Nea Polis

PER CAPIRE LA PROPOSTA DEI MINIBOT

Il minibot, spauracchio d’Europa

Padoan contro Borghi

Doppia valuta in Italia

Minibot: strumento geniale per porre fine alla follia-euro. Bruxelles trema.

Euro e Minibot: la proposta mette in crisi Bruxelles

Il minibot, spauracchio d’Europa

(Da: http://www.ilgiornaleditalia.org/news/economia/890534/Il-minibot–spauracchio-d-Europa.html)

Bruxelles cerca di stoppare l’idea; il fautore, Claudio Borghi:: «non è una moneta parallela, ma ci metterà nelle condizioni di non sottostare a ricatti quando ridiscuteremo i trattati». «L’euro è l’unica valuta prevista nell’Ue e una moneta parallela sarebbe contraria al Trattato». Cosí la Commissione europea bocca la proposta. Borghi, responsabile economico della Lega, ne ha diffusamente parlato e spiega che i minibot non sono neanche un’idea nuova, ma che «fa parte di tutta quella serie di espedienti affinché non si faccia la fine della Grecia qualora arrivassimo al potere».

 

Padoan contro Borghi

(Da: https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN1G61AS-OITTP)

I minibot proposti sono nei fatti una moneta parallela all’euro e la loro introduzione danneggerebbe il bilancio italiano. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commentando il progetto studiato da Claudio Borghi, il quale propone: i miniBot sono titoli con cui lo Stato paga i debiti verso imprese e persone fisiche. La Lega propone di usarli per pagare le imposte, alcuni servizi pubblici e privati. «Serviranno per pagare le tasse ma circoleranno anche al posto della moneta, per esempio per pagare il benzinaio perché il debito pubblico in realtà è risparmio degli italiani». Invece, secondo Padoan i minibot sono «un’ipotesi di circolazione monetaria parallela mascherata e l’esperienza storica ci dice che, in questi casi, un paese che adotta la doppia circolazione monetaria peggiora drasticamente le proprie finanze pubbliche, la possibilità di crescita e stabilizzazione». Al contrario, Borghi sostiene che, «mettendo in circolo con i MiniBot 70-100 miliardi», sia possibile dare «una spinta alla crescita del Pil del 2,5-3%» e aggiunge: «la nostra filosofia di mettere in circolo denaro è il contrario di quello che ha fatto Monti».

 

Doppia valuta in Italia

(Da: http://it.euronews.com/2017/09/22/doppia-valuta-italia-minibot-borghi-aquilini-dacrema-euro)

Via libera all’introduzione di una valuta parallela, i cosiddetti «MiniBot», ovvero titoli del debito pubblico di piccolo taglio e immediatamente spendibili da privati e imprese. È questa la proposta della Lega. L’idea, coniata dal responsabile economico Borghi, è allo studio da tempo. Permetterebbe di aggirare il divieto di coniare nuova moneta previsto dai Trattati e, nelle intenzioni di Borghi, di abbattere parte del debito pubblico. «In caso di dura negoziazione con l’Europa», dichiarato, «darebbe all’Italia l’arma sufficiente per dire che se le cose non vanno come diciamo noi allora tanti saluti, non siamo ricattabili come la Grecia. [L’Europa] può bloccare l’arrivo dell’euro in Italia tramite le banche, ma non può bloccare i MiniBot». I MiniBot proposti da Borghi sono titoli di Stato del valore nominale 5-10-50-100€, senza tasso di interesse né scadenza, utilizzabili per il pagamento dei debiti che ha accumulato il paese nei confronti di imprese e persone fisiche. Sarebbero utilizzabili al posto del contante per pagare le imposte, ma anche alcuni servizi pubblici. Immediatamente trasferibili al portatore, andrebbero a coprire una cifra di 70-100 miliardi, ovvero equivalente al contante circolante in Italia (il debito pubblico complessivo supera i 2.300 miliardi di euro), e sarebbero utilizzabili con la stessa facilità dei buoni pasto.

 

Minibot: strumento geniale per porre fine alla follia-euro. Bruxelles trema.

(da: http://www.ilpopulista.it/news/30-Agosto-2017/17941/Minibot-l-esperto-strumento-geniale-per-porre-fine-alla-follia-euro-bruxelles-trema)

La proposta fa proseliti e mette in crisi gli euroburocrati. «A Bruxelles stanno sbattendo la testa contro il muro: non sanno come contrastare una proposta geniale come i Minibot», dice Carlo Botta, esperto di dinamiche di mercato, commentando l’idea lanciata da Claudio Borghi di emettere Buoni del Tesoro di piccolo taglio, in forma cartacea, da utilizzare come strumento in grado di agevolare l’uscita dall’euro. Scongiurando ritorsioni in stile Grecia degli euroburocrati.

