Nea Polis

COMPRENDENDO CHI E CHE COSA “È DI SINISTRA”

Il discorso pur solo para/pro-elettorale del presidente del Pd, Orfini, non è privo di interesse, al di là della scarsa considerazione per costui, Renzi, Pd-r(=renziano). Che ha detto? (È la posizione del Pd-r.) Questo: “il M5S è di destra, perché è contro il Jobs act, l’immigrazione, lo ius soli” (e altro del “pacchetto” Pd-r). Orfini fa leva sullo “steccato” sinistra-destra (consolidato nei media e teste della “gente”), con l’equazione (semplicistica, ma “funziona”) per cui: “noi, il Pd, siamo di sinistra e variamo ‘cose’ di sinistra, come su lavoro, immigrazione, cittadinanza, etc., la destra è contraria, quindi chi è contro è di destra”. Non pochi “di sinistra” di fronte a questo e simili discorsi Pd-r affermano: “ma può il Pd dirsi di sinistra?”, “chi è di sinistra se ne sta fuori o è uscito”. E, se si è critici sul Jobs act, come sulla legge elettorale (rilevando che è fatta passare a forza, insieme al centrodestra), non lo si è su immigrazione (anzi, si criticano le pseudo-dure misure varate da Minniti, peraltro inefficaci) e ius soli (anzi, lo si vuole). Al di là delle contraddizioni (un po’ da «bipolari»), si discetta su “chi è davvero di sinistra e chi meno, o poco, o per niente”, e si rimane nello “steccato” sinistra-destra.
Ma ciò che sembra chiaro è un polverone, strumentale a carpire o mantenere voti. Quanto ha detto Orfini va, invece, assunto come vero: queste e affini misure (varate e/o proposte) sono precisamente condotte da sinistra e di sinistra. Ruolo storico non nuovo, che si avvia da quando la sinistra assorbe e ingloba il movimento originario dei lavoratori e delle classi subalterne, spingendo avanti la «modernità» (ossia il capitalismo, il suo Stato e lasua tecnologia) in modo molto piú efficace della destra (che pur assume a sua volta il capitalismo, ilsuo Stato e la sua tecnologia), stabilendo la funzionalità dell’«alternanza»: la sinistra si fonda sull’appoggio di basi popolari al fine di rendere piú funzionale il “sistema”; la destra assume la contrarietà di altri comparti popolari alle ricadute del “sistema” al fine di mantenere il “sistema” stesso; sinistra e destra si scambiano di volta in volta la gestione sempre del “sistema”. Anche negli ultimi tempi è stato cosí: la sinistra si è assimilata e schiacciata sulla gestione della fase durata finora del “sistema”, ossia (in Italia come in Europa e in Occidente) «globalizzazione»-Ue/euro (e Nato sottesa)-ricadute (economiche, sociali, culturali, mentali, immigrazione compresa), e le misure (varate e/o proposte) ne sono l’attuazione. Perciò il Pd, e anche il Pd-r, è di sinistra, come lo sono gli altri “pezzi” alla sua sinistra. Ma la fase della «globalizzazione» & annessi e connessi è sempre piú ingestibile e si tende un nuovo assetto del “sistema”, con grosse scosse, che investono (in Europa e nell’Occidente) in primo luogo le forze che hanno finora gestito la fase, dunque (in Italia) il Pd, e tanto piú il Pd-r; perciò dei “pezzi” sono usciti, semi-usciti, altri sono rimasti fuori: per non essere travolti. Intanto la destra svolge il suo ruolo, assumendo la reattività sempre piú diffusa (in forme aperte e soprattutto sorde) a livello popolare, e la strumentalizza per l’«alternanza». Ma le reattività di fondo restano valide, come contro Jobs act, immigrazione, ius soli (ricordiamo che il Jobs actcolpisce i diritti dei dipendenti e, pur con grosse spese per il surplus sociale rastrellato dallo Stato, non dà occupazione duratura; e l’immigrazione, rafforzata dallo ius soli, è parte del disegno di rottura della coesione sociale e culturale residua, dei diritti acquisiti, e di sostituzione della popolazione). E non sono certo “di destra”, ma lasciate all’uso strumentale della destra. È a sua volta strumentale, quindi, accusare il M5S di “essere di destra”: il M5S cerca di non lasciare alla destra queste valide reattività. Ma il porsi dei 5S come «né di destra né di sinistra» si muove a sua volta nello “steccato” sinistra-destra, dicendo, giustamente, di “lasciarlo perdere”, però ciò non basta a ricostruire di una vera identità di “altro” e “oltre”.
E allora? Posso solo dire quanto mi riguarda: mi pongo contro la destra e contro la sinistra, e anche contro il «né di destra né di sinistra». Mi riallaccio al movimento originario dei lavoratori e delle classi subalterne, che si situa nello storico “fiume carsico” della democrazia (che non è il “sistema” liberale a «oligarchia elettivo-rappresentativa»), la cui messa in atto (facendo deperire lo Stato come potenza di comando e mettendo sotto stringente controllo capitale e tecnologia scatenata) è la sola che può procedere verso una società decente (che è il socialismo possibile). Ma nell’insistito polverone generale è già tanto arduo farsi e farlo intendere.
Comunque, per tutto il resto, in primo luogo ritengo che l’Unione anti-europea vada distrutta.

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