federazione russa andava piegata con la forza, per poter passare successivamente (seguendo la“politica del carciofo”: foglia per foglia) a Cina, a India, e agli “altri” paesi.
Di conseguenza, ecco la guerra, in Ucraina e tramite l’Ucraina, con il pieno impegno di Usa-UK-Nato-Ue.
Fallimento dell’obiettivo di fondo del “Piano”. la Federazione russa vince, e anzi dimostra di aver conseguito lo status di massima potenza militare a livello mondiale – oltre a sviluppare gli ampi legami economico-politici dei Brics.
Il “Piano” – dell’ “Anglosfera davosiana”, di Wef-Davos-potenze-imperiali (Usa in primis) – non può attuarsi.
E lo “stato critico” tende ad accentuarsi nel dissesto dell’assetto globale, essendo caduto (evidentemente) il suo obiettivo di fondo.
Perciò le massime potenze, allora, mirano a riassestarsi, vedendo di rafforzarsi all’interno – contro la parte divenuta controproducente delle “modalità” del “Piano” Wef-Davos – e all’estero – onde riposizionare/consolidare (possibilmente espandere) le rispettive proprie “aree” di potenza.
Precisamente in tale “quadro” le oligarchie Wef-Davos, che possono contare sugli “artigli” affondati con forza in UK-Ue – dati gli Stati ben “permeati” da tempo e le forze politiche interne ben controllate –, continuano, senza affrontare “contenimenti”, appieno il “Piano”, al fine di darsi la propria “area” di potenza.
Il che va senza poi “spiacere” agli Usa: fondi (750 mld. € gas, 600 mld. € investimenti, dazi “ballerini”, 5% € annui-Nato), 800 mld.€ per riarmo (pro-complesso militare Usa e imprese Ue), mantenendo la Russia “agganciata” nell’impegno bellico nel cuore di Europa.
E si “tempera”, pur non risolvendolo, lo “stato critico” tramite lo “stato bellico” (con tanto di investimenti ad hoc, che richiedono un costante re-investimento, poiché gli armamenti vanno distrutti o poi rottamati). Ed ecco – appunto e come si è già indicato – la funzione della “grancassa” anti-Russia.
III°
DALLO “STATO CRITICO” ALLO “STATO BELLICO”
Nato–Ue hanno perso la guerra. L’hanno persa contro la Russia in Ucraina, pur con tutti i mezzi (e i non pochi “volontari-zzati”) che hanno potuto impiegare, e ora sono perfino “a corto” di armi, peraltro attestatesi inferiori, in qualità e quantità, rispetto a quelle russe, mentre il “personale militare” è meno, se non poco o punto, “motivato” in confronto a quello russo (perciò il ricorso ai vetero-e-neo-nazisti, onde avere delle truppe “motivate”) – i russi, che ancora sempre combattono con vigore per la «santa madre Russia».
UK-Nato-Ue non solo non sono in grado di avere successo in Ucraina, ma non sono neanche in grado di condurre una guerra paneuropea contro la Russia – tuttavia sono in grado, oltre al continuo rimbombo dei loro “latrati”, di diffondere e suscitare “attriti bellici”.
Trump, con i suoi discorsi su “avanti, avanti! Fate, fate! L’Ucraina vincerà – ma pagateci”, segna solo l’accordo Usa sull’azione (indicata) di oligarchie-UK-Ue, a vantaggio Usa – i quali però “si sganciano” dalla guerra in Ucraina (non intendono svuotarci “a perdere” altri fondi, non si vogliono “immischiare” nella sconfitta, in corso e in atto, hanno “altro” di cui occuparsi).
Notare: le stesse armi nucleari – oltre a quelle Usa, la Russia ha mezzi militari atomici da cui non c’è difesa – “garantiscono” che le operazioni militari (“di teatro”) non vadano oltre un “certo punto”.
Certo, beninteso, un quidquid di imponderabile e quindi imprevedibile può pur sempre verificarsi e scatenare lo scontro nucleare: è un “variabile incognita”, ora non emersa (e, appunto, non prevedibile), ma che rende comunque ancor piú terribile il “gioco” in atto.
Tendenze. Oligarchie-UK-Ue (come si è detto) mirano al dominio e al riarmo degli Stati-Ue, che sono anche stretti nella Nato, attuandovi il loro “Piano” completo, ormai senza “Governo Unico” mondiale e ridimensionato, ma martellando con “sanzioni” anti-russe – demenziali però lesive dei paesi-Ue (pro-distruzione di parte del capitale e pro-neo-investimenti, nella presa di possesso di tali paesi) – e sostenendo l’“attrito bellico” con la Russia.
