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DALL’ORA LEGALE ALLA SCLEROSI MULTIPLA, CON UN (INSENSATO) PRO UE

Ho sempre avversato l’ora legale, quasi avvertissi la sua utilità solo nel rimbecillire la gente, o nell’ovviare ipocritamente a un difetto della natura, che in inverno, a molte latitudini, si permette di offrire meno ore di luce. Naturalmente, non starò qui a intestardirmi su questa posizione: è mia, e tanto vale. Per dirla tutta, a me ha sempre rotto, enormemente, diciamo, le scatole.

Oggi scopro che è in votazione, ad Asburgo, la questione di una «valutazione approfondita» dell’ora legale, che vede anche molti detrattori. Come sempre accade, sia i sostenitori, sia i detrattori si appoggiano a studi scientifici (!?), spesso controversi. Leggo l’articolo su «Repubblica» on line:

http://www.repubblica.it/cronaca/2018/02/08/news/strasburgo_vota_su_abolizione_ora_legale-188321160/?ref=RHPPRB-BH-I0-C4-P4-S1.4-T1

E scopro una posizione, dalla parte dei sostenitori, convinta, seria, rigorosa e attenta alla salute dei cittadini, che “copio e incollo”:

alcuni ricercatori affermano tuttavia che i benefici derivanti dall’avere un’ora di luce solare in piú al giorno superano di gran lunga le controindicazioni. La luce solare ha effetti positivi sull’umore e soprattutto sulla capacità del corpo di produrre la vitamina D, essenziale anche per il sistema immunitario.

Un’affermazione importante (e non starò qui ad affrontare quell’espressione abusata, «sistema immunitario», che dice tutto e nulla, che è certamente parziale e, come minimo, imprecisa: è ogni cellula del nostro corpo che agisce e reagisce, ogni batterio, ogni micobatterio, ogni microbio [come si dovrebbe dire], insomma), se non fosse che noto una contraddizione di dimensioni gigantesche, riferita alla vitamina D: la comunità (pseudo-)scientifica sostiene che la dose raccomandata di somministrazione non debba essere superiore a 600UI (dove UI sta per Unità Internazionale), perché, altrimenti, potrebbe risultare tossica. Eppure, si dovrebbe ben sapere che un individuo in maglietta e calzoncini corti, esposto al sole per 20 minuti, produce 10000UI di vitamina D, dose leggermentesuperiore a quella indicata.

Si potrà sostenere che somministrazione e auto-produzione sono due cose diverse, e allora è necessario calarsi nel campo dei rimedi per la salute (dire campo medico potrebbe essere fuorviante), e scoprire i risultati sbalorditivi di un medico (medico, eh!, e “ufficiale”, “ortodosso”, o come si voglia dire) brasiliano, il dr. Cicero G. Coimbra, il quale da alcuni anni cura moltissime malattie cosiddette «autoimmuni», con enorme preponderanza della «sclerosi multipla», tramite dosi massicce di vitamina D (egli parla genericamente di 10000UI giornaliere, ma pare che in certi casi mirati arrivi anche a 200000UI); e lo fa con tutte le accortezze necessarie, analisi frequentissime, visite e cosí via. Si parla, e sarebbero migliaia di casi, di arretramento costante della malattia, fino alla totale scomparsa dei sintomi e di “percentuale alta” di “non ricaduta” nel 95% dei casi (documentati). Queste caute espressioni significano semplicemente guarigione, termine che non può essere espresso se riferito a malattie considerate per dogma inguaribili (anatema!). Molti medici, sparsi per il mondo, dal Brasile all’Argentina fino all’Europa, si sono ormai aggregati a questo protocollo, e sarà utile sapere che ce ne sono un paio anche in Toscana.

Mi rendo conto che saltare dall’ora legale alla (possibile? probabile?) cura per la «sclerosi multipla» possa apparire un volo pindarico; d’altra parte si usano sempre gli schemi e i dogmi “istituiti” per qualsiasi argomento e, come sempre succede, le menzogne, le bugie, si screditano da sole, a lungo andare.

Per ben finire, l’articolista su «Repubblica» on line chiude con un’affermazione assolutamente non inerente al testo, ma che intende ben chiarire la sua posizione sul mondo: «in pratica, ogni argomento è buono per chi critica il centralismo dell’Unione [europea]».

SP

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