E poteva mancare Berlusconi? Alla «tre giorni» di Milano, organizzata dalla Gelmini (in contemporanea alla renziana «Leopolda»), metteo anche lui in mostra le sue forze (anche qui con altro afflusso, opposto macomplementare a quello renziano, di centri di «interessi e interessati», di gente “in lista d’attesa”, di seguiti di illusi e tifosi), promettendo da parte sua (in concorrenza con Renzi) golose “infornate” elettorali: dall’estensione a € 1.000 delle pensioni minime alla riduzione delle tasse («tassa piatta», ossia un tetto in percentuale unico, che avvantaggerebbe tutti, ma, com’è evidente, soprattutto redditi superiori e massimi, e profitti), arrivando al no allo ius soli, però nelle condizioni attuali … Il tutto porterebbe a un grande rilancio della «crescita» italica: sarà quella sui Berlusconi batte e ribatte, la «rivoluzione liberale» … Come se non si fosse già in pieno liberalismo: ma Berlusconi intende (e certo non dice) maggiore “mano libera” non solo rispetto alla burocrazia (che, e questo è vero, è il “modo d’essere” dello Stato italico, opprimente in quanto dispotica e demenziale), ma soprattutto da “lacci e laccioli” all’ulteriore scatenamento degli animal spirits del capitalismo, anche “straccione”, anche para-legale o illegale. E Berlusconi strizza l’occhio all’«antipolitica» (cosiddetta), distorcendola come promozione della «società civile», il che si traduce nell’idea della “chiamata” al governo di personaggi non direttamente “addetti” alla politica, ma comunque membri del resto dell’oligarchia (economia, istituzioni, forze armate, come la boutade sul generale dei carabinieri Gallitelli come possibile futuro premier).
Anche Berlusconi proclama la «vittoria sicura del centrodestra», mentre individua come avversario principale il M5S e non Renzi-Pd-r(renziano) & sinistra: sottesa e appena verniciata da solenni dinieghi, la mano libera per le eventuali «larghe intese» con Renzi & co. E attacca nel complesso il M5S con il refrain del «populismo» e «incapacità», in particolare la stessa persona del premier-capo politico designato del movimento, Di Maio: i 5S “sono tutta ‘gente’ come Di Maio, che non ha mai combinato nulla, che quindi non sa far nulla, né negli studi né nel lavoro, ed ecco, perciò, i veri politici di professione”. Diffamazioni da trucido retrivo, non foss’altro perché il “sistema” dell’istruzione e formazione è andato in rovina nell’«insegnamento dell’ignoranza» e perché gli sbocchi lavorativi si sono chiusi grazie alle politiche (di attuazione del liberalismo sul piano politico, economico, culturale) condotte dal seguito dei governi sia del centrodestra, come i suoi, sia “misti”, come quello di Monti, sia del centrosinistra, come quello già di Prodi poi di Renzi, etc.). E anche Berlusconi afferma “meno subordinazione all’Ue”, senza dare precisazioni piú concrete.
Un insieme di omissioni, distorsioni, falsità: ancora e sempre altre fake news, con tanto di ovazione di rito da “gente” che non è “da piú” della claque renziana.
MM