Il progetto, riciclato, è di avere tale “area” come loro forza nell’assetto multipolare, che, nel dissesto (del “Piano” globale con monocentrismo Usa), va emergendo. E ciò (se non contrastato) porterà alla deformazione degenerata e neo-totalitaria dell’Europa centro-occidentale, i cui regimi statuali saranno solo “uffici-operativi”.
Gli Usa devono riassestare la propria potenza, all’interno (controllando le oligarchie finanziarie) e nelle, per loro, primarie “aree” esterne – Vicino Oriente (dando una “regolata”, pur squinternata e inadeguata, al “martello”-Israele, che “martella” anche in “eccesso”, perfino contro storici alleati Usa, e si aliena…il mondo, quindi vi trascina gli stessi Usa); America latina (in primis, il Venezuela); area sud-Pacifico e Cina; Artico e rotte artiche (vi sono anche altre “operazioni”, ora secondarie).
La Russia avanza con i Brics, ma opera in Africa, nell’Artico, sostiene Iran e alleati nel Vicino Oriente.
La Cina, con controllo-comando interni solidi (perciò, si ricordi, “invidiata” dal Wef…), si arma in modo esponenziale e avanzato, e prosegue la penetrazione economica (export e investimenti) ovunque…
Non trattiamo qui di altri paesi (richiederebbe uno spazio specifico, troppo ampio). Rileviamo che il riassesto verso il “nuovo ordine multipolare” comporta l’assesto di un’altra gerarchia mondiale, con altre potenze oltre agli Usa (se questi continuano a “reggere”…), quali la Russia e la Cina, e altre entità emergenti – e vi vuole un “posto” anche l’“area” oligarchie-UK-Ue.
Perciò, mentre in quest’ultima “area” si vuole tutto il “piano” (di Wef-Davos) per “omogeneizzare” (nel “calderone” dissolvente) paesi cosí differenti (per storia, società, cultura, usi, costumi, tradizioni, condizioni, etc.), altrove alcuni “punti” sono esclusi, o relegati “al margine”, perché vanno contro la coesione popolare e quindi la forza del paese – si veda, per es., il riscaldamento climatico e la transizione verde, una sanità troppo assassina, il prosequio della “kalergizzazione”, le “irrorazioni geoingegneristiche”, la Cancel e Woke Culture, Gender e lgbt+…, etc. –, e viene invece assunto ciò che serve a controllo e comando, e potenza – si veda la digitalizzazione spinta, la dilagante Int. Artif., il “denaro elettronico”, etc. (insieme al riciclo e affermazione delle precedenti “credenze”, a fronte del vuoto avanzante…).
La parola agli Stati e loro interrelazioni di potenza. Non si nega il capitalismo – dagli strati (subordinati) di piccolo e medio capitale, ai livelli maggiori, fino alle grandi concentrazioni –, ma si punta a situarlo nell’alveo statuale, in maniera che non lo contraddica, ma vi si accordi e vi concorra.
Perciò, No alla sua “mano libera” globale, appoggiato a una sola forza imperiale (e suoi diretti alleati), invece Sí alla sua collocazione nella “dialettica multipolare” (statual-capitalistica) mondiale: avanza il “Modo di produzione statual–capitalistico” – Mpsc.
E lo “stato critico permanente” del capitalismo nella sua presente fase? Non lo si risolve, ossia non se ne sciolgono le inerenti contraddizioni (interne ed esterne a ogni paese). Ma le si “smussa” – almeno per un certo periodo – nel riassesto “multipolare” verso cui si sta andando.
Sarà un “mondo di pace”? Non è questione di pessimismo e dell’opposto all’ottimismo: sono inevitabili le contraddizioni interne e gli esterni “attriti” interstatuali (politico-economici), il che costituisce una “spinta” anche a un diffuso “stato bellico permanente” – e si pensi che già ora, oltre alla guerra in Ucraina e al macello a Gaza e nelle terre limitrofe a Israele, sono circa ben 150 i conflitti aperti, di maggiore o minore “intensità”.
IV°
E IN ITALIA? – SIAMO IN PERICOLO?
