Nea Polis

LIBERI E UGUALI …

Costituita questa formazione “di sinistra”: nome ripreso da Liberté, Égalité … della Rivoluzione francese. Manca Fraternité (dirsi «liberi e uguali» e «fraterni» era ridicolo). Ma il motto sigla la nascita (produzione politica) dello Stato-nazione moderno («in senso proprio», dopo i prodromi in Olanda e in Inghilterra). Il terzo termine è rimasto vacuo, come attestano rivolte e rivoluzioni successive in Francia. Invece i primi due termini erano (e sono) reali: libertà personale sui diritti civili (con la loro negazione effettuale: la libertà di uso della proprietà, capitale in primis, priva chi non lo ha della libertà di proprietà-possesso-controllo dei mezzi di produzione e lo subordina a chi li ha) e uguaglianza di fronte alle leggi (in astratto: i “trattamenti” concreti sono poi diversi “secondo le possibilità”, cioè le proprietà). E i termini definiscono dei capisaldi del liberalismo. Insieme a quanto si tace, sia il supporto di economia politica ed economisti (“addetti” a spacciare l’economia politica=capitalismo come «L’Economia» in sé, e il suo motore, profitto e accumulazione di capitale, e le sue tecniche, come scientifici), sia la strutturazione dello Stato su forza organizzata e burocrazia dei ministeri, e legittimazione dell’oligarchia e «alternanza» delle sue frazioni con il “sistema” elettivo-rappresentativo, spacciato da «democrazia».
Ecco la “stella” di «Liberi e uguali», sotto padri fondatori quali D’Alema (fautore della «flessibilità»=precariato, del “sistema” elettivo-rappresentativo ancor piú strozzato dal maggioritario, della subalternità alla Nato e del bombardamento di Belgrado), Grasso (esecutore delle misure dei governi susseguitisi, illegittimi perché non eletti e basati su un parlamento illegittimo, eletto su una legge elettorale illegittima), Bersani (sostenitore delle «liberalizzazioni sono di sinistra»: sí, della sinistra liberale), con personaggi quale Fratoianni al seguito di Vendola (che rientra in campo) su cui solo no comment, Civati di «Possibile» (dalle prospettive impossibili: basti ricordare il suo apprezzamento per un figuro come Prodi), Speranza, con cui … non c’è speranza (di “altro”, da quanto si configura). Intanto Rifondazione (quanto ne resta …) sta per conto suo (per far che? Al piú per giocare un suo qualche ruolo qua e là, in seguito). È chiaro (o dovrebbe esserlo) che, mentre il «Campo progressista» di Pisapia è solo un supporto al Pd-r(renziano), per recuperare consensi nel bacino elettorale a sinistra, «Liberi e uguali» è una partedella sinistra che, invece, prende le distanze dal Pd-r(renziano) per non essere travolta dal suo sfascio. E poi? Con un po’ di seggi nel futuro parlamento … si vedrà.
E soffermiamoci sulle critiche estese fra “persone attive” a sinistra. Sintesi: questa “roba” non è di sinistra, ci vorrebbe un “discorso” davvero di sinistra.E cosí ci si frega. Il “segno” del Pd-r(renziano) è l’applicazione del liberalismo (=capitalismo e suo Stato, e sua ideologia operativa) della fase della «globalizzazione»-Ue/euro (con Nato sottesa)-sue ricadute. Pisapia & «Campo progressista» supporta il Pd-r(renziano) e quindi quanto rappresenta, ma anche «Liberi e uguali» sorge e si muove sul liberalismo. Lo attesta quanto in ambedue i campi si pone come essenziale (meno in quello di Pisapia, piú in quello di Grasso-D’Alema-Bersani): abolizioni e/o“correzioni” di misure disastrose per i consensi (ilJobs Act, l’allungamento dell’età di pensione, etc.) e volontà di misure marginali (piaccia o non piaccia) per la maggioranza della popolazione (come il «testamento biologico») o a cui è contraria (come loius soli), ma coerenti con il dispiegamento del liberalismo. Questo è il punto: la sinistra è questa! Dopo un secolo e mezzo di fallimenti (rispetto a premesse e promesse dichiarate), e di funzionalità al dispiegamento del liberalismo (=capitalismo e suo Stato, e questa sua ideologia operativa), fare appello alla “sinistra di sinistra” significa non aver capito. Questo (dalle già inviate Tesi in 7 punti): i partiti si sono dispiegati secondo la loro essenza (e tutti i partiti, in potenza e/o in atto, sono “pezzi” dello Stato, cioè dell’asse portante del modo di produzione vigente). E i partiti di sinistra hanno inglobato (fine ’800-primi ’900) il movimento originario dei lavoratori e delle classi subalterne, riducendone a ideologia astratta istanze ed elaborazioni connesse, e hanno spinto avanti «progresso» e «modernità» (=capitalismo, suo Stato,sua tecnologia) in forme diverse (variante “orientale”, presa Stato e fusione con il partito; variante “occidentale”, partecipazione a gestione dello Stato esistente), ma funzionali al “sistema” e, grazie alle basi popolari, piú efficacemente della destra. Perciò è fuorviante l’appello alla ideologia astratta (e “sinistra”: sempre piú confusa). Occorre riallacciarsi al movimento originario dei lavoratori e delle classi subalterne (ed elaborazioni connesse), nello storico “fiume carsico” della democrazia (che non è il “sistema” liberale a «oligarchia elettivo-rappresentativa»), la cui messa in atto può attuare il socialismo possibile. È questa la sola possibilità per andare verso “altro” e “oltre”.
MM

Immagine in evidenza:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6b/Pietro_Grasso_2.jpg

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