Nea Polis

I FATTI DI MACERATA

«Tanto tonò che piosse»: vecchio detto fiorentino. E, a forza di assecondare (accogliere e in parte anche applaudire) l’immenso flusso migratorio, ci siamo arrivati: alla pioggia battente. Da una parte, gli immigrati, solo in parte molto ridotta «aventi diritto», situati in massima parte o nel loro sfruttamento selvaggio, o nel campare a scrocco (mentre però vi “fanno borsone” coop ed enti d’accoglienza), o nell’illegalità e/o microcriminalità diffusa, in un afflusso che continua a crescere, solo ben poco ridotto dalle «misure Minniti» (e già perciò pesantemente attaccato da tanti “progressisti” e “sinistri”). Dall’altra parte, la popolazione autoctona (sperando che anche il termine non venga colpito con reazionarismo, razzismo, fascismo, etc., del «politicamente corretto»), spezzettata fra il “sí, va be’, ma non troppo”, “sí, ma non nel mio giardino”, “ma si faccia qualcosa, c’è gran degrado”, “ma ora no, sono troppi”, “ma basta, non se ne può piú” e altre variazioni sul “ventaglio” del tema: dato che l’afflusso-stanziamento si situa nel dissesto in pieno atto (al di là delle chiacchiere di governo e parte dell’oligarchia dominante) dell’assetto politico, economico, sociale, culturale, civile del complesso della nostra popolazione, compresi, anzi in prima fila, lavoratori e classi subalterne. Tale contesto tutti o quasi lo chiamano, con sguardo tanto saputo quanto vuoto, credendo di dire chissacché, «fenomeno epocale» (e ci si oppone a un «fenomeno epocale»? Cioè come le librazioni dell’asse terrestre, o le glaciazioni, o gli spostamenti di gruppi umani nomadi o seminomadi dalla preistoria agli albori della storia), Ma non lo è per niente. Lo ripeto ancora una volta (dato che nessuno sui media vi fa neanche un accenno di sfuggita): è stato previsto, voluto, programmato dagli esponenti delle potenze politico-statuali ed economico-capitalistiche, con “corteggio” di economisti, fin dagli anni novanta, ed è una delle ricadute della (fase del capitalismo detta) «globalizzazione», con gli «organismi» preposti, come l’Ue e la sua moneta (e Nato sottesa), che ha portato alla guerra economica mondiale intrecciata al seguito di guerre guerreggiate, con devastazione e desertificazione di intere aree e paesi, su cui si è inserito il business del «microcredito» all’emigrazione («maxi» su scala di massa) e l’azione di organizzazioni criminali (spesso vicine a quelle islamiche o islamiche esse stesse), con il condimento delle comunicazioni internet, che mostrano i «paesi avanzati», europei in particolare, l’Italia nello specifico, come «regno del bengodi», aperto e accogliente (basta arrivarci, anche rischiando la pelle).
Ma quelli dei potenti sono, al solito, i classici «conti senza l’oste»: la (fase del capitalismo detta) «globalizzazione» è sempre piú ingestibile, e gli organismi» preposti, come l’Ue/euro, danno segni di sgretolamento di fronte alle reattività delle popolazioni autoctone nonché di parte delle oligarchie dominanti, volte a trovare un altro assetto. E poiché il complesso politico-culturale (culturale in senso molto debole) denominato “sinistra” si è “schiacciato” – in un suo interno “ventaglio”, dall’assenso esplicito a quello sotteso, fino all’assenso nei fatti, coperto da critiche e insulti – sulla (fase del capitalismo detta) «globalizzazione», quindi su Ue/euro (e Nato sottesa), dunque sulle sue ricadute, compreso l’enorme flusso migratorio, l’utilizzo di contraddizioni e reattività degli autoctoni va “a destra”. Compresa la destra piú “estrema”, ossia facinorosa, delinquenziale, criminale. E cosí la pioggia si è intensificata: al crimine atroce (la ragazza fatta a pezzi e buttata via in due valige) di cui pare si sia macchiato un immigrato (per ora pare: va visto meglio, compresa la presenza o meno di complici), è corrisposto il crimine di un nazifascista (sparando a caso su immigrati «di colore»). Ambedue “casi estremi” di due pazzi, ma  punte dell’iceberg della situazione disastrosa. E non si fermeranno né le reattività né la loro assunzione “a destra” (peraltro piuttosto soft, secondo programmi e dichiarazioni, e certo non volta al “cuore” della “cosa”: non c’è un attacco chiaro e deciso a «globalizzazione» e suoi «organismi»), gridando (stoltamente e falsamente), come si fa “a sinistra”, che “è colpa di Salvini”: come se le reattività crescenti dipendessero da chi le coglie e le usa politicamente, e bastasse non parlarne, e dire che si va per il meglio per eliminarle.

La pioggia aumenta e, senza adeguate comprensione e adozione di misure necessarie (anche se non piacciono “a sinistra”), diventerà torrenziale.

MM

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