Devo tornare, per onestà intellettuale (“merce rara” adesso, forse anche perché di intelletto si vuole averne poco), sulla “cosa” di oggi, 27 settembre. Dalla superficie: non è uno «sciopero» – che è rivolto contro una controparte, per costringerla a cedere, o scendere a trattative, o a rafforzarle, mentre non è questo il caso, essendo d’accordo i massimi «organismi» sovranazionali e i “potenti della Terra”, a meno che non si prenda come controparte “padri e nonni”, Greta dixit (o le fu fatto dire: denuncia semplicistica e fuorviante). Ma, anche cosí, e difficile impostare un tavolo di trattativa … Si tratta di una «manifestazione» (per parteciparvi è stato indetto il cosiddetto «sciopero»), anzi di una serie di «manifestazioni». Senz’altro di numeri massicci, e sul piano globale. Entusiasmo! Milioni di persone, con grancassa favorevole di (quasi) tutti i media (qualche distinguo, però secondario), con il supporto di allarmi su scioglimento dei ghiacci, avanzata dei deserti, cifre percentuali (temperature, acque, etc.), e sentenze di autorevoli scienziati, e cosí via. Milioni di manifestanti: “prendiamo e facciamo prendere coscienza” – del «cambiamento climatico», del «riscaldamento globale», del disastro totale prossimo venturo -, “si faccia qualcosa ora e subito!”, come, arrabbiata e piangente, Greta dixit ai “potenti della Terra”. Milioni di manifestanti proprio perché si è contro tutti e contro nessuno. Dell’italico neo-governo «giallo-grigio» (come lo chiamo: «giallo» dei «sindacati gialli» e «grigio» dell’antica divisa degli spazzini) Greta non può lagnarsi: dall’“elevato” (sí, da ex-levare, toglier via) Conte è stato solennemente dichiarato il Green New Deal nel nostro paese.
Come ho già detto e come sa chiunque si prenda la briga di informarsi (senza stare a ingurgitare il rimbombo dei media “ufficiali”) è un’operazione montata, preparata, lanciata da quegli stessi “potenti della Terra” (ossia le centrali del grande capitale transnazionale e le grandi potenze che le supportano) che hanno devastato, e devastano, suolo e sottosuolo del pianeta, inquinano in maniera massiccia, saccheggiano risorse non ricostruibili, sfruttano e opprimono, ed escludono, miliardi di esseri umani – “è il capitalismo, bellezza!”, e per la precisione il capitalismo della sua fase detta «globalizzazione» -, ma (è ovvio per chi – ben pochi! – sa qualcosa dell’essenza del capitalismo) la massa di profitto estratta e accumulata (questa è la sostanza della «crescita», agognata e perseguita da tutti) non trova ulteriori investimenti capaci di sostenere i livelli (tassi) di profitto fin qui ottenuti: perciò le tendenze alla «recessione» (crisi) e, già prima e durante, le acrobazie speculative della componente finanziaria del grande capitale. Ed eccoci ì alla sostanza: lancio di un’operazione-business di circa 100.000 miliardi (dollari o euro), che (è sempre ovvio) a) ha il fine di aprire nuove vie di accumulazione di profitto; b) aggiungerà devastazione, oppressione, sfruttamento, esclusione – sul piano globale e interno di gran parte dei paesi del mondo – a quelli già esistenti (perché è il business, il profitto, che conta: sveglia!); c) con l’“operazione-Greta” può procedere nel consenso entusiasta – anzi d’identificazione con Greta – di grandi masse della popolazione, specie giovanile..
Come ho già detto, ma va ripetuto, chi crede di dare a tali «manifestazioni» diversi contenuti, piú o meno (raffazzonati) “anti-capitalistici”, illude e si auto-illude: se si parte da premesse errate (che mistificano la sostanza) si giunge a conclusioni insensate. Si partecipa solo alla costruzione del consenso di massa a quanto sostanzia l’“operazione-Greta”. È però da mettere in evidenza il “modo d’essere” delle masse dei manifestanti: piace sfogare l’ira contro “ciò che non va”, scontrandosi con tutti senza tema di scontrarsi con nessuno, e stare «tutti insieme appassionatamente» – ecumenismo, ripreso dalla Chiesa. L’“operazione-Greta”, con il cretinismo” e i tanti “gretini” che ha prodotto, è, finora, riuscita appieno – potenza dei “potenti della Terra”, dei loro apparati mediatici, del “sistema” dell’istruzione al loro servizio (en passant: da noi serve anche ad accreditare le manovre ad hoc dello sconcio governo «giallo-grigio»).
Ma allora, mi si può dire (voce malevola o sciocca), sei contro la lotta per l’ambiente? Sono per la salvaguardia dell’ambiente e il ripristino del territorio, per la ricerca e messa in atto di produzioni e modalità di esistenza non devastanti e non inquinanti, ma affermo che ciò non avverrà per niente se in mano al neo-business dei “potenti della terra”, bensí se, e solo se, si imboccherà tutt’altra “via”, e su questa si potrà non concorrere al «cambiamento climatico» (ricordando però che il clima è mutevole, come attestato da dati geologici, biologici, paleontologici e storici: quando ancora non c’erano produzioni di anidride carbonica, deforestazioni, inquinamento, etc.). E pongo qui un “nodo” ineludibile: la crescita esponenziale dell’umanità con interrelata spinta a conseguire gli standard di vita dei «paesi avanzati», connessi al tipo di produzione e di tecnologia che a tali standard ha portato (tipo energivoro, saccheggiante risorse, sostituibili e insostituibili, di ambiente e territorio), è quanto porta a scontrarsi – un urto frontale – con l’ambiente, il clima, la natura del pianeta. E questo è un “nodo” immenso e tremendo, che non viene alla luce, tantomeno con l’“operazione-Greta”: è la crescita degli esseri umani, con l’annessa spinta indicata (quella crescita che fa vociare all’“insufficiente natalità” in paesi come l’Italia), che è parallela e interconnessa alla «crescita» del capitale infinita e indefinita. Che tutti vogliono, in primo luogo i “potenti della Terra” che hanno varato l’“operazione-Greta”.
MM