Nea Polis

Movimento delle sardine. E cervelli da sardina.

Mica male il neo-movimento comparso a Bologna (contro la manifestazione leghista al palazzo dello sport il 14 novembre)! Movimento delle sardine. I cui aderenti affermano di non volerlo essere. Stile. Via Internet pur insieme a un po’ di volantinaggio, con un appello-rendez-vous in P.za Maggiore: un“discorso” divertente-irriverente che rimanda al “serio” (come già inaugurato da certi guitti e maneggioni …). Contenuti. “No a Salvini!”. Ossia, “fermiamo” lui e “i suoi”, la Meloni e gli altri del centrodestra. Ora si replica a Modena e poi altrove in Emilia Romagna, ma senza dimenticare la Toscana (a Firenze il 30 novembre). E quindi: “arginiamo Salvini e l’ondata di destra”, e cosí via. Per … il “per” non si sa. I promotori ci devono ancora pensare, dato che affermano di essere non-partitici, anche non-/o poco-politici – ma, essendo anti-Salvini-Lega, un contenuto politico c’è -, però intanto hanno registrato il logo. Esaltati dai “giornaloni” pro Pd-governo Conte bis, che hanno addirittura smentito i promotori-organizzatori “sardineschi”, i quali hanno dichiarato «6.000 partecipanti» (e gli organizzatori, si sa, “gonfino” sempre un po’ le cifre), per dire “almeno 15.000” manifestanti. Ed esaltati da Zingaretti e Pd: “la sinistra torna nelle sue piazze”, anche se i capi-“sardineschi” hanno vietato simboli partitici. Ma basta il “no Salvini”. Anzi avanza, proprio per la mancanza di contenuti propositivi.

Infatti, il Movimento delle sardine sorge pro centrosinistra in Emilia Romagna (e altrove), dunque pro governo Conte-bis e connesse giunte regionali e locali. E allora – se è pur legittimo combattere Salvini-Lega & Meloni-Fd’I e gli altri, ma esprimendo obiettivi e linee contenutistiche -, in attesa della rivelazione (divertente-irriverente-“seria”) dei contenuti “sardineschi”, al momento si deve dedurre che promotori e aderenti delle sardine da un lato assorbono la grancassa mediatica dell’antifascismo senza fascismo (che esiste solo nel martellamento dei media e nelle farneticazioni iper-minoritarie delle ultra-ridotte teste facinorose di centri sociali e antagonisti vari, capaci soltanto di scontri e danni), dall’altro ritengono che “va bene cosí” con un governo che è il commesso di Ue/euro/globalismo, che non solo non risolve ma peggiora i disastri della situazione socio-economica italiana (ivi comprese disoccupazione, sottoccupazione, inoccupazione, mancanza di prospettive in primo luogo per i giovani), che vuole aumentare il flusso migratorio nel nostro paese, che aumenta la spremitura dei cittadini (mentendo spudoratamente su “tasse ridotte” quando le accresce di oltre € 6 miliardi), che cosí conduce a livello regionale e locale la sua gestione (con tanto di cricche e cordate di “interessi” e “interessati”, e code di “liste d’attesa”). Da aggiungere che è ben probabile che fra le sardine non manchino quei “gretini” che hanno aderito alla truffa globale dell’«operazione Greta» (che, come sa chiunque si prenda la briga di informarsi un po’, maschera sotto il presunto «riscaldamento globale» – smentito da centinaia di scienziati non-prezzolati – il massiccio inquinamento e la devastazione delle risorse di suolo e sottosuolo, e occulta le responsabilità delle centrali politico-statuali ed economico-capitalistiche, le quali infatti varano e sostengono l’«operazione», nuova via di profitti e oppressione e sfruttamento).

Però – si dirà -, nel Movimento delle sardine “vi sono studenti e laureati, alcuni con doppia laurea …”: il che attesta unicamente che la scuola, dalle elementari all’università, è diventata precisamente l’istituzione dell’«insegnamento dell’ignoranza», della distruzione delle capacità cognitive, dell’avviamento al piú bieco “pecoronismo” rispetto ai media, alle mode, allo status quo. Le sardine del Movimento delle sardine si dicono non-sardine, ma esprimono un … cervello da sardina. Porteranno un po’ d’acqua al mulino (rotto) di Pd, centrosinistra, governo Conte-bis, ma non muteranno la situazione – solo concorrendo a cementare le incapacità cognitive di altri ancora, giovani in particolare, dunque concorrendo a far danni. E, per chi dà credito alla fisionomica (che pur qualcosa indica), basta guardare la faccia del capo-promotore-“sardinesco”, visibile in “rete” …

Resta una rilevazione importante da fare: come inaugurato a suo tempo da quello poi divenuto il M5S, c’è una «crisi di rappresentanza» che investe le formazioni politiche del tutto appiattite sulla gestione dell’esistente, che, in Italia, è pro oligarchia (politica, economica, sociale, culturale) interna connessa, intrecciata e subordinata con quella estera, e c’è, perciò, un’aspirazione – confusissima ma c’è – ad “altro”. Per cui c’è terreno per possibilità nuove e “altre”. Solo che, senza teoria e visione adeguata, si finisce solo per rendere queste “novità” funzionali a “ciò che c’è”, bruciando anche queste pur confuse istanze. Il M5S docet. Il che vale ancor piú, e fin da questo suo inizio, per i cervelli da sardina del Movimento delle sardine.

MM

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