Nea Polis

CONTRO IL «REDDITO DI CITTADINANZA»

Io sono contrario, da sempre (cioè già da quando “aleggiava” in certi ambienti di «sinistra estrema» e poi da quando ho sentito questa proposta, che è lo “zoccolo duro” della propaganda dei 5S, non poi delle modalità di attuazione, perché si tratta della riforma dei centri d’impiego, unita ai corsi di formazione e all’offerta di 3 successivi posti, il cui rifiuto conclusivo comporta la perdita di tale «reddito», etc.), e per le seguenti ragioni: 1) non si connette a un effettivo piano di produzione-circolazione-consumo basato sul sostegno-potenziamento-rilancio del tessuto in primo luogo autocentrato (volto all’interno del paese); 2) dis- e mal-educa la “gente”, perché non fornisce una collocazione fattiva e sensata nel tessuto economico, ma solo una piccola retribuzione, con prospettive incerte; 3) si connette, invece, a discorsi tanto vaghi quanto dannosi, sulle “nuove tecnologie” (assunte come “neutre”, “progressive” in sé e per sé, e viste come “il lavoro che sarà un’altra cosa”), ossia a sostegno della riduzione costante della forza-lavoro viva (a cui è volto il grande capitalismo (liberale globalizzato) con il supporto del suo Stato, mettendoci via via delle “pezze”, sia temporanee sul lungo periodo, sia comunque subordinanti la forza-lavoro (e si sentono svolazzare anche le farneticazioni della Casaleggio & associati); 4) stabilisce una sorta di “retribuzione minima” di base, a cui tutto tenderà ad adeguarsi o a superarla in maniera contenuta; si collega al fatto che “esiste” nei maggiori paesi, confondendo con altre forme di sussidio e, a ogni modo, con una conduzione gestita nelle linee del grande capitalismo (liberale globalizzato) con il supporto del suo Stato.

L’ignoranza dei 5S, schiacciati su economia/economisti piú «volgare/volgari» (la costante riduzione degli addetti in proporzione agli investimenti è alla base della contraddizione globale indotta dalla fase del capitalismo detta «globalizzazione», quindi della condizione strisciante di crisi permanente, nonché della desertificazione, devastastazione, delocalizzazione), copre la subordinazione (oggettiva e/o soggettiva che sia) alla perpetuazione della presente fase del capitalismo, e dà conto della caduta di tensione verso i suoi «organismi», come appunto l’Ue/euro.

Ben diverso “discorso” e tutt’altra prospettiva è/sarebbe il sussidio di disoccupazione-sottoccupazione-inoccupazione connesso al piano di sostegno-potenziamento-rilancio del tessuto in primo luogo autocentrato, di cui sopra, che implica necessariamente la riacquisizione della nostra sovranità, e la protezione di tale tessuto. E mi fa piacere che anche altri esaminano la “questione” in modo simile.

MM

Da: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/01/reddito-cittadinanza-bagnai-vs-furfaro-sono-le-riforme-hartz-dare-pochi-soldi-alle-persone-con-il-ricatto/3424586/

Alberto Bagnai: «il reddito di cittadinanza proposto dal M5S? In realtà, è un reddito minimo garantito. E sapete cosa è? Sono le riforme Hartz, sono i mini-job, cioè dare pochi soldi alle persone, fissando al minimo il livello del salario di riserva, concetto che chi è a sinistra dovrebbe conoscere, con il ricatto». Così a Coffee Break (La7) l’economista Alberto Bagnaistigmatizza il reddito di cittadinanza, rispondendo all’esponente di Campo Progressista, Marco Furfaro, che invece si dichiara favorevole. «Il reddito minimo garantito», spiega Bagnai, «è il modello adottato dalla Germania per prima, grazie a un simpatico ministro del Lavoro, Peter Hartz, che era il responsabile delle relazioni industriali sindacali della Volkswagen e aveva una serie di interessanti hobby, come andare a trans coi sindacalisti. E lui ha imposto all’Europa un modello di svalutazione del lavoro». «Chi non ha lavoro come fa allora?», replica Furfaro. «Chi non ha lavoro ha un sussidio di disoccupazione e ha una casa finché non gliela togliete con la patrimoniale per finanziare il reddito di cittadinanza», ribatte Bagnai. Il docente universitario si sofferma anche sull’euro: «Se l’euro è solo una moneta, perché il capitale e i giornali del capitale la difendono cosí ferocemente? Ricordiamo la Grecia. Furfaro stava inL’Altra Europa con Tsipras. Cosa ha imparato Furfaro dal crollo e dalla umiliazione di quel paese? Ha imparato che l’euro è solo una moneta e che la Bce può mettere in ginocchio una intera popolazione senza rispondere a nessuno?».

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