Perché i Minibot la convincono?

Sono uno sgambetto ai potentati di Bruxelles, i quali difficilmente troverebbero il modo di ostacolare l’iniziativa. È uno strumento intermedio per il rientro alla normalità. Personalmente non parlerei di «uscita dall’euro»: è un concetto che per i non addetti alla macroeconomia può generare l’ansia dell’incognita.

Non hanno controindicazioni?

No, consentirebbero di sottrarre l’Italia a eventuali ricatti tipo Grecia. Con 2-3 miliardi di emissioni di titoli di Stato sul mercato, “lorsignori” possono manipolare lo spread rendendo meno appetibili i titoli italiani, e Draghi potrebbe avere o meno la facoltà di chiudere i rubinetti, non comprando il nostro debito e lasciandoci senza contanti. Con i Minibot questi pericoli sono scongiurati. Inoltre, nel caso, si potrebbe ricorrere a Bancoposta, svincolato dal controllo della Bce. Andrebbero studiati accuratamente a livello grafico e di pezzatura, in modo da potersi sovrapporre, anche cromaticamente, alla moneta. Un po’ come il gettone telefonico che valeva 200 lire. Nel giro di poco tempo diventerebbero un mezzo di scambio per gestire i mesi necessari al rientro alla normalità.

Parla di ritorno alla normalità, nel senso che l’euro è un’anomalia?

Normalità è quanto accade nei restanti 200 sistemi monetari al mondo. L’unico in cui viene applicato lo stesso tasso fisso e le stesse regole in paesi con 18 disoccupazioni diverse, è appunto la follia-euro. Comunque credo che sarà l’euro a uscire da noi, piú che noi dall’euro.

Vede l’implosione della moneta unica come inevitabile?

Un’inflazione a zero con tasso a zero significa che non esiste margine di manovra. L’austerity ormai è strutturale, non c’è futuro in questo sistema. Laddove l’euro imploderà, dovremo fare i conti con macerie molto gravi. Dobbiamo uscire da questo disastro prima che crolli il tetto, e i Minibot rispondono esattamente a questa logica. La genialità di Borghi sta nel tutelare l’Italia da eventuali leve di attacco e di ricatto che abbiamo visto attuare in Grecia, ma anche a Malta e in altri paesi.

Si aspettava la reazione dei vertici europei, affrettati a precisare che nulla può affiancare l’euro?

Credo che da qualche giorno nei palazzi di Bruxelles girino come dei robot, sbattendo la testa contro il muro come macchine impazzite, non sapendo come fermare un’iniziativa di questo tipo.

Lei, esperto anche di marketing e manipolazione mediatica, com’è possibile che le tesi no euro siano tuttora criminalizzate?

Da una parte abbiamo poche voci fuori dal coro, come Claudio Borghi o Alberto Bagnai. Dall’altra, in Europa, abbiamo multinazionali che schierano i migliori esperti di marketing, con il risultato di manipolare non solo la comunicazione ma la coscienza di massa. Facendo in modo che alcuni termini vengano associati a un’idea sbagliata, rendendo normale l’anormale e l’anormale normale. Prendiamo «sovranità»: dovrebbe evocare la normalità e invece appare come una bestemmia.

Come si può affrontare la sfida con questa disparità di mezzi?

Anzitutto per spiazzarli, per vanificare il loro lavoro di semina, occorre utilizzare termini nuovi, in modo che nella memoria dell’utente un determinato vocabolo non richiami concetti negativi: come il fatto che la «sovranità» sia roba da populisti. E si crea una nuova consapevolezza. Alla frase «uscita dall’euro», come dicevo, l’utente associa una moltitudine di commenti negativi, naturalmente messi in circolo dai pro-euro. Per questo motivo parlerei semplicemente di rientro alla normalità.

 

Euro e Minibot: la proposta mette in crisi Bruxelles

(da: http://www.ilpopulista.it/news/29-Agosto-2017/17901/euro-e-minibot-l-economista-la-proposta-della-lega-mette-in-crisi-bruxelles.html)

L’idea di Claudio Borghi è «senza controindicazioni, geniale e soprattutto fattibile. Nessun trattato ne vieta l’attuazione. Perciò l’establishment Ue è preoccupato». «Segno che la proposta di Borghi lo sta mettendo in crisi», spiega Fabio Dragoni, imprenditore ed economista che, insieme al prof. Paolo Becchi, ha stanato Berlusconi sul tema, il che forse ha segnato una cesura rispetto all’“europeismo” (ed “eurismo”) di certi esponenti di FI.

