Nea Polis

SPIGOLATURE ITALICHE …

Ci potrebbero essere risparmiate espressioni insulse come quella del ministro dell’Ambiente Galletti, in visita a Peschici, una perla del Gargano travolta dal maltempo: “cose di questo genere non devono piú succedere!”. Ma con chi se la prende, se non con l’incuria di un territorio esposto a danni incalcolabili per fenomeni atmosferici per nulla imprevedibili. E le ciance altisonanti e vuote di senso sembrano una prerogativa di questo governo: si pensava di aver toccato il fondo nel ventennio precedente, ma Renzi dà dei punti a Berlusconi. Snobbando il convegno di Cernobbio, salotto buono di imprenditoria e finanza, prima frequentato assiduamente dai politici (Tremonti in testa), oggi solo da figure di secondo piano, come la ministra Giannini o il commissario alla spending review Cottarelli  la prima messa all’angolo, il secondo congedato , Renzi è andato all’inaugurare una rubinetteria nel bresciano, dove, ha detto, vi sono persone che si rompono la schiena. Anche costoro si faranno imbonire a lungo da chiacchiere declamate con sicumera? Pare che alla festa dell’«Unità» i “compagnucci” si spellassero le mani per applaudirlo. Che avrà mai detto? Una delle sue ultime banalità è l’affermazione stentorea che “il merito è di sinistra, il talento è di sinistra”, come se qualcuno, di qualsivoglia angolazione politica, avesse mai sostenuto di non volerne sapere di ambedue.

Intanto, scontri di potere senza risparmio di colpi, non solo dentro il Pd: Marchionne licenzia Montezemolo (con € 27 milioni di buonuscita!) e si occuperà di persona della Ferrari. Quotare in borsa Fiat-Chrysler (ora FCA), comprendendovi la Ferrari, vuol dire far salire parecchio le quotazioni, dunque c’è da aspettarsi che la Ferrari  nonostante le assicurazioni di Marchionne  diventi “amerikana”: un altro glorioso pezzo dell’industria nostrana che se ne va.

Nel frattempo, tutti i membri del consiglio regionale emiliano indagati per scialacquio di denaro pubblico a fini politici: non si salva neppure il rappresentante dei 5S! Eppure l’indagine era partita da una loro segnalazione. Nel Pd si mette l’accento sulla coincidenza fra l’iniziativa della magistratura e il taglio a ferie e stipendi delle toghe annunciato da Renzi: “giustizia a orologeria!”, lamentano i piddini, usurpando il vituperato slogan di Berlusconi, con cui si trovano anche su questo in sintonia. Il tempismo dell’iniziativa dei giudici pare sospetto, tanto da indurre un quotidiano a pubblicare: La riforma della magistratura si farà contro i magistrati.

Sembra assodato però che delle indagini si sia avuta notizia a seguito di una richiesta da parte degli avvocati dei due candidati emiliani alla presidenza della Regione: forse si cercava conferma della loro estraneità a pendenze giudiziarie. Soffermiamoci sulla questione: risulta che gli € 4.000 di spese folli, suddivisi nei mesi di riferimento, ammontino a € 200 al mese, per spostamenti nella regione e vitto: non siamo al livello di Batman, lo scialacquatore laziale! Emerge almeno il sospetto di uno scontro tra magistratura e governo. Ma, mentre Richetti si è ritirato dalla corsa alla presidenza del Consiglio regionale, affermando di voler preservare cosí l’unità del partito, il suo antagonista, pure piddino e indagato, ha dichiarato di non ritirarsi finché non sia dimostrata la sua colpevolezza. Tale difformità di comportamenti è frequente nel Pd: in altre Regioni e al governo non mancano indagati in attesa di giudizio, talora  pare  anche già dichiarati colpevoli, ma in attesa di sentenza definitiva (i gradi di giudizio sono tre). E se è auspicabile che «non solo Cesare ma anche la moglie di Cesare siano immuni da sospetto», è incontestabile che spetti agli inquirenti il compito di dimostrare la colpevolezza di un indagato, non a questi di dimostrare la propria innocenza. Il Pd però è nelle peste sulla questione. Dopo vent’anni di antiberlusconismo e di leva sui giudici per regolare pendenze politiche, il giocattolo gli scoppia in mano: molti si aspettano che per coerenza si adegui a quanto ha ribadito e ritiri gli inquisiti dalla corsa. Se no darebbe ragione a Berlusconi.

Un bel dilemma! Ma la questione piú straniante per chi si orienta sui parametri di destra e sinistra, è lo scenario internazionale: Berlusconi, con i quotidiani della cosiddetta destra, si schiera con Putin e contro la politica Usa-Ue e della Nato, tanto che Sallusti sul «Giornale» avrebbe potuto scrivere come uno del «manifesto» (sola voce extra-coro nella cosiddetta sinistra): un’analisi asciutta e puntuale sulle responsabilità occidentali, Usa in testa, e sulla subalternità Ue. Non serve evocare l’amicizia di Berlusconi per Putin o altre amenità. Tutta la cosiddetta sinistra, politica e mediatica, è schierata con l’“America” e la Nato. E non molti decenni fa sfilava gridando: «fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia!». Se si dubitasse ancora che non ha piú senso parlare di destra e di sinistra, ecco la riprova. Grande è il disordine sotto il cielo  parafrasiamo il vecchio Mao , ma, a differenza di quanto sosteneva, non va bene niente!

CB

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