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CATALOGNA: NON CI FACCIA INGANNARE DA POLITICI, PENNIVENDOLI E TELEVENDOLI

Catalognanon ci faccia ingannare da politici,pennivendoli e televendoli.  Ma una volta tenuto il referendum sotto repressione della polizia castigliana, proclamata la formazione della Repubblica catalana, espropriata la Catalogna di governo e cariche istituzionali, e di ogni residua autonomia da parte del Regno di Spagna, Pujdemont, con i ministri del governo catalano e altri ancora, sotto la scure pendente di arresto e condanna a molti anni di carcere, che cosa dovevano fare? Restare a farsi processare? Già sono in galera i responsabili delle due maggiori associazioni indipendentiste catalane per reato di «sedizione»: lo «Stato di diritto», di cui cianciano il bieco Rajoy, il patibolare re Felipe, gli squallidi esponenti di istituzioni e partiti spagnoli, nonché Tajani, Junker e altri loschi figuri dell’Ue, «Stato di diritto» con libertà di opinione ed espressione politica (e i soli episodi armati o violenti sono stati da parte della polizia del Regno), nel caso non vale.

Certo, a sentire pennivendoli e televendoli nostrali – in prima fila Paolo Mieli (cialtrone spacciato da “profondo intellettuale” e perciò chiamato a ciarlare pseudo-pensosamente in tv …) -, che scuotono le zucche (termine esatto per indicare le loro teste) e commentano “i catalani hanno sbagliato tutto, Pujdemont e i suoi sono in rotta, non sanno che fare, l’indipendenza è una farsa diventata fuga”, l’idea che si vuole instillare è che la “cosa” è solo un flop, finito in nulla, e … parliamone ancora un po’ e poi lasciamo perdere. E questo voleva e vorrebbe l’Ue, e anche gli esponenti istituzionali e partitici italici (lo stesso Salvini, dopo aver prima appoggiato l’azione catalana, ha insistito sulla “perfetta legalità, niente a che fare con la Catalogna” dei referendum lombardo-veneti, per poi dichiarare, con sufficienza, “ma che si mettano d’accordo”, spagnoli e catalani, e la si faccia finita).

In realtà, invece, appare una linea abbastanza chiara: Pujdemont e i suoi, riparati in Belgio, dove contano sul sostegno del partito indipendentista fiammingo (essenziale per l’esistenza del governo belga), mirano a costituire un governo catalano provvisorio in esilio, dichairando la Catalogna occupata da uno Stato straniero, il Regno di Spagna (va ribadito: post-franchista ma non anti-franchista, quindi para-franchista, come il “grosso” delle forze politiche, fra cui non solo il Ppe e Ciudadanos, ma anche il Psoe, a infamia del suo stesso nome). Intanto chiamano alla disobbedienza civile, e la partecipazione delle forze politiche catalane alle elezioni regionali indette dal Regno di Spagna non è affatto accettazione della “fine dell’indipendenza”, ma prova pacifica di forza, anche per fare i conti con le forze e componenti “unioniste” dei catalani (ossia con le forze politiche e le parti della popolazione para-franchiste). Nel contempo, mettono in difficoltà il governo belga e stimolano tutti gli indipendentismi e autonomismi esistenti in Europa, e colpiscono un’Ue che vorrebbe solo Stati-nazione compatti e a essa subalterni (e dunque allo Stato piú forte e determinante, quello tedesco, nonché alle oligarchie “unioneuropee” e interne agli Stati-membri). È la linea possibile, nell’isolamento della Catalogna; è la linea che colpisce l’attuale Ue (che si spaccia per “Europa”), la quale ha già indebolito e indebolisce gli Stati membri, deprivandoli di piena autonomia decisionale (ossia di «sovranità») e spremendo intere popolazioni, perciò stimola (non era previsto …) indipendentismi e autonomismi esistenti; è la linea che (almeno oggettivamente) va verso interrelazioni confederali di enti piú circoscritti, piú capaci di sostenere la ricca diversità di realtà storiche, sociali, economiche, culturali locali, quindi piú (in qualche misura) “democratiche”. E dunque, bisogna appoggiare la Catalogna, esprimersi a suo favore, farsi sentire nei modi possibili: la battaglia dei catalani è importante per tutti, e proprio anche per noi.

Per tutto il resto (ripeto e ripeterò sempre), ritengo che l’Unione anti-europea vada distrutta.

 

MM

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