Nea Polis

POST VOTO DEL 4 MARZO: SITUAZIONE ANCHE DIVERTENTE, MA CON RISVOLTO INQUIETANTE

Prendendo le dovute distanze (necessarie per una visione obiettiva della “foresta” e non solo dei “singoli alberi, macchie e radure”, e tanto piú per non fare i tifosi di calcio, per i quali la “squadra del cuore” ha sempre e comunque ragione, il che vale appieno per militanti e fans di ogni forza politica), la situazione italica post voto del 4 marzo scorso è nel contempo anche divertente (si fa per dire), ma con un risvolto inquietante. Impaniati, tutti, nei regolamenti e prassi, tattiche e manovre, accordi e disaccordi, etc., del sistema liberale oligarchico-rappresentativo (spacciato e accreditato da tutti come «democrazia elettivo-rappresentativa»), per cui il nuovo governo deve contare su una maggioranza nel meno di un migliaio di persone (i «rappresentanti») a cui si sono delegati gli elettori (poco meno di una quarantina di milioni!). Il che già serve a ostacolare, fino a negare la sola prospettiva obiettiva, in quanto posta “nelle cose”: il governo sull’accordo M5S e Lega. I programmi rispettivi in alcuni punti sono coincidenti, in altri compatibili, in altri “componibili”, e, di piú, le due forze hanno intercettato e raccolto il «no» popolare alle politiche fin qui seguite. È un dato di fatto, il resto è chiacchiera dall’inutile al dannoso. Anche le obiezioni sulle «coperture» (del «reddito di cittadinanza», dell’abolizione della Fornero, della riduzione delle tasse, etc.) dette «mancanti» (per cui una delle misure escluderebbe le altre) sono fallaci, se si ricorre alla sensata indicazione (di Borghi e Bagnai) sulla «cartolarizzazione» del debito statale (minibot in circolo per un centinaio di miliardi), trasformandolo da passivo in spinta a produzione, aumento di offerta e domanda solvibile.

E dunque? Nulla. Di Maio per il M5S pone il veto a Berlusconi e FI (o almeno ai piú legati a Berlusconi) per una maggioranza di governo (pur accennando a un qualche sí all’appoggio esterno, mentre non dice niente contro la Meloni-Fd’I, il che significa una possibile accettazione). Tale veto va ben compreso: Berlusconi-FI (anche lasciando perdere il “discorso” su accuse, processi, condanna, etc.) hanno sostenuto la suite di governi che hanno applicato quelle politiche le cui conseguenze sono state sonoramente bocciate (e Berlusconi meditava, pur spergiurando il contrario, un possibile accordo post voto FI-Pd, solo che … gli è andata male, mentre poi non disdegnerebbe un accordo di governo centrodestra-Pd). Perché mai, quindi, ri-accreditare lui e i “suoi” (almeno quelli piú “stretti”)? D’altra parte, Salvini per la Lega insiste sull’«unità del centrodestra» (del tutto fittizia, ma utile nel sistema elettorale esistente), perciò respinge il veto (mentre, però, esclude ogni accordo con il Pd, stoppando sottese mire berlusconiane). Ed ecco il presente blocco della situazione. Fin qui sono anche divertenti ciarle da pettegolezzi, dichiarazioni ispirate (da buffoni solenni), considerazioni dal vacuo allo strampalato, etc. che si susseguono sui media (tv e stampa). Ma c’è qualcosa di inquietante: l’insistenza di Di Maio per il M5S sul “forno” piddino per un possibile accordo di governo: non accredita FI ma ri-accredita il Pd! (La maggioranza sarebbe poco consistente, ma un po’ consolidata con il supporto di LeU, i due gatti della Bonino, etc.) I “capi” piddini lo respingono, però con varie aperture interne. È solo una tattica? (Per premere su Salvini-Lega e/o per mostrare a 5S ed elettori 5S provenienti dal Pd che le responsabilità stanno nel Pd.) O si sta levando un’ombra minacciosa? La pesante azione “amerikana” (non nuova in Italia dal dopoguerra in poi, e si pensi solo all’apporto anche di “regia“ che ebbero «Mani pulite»), come comincia a “girare in «rete» sul ruolo della Kelly Degnan (che già nel Kosmet serbo sostenne i terroristi schipetari dell’Uck contro il popolo serbo: vedi https://it.usembassy.gov/our-relationship/dcm/) per imporre all’Italia un «governo giallo-rosso» (M5S-Pd-Leu), mettendo all’angolo Salvini-Lega, “troppo filorussi”. E qui dal divertente si passa all’inquietante, quando tutti o quasi ribadiscono la fedeltà alla «nostra alleanza» (solito scambio di parole: è abietta subordinazione). Peraltro Di Maio per il M5S ha già preso nette posizioni pro Ue/euro/Nato, ribadendole in occasione dell’affaire-Siria (una «recita a soggetto», ma pur sempre un attacco inaccettabile e gravido di possibili pericolosissime conseguenze). È di ciò che si tratta? O è solo il fatto che Salvini per la Lega attende le regionali in Molise e in Friuli per avere un grosso successo leghista, e muoversi per essere lui a mettere all’angolo Berlusconi e ruolo di FI?

Si può soltanto seguire lo svolgimento in corso, i cui esiti diventano, tuttavia, ancora piú importanti, poiché vi si inquadrano anche le condizioni delle relazioni estere, e sulle eventuali possibili “ingerenze” (in primis di marca Usa, proprio mentre si ciarla di “influenze russe”).

MM

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