Nea Polis

DUE PROPOSTE DI VERA DEMOCRAZIA

Tra le tante “questioni” irrisolte, e per cominciare davvero e risolverle, il “nodo” principale è senz’altro quello della partecipazione e del potere decisionale del cittadino. Adesso la sovranità popolare è fortemente limitata, se non addirittura negata. Essa si concretizza, pur con immani forzature (vedi, per esempio, la scelta dei candidati, etc.), solo durante le operazioni di voto, dopo le quali il cittadino, avendo delegato tutto il proprio potere a dei «rappresentanti», è espropriato di ogni decisionalità, poiché non è piú in grado di influire su governo centrale, governi locali, amministrazioni, loro operato.

Partendo dall’esempio storico della democrazia reale dell’antica Grecia, del suo risorgere (pur contrastato) nelle repubbliche comunali, nella Comune di Parigi, nei consigli formatisi e riformatisi nella storia, nelle 20 repubbliche partigiane create nella Resistenza, fino ai comitati popolari che si costituiscono tutt’oggi su e per le tante “questioni” da affrontare, sono state elaborate due possibili proposte – una da portare avanti in ambito comunale e una da portare avanti in ambito regionale –, che mirano a riportare e attuare questo impianto nel quadro della nostra Costituzione, la quale, in tal senso, non pone nessun vero limite ed effettivo impedimento (al di là di quanto i vari “esperti” prezzolati ne possano dire).

Disposizione comunale

Disegno di legge regionale

È questo un primo passo concreto per indicare e attuare la democrazia reale, nel senso vero del termine: potere del popolo, nell’interesse del popolo, esercitato direttamente dal popolo».

Contro l’attuale non-democrazia vigente, nella completa incostituzionalità e quindi illegalità delle istituzioni occupate, che permette il potere della «classe politica» – «classe politica» che perciò straparla a ogni pie’ sospinto, sbrodolando il termine «democrazia», per ribadire il proprio potere –, con tanto di partiti al suo seguito, e dell’oligarchia sociale e finanziario-economica di cui la «classe politica» è espressione, nell’abietta subordinazione a potenze estere e «organismi internazionali» (fra cui l’Unione [anti]europea, con i suoi diktat, la Bce, l’euro), voluta e perseguita per mantenere e accrescere ricchezze e privilegi, nella devastazione del nostro paese e nella rovina della gran parte del suo popolo.

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