Dragoni, se l’aspettava questa reazione dei vertici europei?

La vicenda ha avuto risonanza continentale. Ma è in atto una mistificazione, paragonando i Minibot a seconda moneta. Quest’ultima è giuridicamente inattuabile, trattati alla mano; il sillogismo è che anche i Minibot lo siano. Ma sono titoli di Stato cartolarizzati al portatore. E non esistono motivi per considerarli non conformi. Perciò la proposta di Borghi mette in crisi l’establishment.

I detrattori cosa obiettiano?

C’è chi dice che aumenterebbe il debito pubblico, ma è falso. E  chi dice che verrebbero svalutati non essendo denaro contante: io farei incetta di Minibot pagandoli l’80% del loro valore facciale, sapendo di spenderli per fare benzina per un importo del 100%. Chi utilizza i buoni-pasto per il 70-80% del loro valore? No, le persone coi buoni pasto fanno la spesa, non esiste un mercato secondario. E cosí sarebbe per Minibot, accettati da tutti. Ci sono stati 15 giorni di dibattito acceso sui social, ma la proposta ha superato questo stress test perché regge sotto il profilo economico. Dicono che sostanzialmente sarebbe un’elusione dei trattati comunitari. Nella sostanza, ma non nella forma.

Quali sono i vantaggi dei minibot?

Lo Stato paga immediatamente i creditori. E lo fa con titoli utilizzabili anche per il pagamento di imposte, contributi e benzina, etc. Questo farebbe sì che i Minibot diventino strumento ordinario per il pagamento, dato che chiunque accetterebbe uno strumento con cui fare benzina.

Sono uno strumento per uscire dall’euro?

Emettendo i Minibot con l’euro circolante e senza violare i trattati, di fatto verrebbe già messa in circolo la valuta cartacea da utilizzare immediatamente in caso di uscita dalla moneta unica. Consideriamo che per stampare nuova valuta occorrono dai 6 ai 9 mesi. Sicuramente senza Minibot sarebbe molto piú difficile uscire dall’euro. Alla nuova valuta, in un secondo momento, sarà ovviamente attribuito un nome diverso. Indipendentemente dal fatto che si esca o meno dalla moneta unica, lo Stato avrebbe trovato il modo per mettere in atto una compensazione fiscale nei confronti dei suoi fornitori. È un’operazione “win-win”, senza controindicazioni, geniale.

È per questo che ai piani alti di Bruxelles manifestano preoccupazioni?

Hanno capito che la proposta non è stoppabile, se non cambiando i trattati. E la Commissione Ue non può forzare la mano a tal punto contro un paese sovrano convinto di seguire questa strada.

La questione dei Minibot segna anche una svolta per le politiche della coalizione di centrodestra?

Berlusconi ha aperto alle proposte della Lega, nero su bianco. A questo punto non appaiono distanze siderali. A meno che il leader di FI non si rimangi quello che ha scritto.

Resterebbero solo dei dettagli tecnici da definire?

Berlusconi sarebbe favorevole a una situazione anni novanta, in cui l’Italia aveva la lira e l’ecu, come la Germania e la Francia. Ma l’ecu non è mai comparso nel portafoglio: era una valuta virtuale che serviva ai controlli dei cambi tra le monete, perché la Germania ha sempre avuto la preoccupazione che la lira non si svalutasse troppo: una lira svalutata faceva bene al nostro export e alla nostra industria e male alla loro. Io farei la firma per tornare a un contesto simile, anche perché per sganciarsi da una situazione di cambio piú o meno imbrigliato basterebbe un decreto.

Ovvero?

Nel 1992 siamo usciti dal sistema monetario europeo, dopo aver bruciato miliardi e miliardi di riserve in oro per tenere il cambio fisso, attraverso un decreto. E sempre attraverso un decreto la Repubblica Ceca ad aprile ha lasciato fluttuare liberamente la sua corona rispetto all’euro, senza preoccuparsi del cambio fisso. Se per doppia moneta su intende un sistema simile a quello lira-ecu …

 

1 Commento

  1. nea-polis (Autore Post)