IL “NODO”
Sí, lo siamo: lo sono questo nostro popolo e paese, ma non per le balle su “attacco russo…pioggia di atomiche”, bensí perché l’Italia, già in “stato critico permanente”, è trascinata nello “stato bellico permanente” e, nel contempo, nello scivolamento verso l’“evaporazione” (come “entità” storica, sociale, economica, culturale, anche etnica), tramite l’italico regime «corrotto (con «regime corrotto» va inteso un regime che applica interessi, direttrici, diktat “altrui” e non del paese su cui “comanda” – che poi sia vigente anche la corruzione in senso stretto, o legale, o “di straforo”, o poco- o non-legale, va da sé), con tanto di condimento dalla derisoria pantomima politico-mediatica del “contrasto” fra “destra” e “sinistra”.
Rendersene conto – per “scioglierlo”. Su che basarsi? Sul fatto che, a seguito delle mobilitazioni indicate (dal no-vax/no-Green Pass fino alla «Palestina libera») e della vasta opera di spiegazione e contrasto condotta “extra-media” (contro i diversi “punti” del “Piano”, e sulla guerra in Ucraina, e sul massacro in Palestina, e sulla situazione, sia in generale che in particolare), il discredito delle forze politiche e mediatiche (di regime) è giunto a emarginare anche il “contro-qualcuno” e “pro-meno-peggio” (che è comunque parte del “peggio”, ma che vale per sempre meno persone), mentre sale il distacco, fino all’ostilità, verso le stesse istituzioni (di regime), traducendosi nel non-voto crescente (oltre un “avente diritto” su due). È da rilevare che ciò investe anche i piccoli partiti provenienti dall’opposizione e resistenza – la sfiducia nel “sistema” e nella loro collocazione nel “sistema” stesso coinvolge anche questi.
Il che implica la crisi del “sistema elettivo-rappresentativo” (detto e ridetto democratico, mentre in realtà è liberale, di un liberalismo “allargato”, ma sempre tale) come modalità di consenso e di legittimazione per il regime stesso.
In Italia è davvero arduo, e controproducente, far altro che potenziare e organizzare tale “tendenza anti-regime”, poiché anche la tendenza al Mpsc non si imporrà certo “da sé, se non come “mano libera” al dominio delle oligarchie finanziarie sotto la stretta neo-totalitaria della “gabbia” oligarchie-UK-Ue, che intendono imporre questo loro dominio di “area”, attuato tramite gli Stati ridotti a uffici-operativi. E cosí sarà in Italia, dato l’italico regime “corrotto” – giunto a essere putrescente, fino ai suoi apparati e al suo “personale” istituzionale-politico, e mediatico, per cui quello italico è un regime che è già ufficio-operativo della “gabbia”.
Occorre capire – e far capire – che vanno ben compresi e uniti in un “tutto” tutti i “punti” del “piano”, e le sue “appendici” (riarmo, “attrito” bellico, etc.): per levarsi contro.
In proposito, va ricordato, e anzi ribadito, che è come minimo fuorviante, e infine perdente, accettare in qualche misura «lo stato di cose presente», conducendo istanze separate di “certe” modifiche o “miglioramenti”, individuati qua e là: magari anche “in sé” di rilievo, ma infine poco rilevanti, se non perfino (in caso di qualche successo) poi distorte e rivolte al contrario.
Il “nodo” è la Liberazione dell’Italia. Ossia la riacquisizione dell’indipendenza e autonomia del nostro paese. Perciò è indispensabile e ineludibile la fuoriuscita dall’Ue, e dalla Nato, e porre il nostro paese in una posizione di neutralità attiva.
Ma ciò – dev’essere del tutto palese – è impossibile senza “chiudere” con il regime vigente, strumento “altrui – superarlo, trasformarlo, eliminarne componenti e modalità…
A tal fine, occorre oltrepassare lo status franto e disperso esistente (e quasi sconfortante) nell’opposizione.
Riguardo ai gruppi tematici (sovente monotematici) e/o partiti(-ni), che i livelli di “operatività incisiva” di ambedue “non funzionino” dovrebbe essere evidente.
E occorre rendere chiaro chi intende davvero muoversi su/per quanto è indispensabile.
Perciò bisogna formare una “Centrale” di raccordo e orientamento – aperta e in fieri – per “collegare e combinare” forze, sviluppi, operazioni.
Senza, con ciò, voler eliminare le formazioni (maggiori, minori, minime) esistenti – il che, nelle condizioni attuali, non sarebbe possibile e anzi controproducente –, ma per raccordarle in quella che si può chiamare Organizzazione per la Liberazione dell’Italia.
