Nea Polis

QUALCHE CENNO SUL PRESENTE

Ecco alcune questioni, che potranno essere approfondite, ma che si inquadrano perfettamente nel trend dominante.

Renzi annuncia una finanziaria di 36 miliardi di €. A vantaggio di chi? E da dove le risorse? Due interrogativi correlati, dato che ad avvantaggiarsene non saranno i lavoratori: non hanno già avuto gli € 80? Certo, solo una minoranza e, con l’insieme delle misure che il governo si appresta a varare, quei soldi serviranno per elementari bisogni di sussistenza. Altro che incentivo alla crescita, come annunciava Renzi, come se a chi stenta a tirare avanti si aprisse il paese di Bengodi! Insomma, una partita di giro – in passivo –, dove con una mano si mette in tasca un po’ di spiccioli e con l’altra si toglie piú di quanto incassato.

A Terni è fallita la trattativa: perché (chiedeva Airaudo in parlamento) il governo si preoccupa tanto degli interessi della Thyssenkrupp e tanto poco di quelli dei lavoratori? Risulta che il governo avrebbe presentato un piano di trattativa inaccettabile per i lavoratori, rinviato al mittente dai sindacati metalmeccanici di Cgil, Cisl, Uil. Dopodiché Renzi avrebbe rimesso la trattativa alle parti interessate. Conclusione: «Acciai Speciali Terni» («Ast») mette in mobilità 550 lavoratori, annunciando tagli per € 100 milioni l’anno e la rinegoziazione dei contratti aziendali. Dopo la chiusura dell’altoforno «Lucchini» di Piombino, l’annunciata chiusura della «Marcegaglia Buildtech» di Taranto e di Sesto San Giovanni, un altro duro colpo al settore siderurgico italiano. Era inevitabile? Fin dal 2012 la finlandese «Outkompu» aveva avanzato l’offerta di acquisto di «Inoxum», di cui fa parte l’«Ast». A fronte dell’opposizione della Commissione europea, che paventava un eccessivo concentramento del settore nelle mani dell’azienda finlandese a scapito della concorrenza, l’«Outkompt» aveva proposto l’acquisto della sola «Ast». A questo punto la «Thyssenkrupp», dopo tergiversazioni, si era rifatta avanti, tenendosi l’acciaieria, che ora, solo 8 mesi dopo, sembra intenzionata a ridimensionare, se non a mettere in liquidazione.

Mentre in parlamento si trascina la stucchevole telenovela del fallimento nell’elezione dei due membri della Corte costituzionale mancanti, si è parlato anche di promuovere il rientro dall’estero dei capitali indebitamente esportati. Sembra di capire che, piú che una manovra per il recupero di somme sottratte al fisco dai grandi evasori, si tratti di una “pulizia” di quei capitali: pare che le penalità saranno irrisorie e vi sia un occhio di riguardo perfino per i depositi nei «paradisi fiscali», che potrebbero continuare a rimanere dove sono – basterebbe dichiararli.

Dove trovare i 36 miliardi di €? = Circa 72 trilioni di vecchie lire, cioè 72 seguito da 12 zeri! Ma dai tagli alla «spesa pubblica»! E non si tratta di colpire i tanti enti inutili, né i gravami di una burocrazia, peraltro ingombrante e superstipendiata, etc. No: tagli all’istruzione, a Comuni e Regioni, che taglieranno i servizi: una nuova tassazione imposta a chi le tasse già le paga, e da sempre.

Perfino ai menager addetti al territorio in Liguria sono stati dati aumenti-premio per la “qualità dell’impegno”! E appena prima dei disastri (annunciati), di cui poi ci si rammarica e se ne cercano capri espiatori: come se i responsabili non fossero evidenti! Ma non c’è da stupirsi, quando si pensi che è stato chiamato a un’università romana il capitano Schettino, sotto processo per il naufragio della Costa Concordia (oltre 30 vittime), per una lezione sulla «gestione del panico». Che avrà detto tanto relatore, che, vista la mala parata, si è messo prontamente in salvo con alcuni ufficiali, lasciando i viaggiatori disinformati e sgomenti? È ovvio! In caso di pericolo, scappate a gambe levate, ognun per sé! E meno male che l’università cui si deve tale levata d’ingegno si chiama «Sapienza»! Forse neanche Orwell sarebbe arrivato a tanto.

Intanto la Grecia affonda a -6,3%! Oggi (16 ottobre) la notizia è data in prima pagina da «Il Sole-24 ore», quotidiano della Confindustria, e dal «manifesto»: per gli altri è un fatto da segnalare all’interno, piuttosto avanti nella fogliazione e in sordina. Anche la borsa di Milano era a -4,44%. La Germania però fa la voce grossa anche con Parigi, sorvegliata speciale, assieme all’Italia: il mantra, per Berlino, resta l’equilibrio di bilancio – la crescita, sentenzia, non si ottiene «firmando assegni».

E mentre si apprende che gravi danni, e vittime, a seguito delle piogge di questi giorni si sono verificati anche in Maremma, a Trieste, a Parma, e in chissà quanti altri luoghi, si è calcolato che la messa in sicurezza del territorio ligure costi circa € 300 milioni, pari, piú o meno, all’entità dei danni subiti. I soldi però non ci sono, o meglio, quelli che verranno stanziati non basteranno: il solito pannicello caldo, che serve a governo & co. per pararsi di fronte al paese. Ma se si lasciassero perdere un po’ di spese inutili, anzi dannose, come, per es., l’acquisto degli F35 – che, oltretutto, non sono neppure sicuri –, quante bonifiche sarebbero possibili?

Infine una breve considerazione. Renzi ha allontanato il commissario alla spending rewiew Ciccarelli, perché non se ne fidava, non potendolo controllare come voluto. Ciccarelli è tornato al Fondo monetario internazionale, donde era venuto, ed è preposto al controllo della situazione italiana. Ruoli invertiti: il controllato è diventato controllore e viceversa. Senza certo fare alcun tifo per Ciccarelli, una domanda: Renzi sa quello che fa? L’impressione che navigasse a vista non è di ora, ci si chiede però se abbia chiari i suoi stessi interessi. Il che è inquietante, perché, se cosí non fosse, l’imprevedibilità del Nostro sarebbe assoluta e ci dovremmo aspettare tutto e il contrario di tutto.

CB

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