Alcune necessarie annotazioni e sottolineature sul T.t.i.p., il Trattato di «libero scambio» Usa-Ue. Se, come peraltro appare scontato, tale accordo andrà a “buon” fine, le conseguenze saranno rilevanti e, del tutto prevedibilmente, negative sulla nostra economia e non solo per la nostra.
È da mettere in evidenza una delle conseguenze deleterie: la maggior tolleranza – se non la rimozione totale – di divieti, limiti, cautele all’utilizzo di sostanze come pesticidi, ormoni, O.g.m. (organismi geneticamente modificati), antibiotici come promotori della crescita, e perturbatori endocrini, nonché plastica da imballaggio, e quant’altro tutte nocive per l’organismo umano (e degli altri esseri), come lo sono, in primo luogo, appunto gli alimenti animali e vegetali trattati con O.g.m. Ora, anche volendo prescindere dai rischi per la salute (il che comunque non è poco …), che vantaggio ne trarranno, per esempio, gli agricoltori, costretti ad acquistare ogni anno le sementi – costosissime , dato che quelle di derivazione O.g.m. non sono riutilizzabili perché sterili?
E gettiamo l’occhio fuori da casa nostra, e anche fuori dall’Ue: quale impatto avrà tale scelta a livello planetario? Data l’importanza e peso delle economie Usa e Ue, le maggiori del mondo nel loro insieme e mercati di massimo primato, altri paesi saranno certo costretti – da pesanti pressioni – ad accodarsi a questa direttiva: come pare sia già avvenuto in Corea del Sud e a Taiwan, e come si sta cercando di fare (v. fonti Internet) in Giappone, Australia, Thailandia e come, è del tutto probabile, si verificherà ovunque a cascata. È solo questione di tempo: ed è prevedibile che i tempi non saranno lenti.
Per non parlare dell’Africa, ai cui paesi le multinazionali avranno buon gioco di imporre accordi bilaterali nel quadro e sull’esempio di quanto “matura” tra Usa e Ue magari con l’assist dell’amministrazione Usa (e, forse, la benedizione Ue). Le conseguenze saranno proficue per le industrie, specie per le multinazionali, la maggior parte americane – come la Monsanto, “fiore all’occhiello” dell’agroalimentare e prima produttrice mondiale di O.g.m.
Sembra che qualche resistenza da parte di comitati e di alcune organizzazioni contrarie si stia manifestando anche negli Usa: resta da vedere quanta voce in capitolo avranno i cittadini dissidenti della «piú grande democrazia del mondo». Considerato, inoltre, che le multinazionali sono proprietarie dei brevetti per la produzione di O.g.m., ne deriva che stabiliranno anche i prezzi delle sementi e i costi delle merci: con quali conseguenze per le economie locali e dunque anche per la nostra, tornando in Italia è facile immaginare.
Insomma, si configura un business colossale per l’industria altro che rilancio del made in Italy! (con buona pace dei proclami pubblicitari di Renzi) , accompagnato dalla caduta vertiginosa della sicurezza alimentare e della salute pubblica, lasciata allo sbaraglio, senza protezione.
E questa è l’Ue, e questi sono i rapporti con gli Usa, e questa è la subordinazione all’Ue, e questa è la subalternità agli Usa: ecco che cos’è “l’Europa indispensabile”, “l’Europa irreversibile”, “il piú Europa”.
CB