    Minibot e terrorismo reazionario. Fermo restando che io sono per a) la denuncia subitanea dei trattati dell’Unione (anti-)europea (e, per noi, anti-italiana), b) il ripristino immediato della lira come moneta nazionale (e la moneta «di conto»? Si era usato il dollaro, si può continuare, oppure l’euro, o altro ancora: non ha importanza in sé, serve per l’interscambio estero), c) la connessa messa sotto controllo di banche e depositi bancari (controllo dei capitali, impedendo “ritiri” di capitali ad libitum, e imponendo anche dei tetti, provvisori, ai ritiri ai bancomat et similia), ed evidenziando che ciò si accoppia a d) accordi di import-export bilaterale (con una serie di paesi, compresa la Russia, le cui «sanzioni» vanno gettate nel cestino, per le materie prime carenti e altro) insieme al e) diretto intervento pro produzione interna (volto anche a salvaguardare e/o riassumere i “nodi” strategici per la nostra autonomia), che comprende i) aumento del potere d’acquisto (domanda solvibile) sul mercato, unito ii) a pesante de-esazione (volta a supportare il tessuto di medie, piccole, piccolissime imprese e artigianato, e all’agro-alimentare, nonché alla messa in atto di una possente operazione volta alla salvaguardia e ripristino di territorio e ambiente, insieme a un piano di manutenzione ordinaria dell’assetto urbano e interurbano), e tutto questo garantirebbe la piú che piena occupazione (e tralascio qui l’accoppiata con una politica estera “tutt’altra”). E fermo restando che f) un progetto del genere si avvia finanziandolo in deficit, tuttavia dovendo constatare che si è, allo status, ben lontani da tutto ciò (come e consapevolezza diffusa, e posizioni delle forze politiche) … le scelte individuali sono: o I) ci si ritira come «osservatori» (è pur sempre dignitoso), o II) si prende posizione per ciò che piú si accosta alla direzione indicata. E il primo passo che piú ci si avvicina è la proposta dei minibot. «Il resto è silenzio»? (Come dice l’Amleto shakespeariano morente.) No, c’è il fragore del terrorismo dei reazionari, per perpetuare il rovinoso «stato di cose presente».

    Tale è (ma è solo un esempio) quanto sbrodola in Il boomerang dei #minibot il sito «keynesblog» (https://keynesblog.com/2017/09/05/il-boomerang-dei-minibot/), indicato, con annessi interrogativi in merito, da Tiziano Cardosi. Be’, chi vuole vada a sciropparsi i 15 punti “critici” elencati; io mi limito a rilevarne la complessiva imbecillità (se non si vuol parlare di truffa), toccandone alcuni, come il 3. per cui, emettendo i 70 miliardi di minibot, allora «la Bce in un comunicato avverte che i minibot non possono essere considerati moneta a corso forzoso; trattasi di titoli che le banche potranno valutare come qualsiasi altro asset ai prezzi di mercato»: ma l’emissione dei minibot basati sul debito presente dello Stato italiano, e garantiti dallo Stato stesso, saranno del tutto accolti dalle banche (del resto, pena pesanti conseguenze per esse …), e di ciò che dice la Bce … chi se ne fotte? O il punto 4., per cui allora «i mercati anticipano il rischio di un’uscita dell’Italia dall’euro e lo spread incomincia a salire. La situazione peggiorerà di giorno in giorno, mentre si riaffaccia lo spettro del 2011»: ma lo spread del 2011 fu una manovra prettamente politica, non condotta dai “mercati” in sé, mentre la misura dei minibot si baserebbe sul “salto avanti” della produzione-circolazione-consumo interni, con avviso ai creditori (in primo luogo interni, in secondo luogo esteri) che gli interessi saranno cosí pagati (e, di fronte a maggiori pressioni degli esteri, si può aggiungere “a tempo e comodo”, e al tasso che “noi” decidiamo). Altre minacce della Bce, quindi dell’Ue, vengono evocate, e un clima da tregenda, vedi il punto 10., per cui allora «i titoli bancari subiscono un tracollo dietro l’altro in borsa», senza aggiungere che basterebbe un qualche decreto di controllo (su banche e borse nostre) per vanificarle tutte, almeno al nostro interno, che è ciò che conta. Il sito “keynesiano” non riesce nemmeno a essere … keynesiano: perché le misure (dette) «keynesiane» non esistono senza propria moneta, controllo interno, gran piano produttivo, e senza protezione di tali misure. Infatti, si veda anche il pari clamore che si è levato in questi giorni. e continuerà a levarsi, del tutto vanamente, contro l’ascesa, a partire dagli Usa, di elementi di «protezionismo», bestia nera dei filo-fase (del capitalismo detta) «globalizzazione» e «organismi» preposti, come appunto l’Unione (anti-)europea e la sua Banca centrale e la sua (per noi) sciagurata «moneta comune», e connesse devastanti ricadute. Ma tale fase va al suo superamento e cosí l’Ue & annessi e connessi: i terroristi propagandistici ne vogliono la perpetuazione, sono quindi dei retrivi, nemici, per quanto ci riguarda, del nostro popolo e paese. Compresi i falsi ““keynesiani” del sito «keynesblog».

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