L’annessione della Crimea alla Russia è cosa fatta. Tre quarti degli aventi diritto (nonostante il boicottaggio degli oppositori) al referendum del 16 marzo, il 96,6% a favore, feste a Sebastopoli e altrove con bandiere e inno russi: «torniamo a casa!». Ma Usa e Ue dichiarano il referendum «illegale e illegittimo», il «risultato non riconosciuto»: viola «l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina», la «Costituzione ucraina» e l’«aderenza» agli «standard internazionali». E annunciano sanzioni contro la Russia, già dal prossimo G8 (il “concerto” dei paesi di maggior “peso economico” del mondo) fissato a Sochi in Russia, che dovrebbe diventare G7, senza la Russia, e tenersi a Londra, e prospettano “congelamenti” di capitali e affari russi in Occidente.
Da notare che simili appelli al «diritto internazionale» non sono stati fatti, portando solo alcuni esempi, per le secessioni nella ex Jugoslavia, fino a quella del Kossovo dalla Serbia – con tanto di bombardamenti della capitale Belgrado, a cui partecipò l’aviazione italiana (sotto l’allora governo D’Alema) –, né per le guerre “amerikane” in Iraq, Afghanistan, fino all’attacco contro la Libia, e cosí via (guerre a cui hanno partecipato e partecipano forze italiane). E simili appelli ancora meno valgono per la Crimea, una regione russa da tempo, con radicata storia russa alle spalle, che non intende aderire all’Ue. Peraltro, è qui la base storica della flotta russa nel Mar nero, di evidente importanza strategica – e sempre in quest’area e nell’est dell’Ucraina si trovano importanti “stazioni” di trasporto del gas russo. Si pensava che la Russia si facesse sottrarre questi “nodi” strategici senza fiatare, in ossequienza agli «standardinternazionali»? La Russia di Putin – come ha già fatto con la Georgia della cosiddetta «rivoluzione arancione», che le voleva sottrarre l’Ossezia – ha “rotto le regole”, fatte apposta perché cosí “il banco vince” (le “regole” sono quelle degli «organismi internazionali» a dominanza Usa e potenze maggiori strettamente alleate, che le seguono quando fa loro comodo e contro gli altri, ma pretendono di imporle a tutti) e …ha rintuzzato almeno parte dell’attacco. E, su questo, ha vinto.
Questa è la sostanza. E qui veniamo all’establishment italico (intendendo, con questo termine anglico, gestori dello Stato, «classe politica» con partiti al seguito, media nel loro complesso).
Che la neoministra degli Esteri, la Mogherini, abbia subito detto che anche l’Italia «ritiene il referendum illegittimo», che lo stesso dicano Renzi & Co., i quali del resto hanno anche fatto riconfermare le «missioni italiane» militari, all’estero, etc. – non è da stupirsi, dato l’indecente servilismo italico a Usa e Ue. Ma il problema è l’informazionedisinformante e deformante.
La Russia non è certo il meglio, con il rapido passaggio dal «socialismo reale» («di Stato») al capitalismo, che si è tradotto in oligarchie e mafie, senza risolvere nessun problema interno, e l’adozione del liberalismo-liberismo si è unita al forte ruolo, incidenza e autoritarismo dello Stato (ossia con la “tradizione” russa), ma la centrale mondiale del capitalismo erano e restano gli Usa – e questo nessuno lo dice. E gli Usa, dalla strategia “muscolare” dei Bush, sono passati a quella piú articolata e strisciante di Obama, ma la posta in gioco è sempre la stessa: difendere e riaffermare e perpetuare il monocentrismo Usa a fronte delle spinte al multipolarismo. E l’ostacolo massimo era e resta la Russia, per cui l’azione Usa, con potenze maggiori alleate, passa per il Mediterraneo, Vicino oriente, Est europeo (il che dà conto della promozione attiva e del supporto diretto a «rivoluzioni arancioni», «primavere arabe», rivoluzioni armate, guerra contro la Libia, guerra civile in Siria, etc.) – e questo nessuno lo dice. L’azione di allargamento all’Est europeo di Ue (e Nato) è parte integrante di questa strategia Usa, con il ruolo di preminenza nell’area europea assegnata allo Stato germanico, con il supporto dell’ormai antico boxer degli Usa, lo Stato britannico, e dell’altro boxer aggiuntosi piú di recente, lo Stato francese (in ciò Hollande continua appieno Sarkosy), e con latrati anche di cagnetti minori, come lo Stato italico, e ciò mira a disgregare-assorbire gli Stati esteuropei intermedi (utilizzando anche i disastri interni a questi paesi, con tanto di povertà, oligarchie, corruzione, etc., apportati dal passaggio al capitalismo “integrale” e la senz’altro potente illusione “d’immagine” che “nell’Ue tutto andrà bene”), portando la spinta a ridosso della Russia, la quale si trova, appunto, sotto attacco, e si sta difendendo, non aggredisce – e questo nessuno lo dice.
No, si dà a intendere che i popoli dell’Est lottano per la libertà, per partecipare al“miglior mondo possibile”, quello dell’Ue e degli Usa, ostacolati però da biechi dittatori e impediti dall’aggressivo e repressivo Putin – e dunque Obama, la Merkel, i leader europei, Renzi compreso, sono meglio, molto meglio, di Putin, e cosí lo è il mondo in cui ci fanno vivere, occultandone le modalità di autoritarismo e repressione e degrado (in tutti i campi: politico, economico, sociale, culturale, esistenziale): un carico di balle, continuativo, generale e capillare, per frastornare la testa di tutti – che ha funzionato, e funziona.
Fino a quanto e fino a quando? E questo è precisamente “un altro discorso”, su cui e per cui occorre dare l’apporto possibile.
Firenze, 17 marzo 2014
MM