Il “programma”? Vanno articolati i “no” ai “punti” del “piano” e alla situazione attuale, e sviluppi e argomentazioni vanno rinviati a giusta e opportuna sede (dalla neutralità attiva ai rapporti con la Russia e i Brics, al rinnovato ruolo nel Mediterraneo, al sostegno alla domanda e produzione interne – dall’agro-alimentare, al tessuto piccolo e medio, alla riacquisizione delle grandi unità produttive – nella moneta riacquista nostra, e riportando la banca a deposito di valore e funzione di investimenti, controllati, fino alla trasformazione di istruzione, sanità, apparati, e media…).
Chiarimento: ci si rivolge al nuovo blocco di classe (costituito dallo “schiacciamento”, oltre ai lavoratori dipendenti, di tanti strati e ceti: è la maggioranza della popolazione), contro l’espropriazione da proprietà-possesso-controllo dei mezzi di produzione, e l’espropriazione da istruzione e cultura, nonché e soprattutto l’espropriazione dalla decisionalità.
L’Organizzazione per la Liberazione dell’Italia si pone come democrazia in corso, e, come primo passo, rivendica a sé – all’insieme dei membri e partecipanti – la decisionalità – dal “basso” in “alto”.
E perciò va puntato a raggiungere “proporzioni definite”, di massa, e va mirato alla nuova Assemblea Costituente, per la nea politéia, cioè l’“altro-oltre” modo di far propria e condurre la comunità, e di vivervi.
E la strategia, e le tattiche – conseguenti e coerenti? Inutile e solo fantasioso trattarne qui: vanno viste nel contesto dell’opera della “Centrale” e nel processo di formazione dell’Organizzazione.
APPENDICI
1) Se quanto delineato e proposto non riesce a cominciare a venire recepito – almeno nelle linee generali e prospettive di fondo –, è del tutto prevedibile che non si potrà che andare, da un lato, alla ripetizione delle iniziative tematiche (e anche monotematiche) e, dall’altro, alla ripetizione dei tentativi di partiti, o similari gruppi, dell’opposizione, di presentare liste e riuscire ad avere degli eletti.
E non funziona per sbloccare la situazione – e neanche per “rianimarsi” da un certo riflusso, che è in atto, dopo le precedenti “punte” di attivismo
Be’, bisognerà vedere, ricordando comunque il detto di Aòbert Einstein per cui ripetere sempre gli stessi procedimenti e attendersi risultati diversi è follia.
Ma certamente lo vogliamo – e auspichiamo, che non sia così.
2) Da sottolineare un’insistenza a respingere l’uso del termine “Occidente”, invece adottato sia da parte dei sostenitori di Usa, UK, Ue, Nato, oligarchie finanziarie globaliste, sia dalla stessa parte dei critici e ostili – c’è anche Diego Fusaro che dice e ridice «Occidente…anzi Uccidente…», il che è senz’altro icastico, ma pur sempre fuorviante.
Perché? Perché (come già detto e argomentato diverse volte e in varie occasioni) “Occidente” non è né può essere una denominazione geografica (come già rilevato, Israele, il Giappone, le Filippine, l’Australia, la Nuova Zelandia, etc., sono “a occidente”? E la stessa Russia non è a stretto occidente di Usa e Canada?).
Con la denominazione “Occidente” si può solo intendere una sequenza storica, sociale, culturale, in cui il potere e le vessazioni, e i misfatti anche atroci, sono però sempre andati insieme alla loro critica – e “le armi della critica si sono tradotte spesso e volentieri nella critica delle armi” (detto parafrasando Karl Marx) –, nonché insieme a un’elaborazione propositiva e fattiva in tutti i settori e comparti. E dell’“Occidente”, infatti, fa parte a pieno titolo la Russia – e gli effetti e ricadute dell’“Occidente” si sono estesi, nel bene e nel male, nel positivo e nel negativo, a tutto il mondo, e lo hanno pervaso: questa è l’effettiva “globalità” (da non confondere con la “globalizzazione”).
Perciò l’uso invalso del termine “Occidente” è sbagliato, perché consegna ciò che è stato ed è l’“Occidente” all’imperialismo e alle oligarchie finanziarie globaliste – deprivandolo della valenza costruttiva che mantiene (e deve mantenere). E, poiché le parole sono evocative di immagini, cosí si ingenera una visione errata della ricchezza inesausta di ciò che è stato, ha elaborato, prodotto, creato, e continua ad avere la forza di elaborare e creare, l’“Occidente”.
Perciò questo uso – quello corrente, invalso – del termine va non adottato, ma va rifiutato, respinto.
Notare: pur in tutta l’estrema modestia del suo apporto, anche il presente testo, in buona sostanza, è…“Occidente”.
Firenze, ottobre 2025
MM
