Nea Polis

La confusione (a esser buoni …) di Marco Bersani

Oligarchia europea/Sovranismi nazionalisti: un’altra strada è possibile, in

https://www.italia.attac.org/index.php/europa/10841-oligarchia-europea-sovranismi-nazionalisti-un-altra-strada-e-possibile).

Rimando chi voglia a leggersi tutto il testo. Ne evidenzio passi qualificanti, e che lo qualificano … Dice Marco Bersani: «Lo scontro in atto fra il governo giallo-verde italiano e l’Unione europea è sintomatico dell’avvitamento in atto della democrazia. È infatti uno scontro tanto acceso quanto privo di conflitto politico reale»: ma di che c…osa parla? È del tutto «reale» lo scontro, che, certo, rimane nel contesto capitalistico, però è fra la linea alla totale subordinazione di Stati, paesi e popoli al grande capitale transnazionale, speculativo-globalizzato (a cui è funzionale l’Ue, in quanto «organismo» preposto) e la linea di riconduzione a una gestione di Stato piú autonoma, volta a dare alcune risposte ai maggiori disastri dell’esistenza popolare, provocati da tale subordinazione (situandosi nella tendenza in corso al superamento della fase del capitalismo, durata finora, detta «globalizzazione» e, quindi, degli «organismi» a essa preposti). E perché mai è un «avvitamento […] della democrazia»? Non è motivato: si può solo dire che la democrazia è “altro” dai sistemi liberali, ma questo è un altro, importante, “discorso”, che non ha a che fare con le affermazioni del Bersani.

Ancora: «nessuno dei contendenti mette in discussione le politiche liberiste […;] tale è il segno della flat tax e del “sussidio di sudditanza”»: ma che c…osa dice? La riduzione della vessazione fiscale, finora destinata ad andare, per via diretta e indiretta, agli imperativi del grande capitale transanazionale & Ue è subordinazione al liberismo? (Questo risibile nomignolo: va detto liberalismo sul piano economico.) Perché? E perché non “va bene” un sussidio di disoccupazione, sottoccupazione, inoccupazione? E perché è «di sudditanza»? Offesa gratuita. Certo, siamo sempre nel contesto del modo di produzione dell’economia politica (questa è la denominazione precisa del capitalismo), in cui si è, comunque, subordinati al funzionamento capitalistico, ma allora andava meglio la «sudditanza» alla piú nera miseria e mancanza di prospettive, a parte precariato permanente di lavoretti e lavorucci, e/o “lavoro nero”, e/o emigrazione?

Bersani continua. La totale occupazione dello spazio politico da parte del conflitto establishment/sovranisti [è dovuto al]la sconfitta della Grecia, [che] è servita a chiudere la strada a ogni ipotesi di trasformazione sociale e politica, basata sull’abbandono delle politiche liberiste e di austerità» dell’Ue. Ri-eccoci alla piena incomprensione (o distorsione …) di chi non capisce come c….avolo stanno le “cose”. La «sconfitta della Grecia» è l’esito del tradimento di Tsipras e Syriza, che hanno voluto tale sconfitta (avrebbero potuto rivolgersi altrove, per esempio alla Russia, e denunciare «trattati», debito, diktat), e tale tradimento con le sue conseguenze ha evidenziato la necessità di un’autonomia statale: senza autonomia di decisione e attuazione non si può fare niente di significativo (tantomeno una rivoluzione, che si dà in ambito nazionale, vedi Marx), e questo scontro per piú autonomia è fattivo. Mentre usare il termine (critico-spregiativo) di «sovranismo» dimostra ulteriormente “chi è” ’sto Bersani.

Continua: «per chi in odio ai tecnocrati europei rischia di simpatizzare per i razzisti nostrani e per chi, indignato da questi, continua a pensare come rassicuranti gli oligarchi di Bruxelles …». A parte il termine di «razzisti», quindi l’accusa di «razzismo», ossia l’adesione a quei facinorosi reazionari anti-italiani che sono gli “accoglientisti” (“senza se e senza ma”, “W le Ong”, “no borders”, etc.), Bersani si pone anti-“sovranisti” e anti-“pro Ue”. E che fare? «Senza piazze in movimento nessun approdo sarà possibile»: piazze di chi e di che (di piddioti e “sinistri” e forzidioti? Perché queste sono le «piazze» presenti e future)? E «approdo» a che?

Ecco: «serve una dimensione europea? La risposta, spiacevole sia per chi, da destra, pensa che il mondo sia fatto di diseguaglianze [etc.], sia per chi, da sinistra, pensa che il ritorno ai confini nazionali renda meno difficili esiti rivoluzionari, è SI». Quindi, Bersani vuole l’Ue, è per l’Ue, è con l’Ue. Dunque con quello che comporta? C’è bisogno di «una dimensione perlomeno continentale [… e] una visione internazionale che la supporti. L’attuale Unione Europea risponde a queste necessità? Qui la risposta è decisamente plebiscitaria, NO». Dunque, sí all’Ue, no all’Ue: trasformiamola. E come no! E stando contro i pro-Ue e contro i «sovranisti». Con chi? Con il «Quarto polo» del Prc, De Magistris & altri, che si prepara? Con il residuo striminzito PaP? Con … bho! E a fare … mha! O continuare a sproloquiare, portando qualche cucchiaio d’acqua (non molto di piú) all’incomprensione rimbombata delle “cose” e ai reazionari diffusi (troppo!) nel nostro paese.

CB

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