Dietro gli autobus, a Firenze (anche in altre città?), campeggia la scritta pubblicitaria: «vuoi ridurre il numero dei politici? Basta un sí», firmato «deputati e senator»i. Nessuno fa un esposto contro? È pubblicità ingannevole.
Si dice di ridurre in «numero dei politici», per allettare gli istinti grossolani della “politica cosa sporca”– il che è vero, ma lo è con questi politici, questa politica, questa «classe politica», non di per sé, perché necessaria –, e non il numero dei parlamentari. Ecco un primo “nodo” di balle e truffe: si strizza l’occhio alla politica come “cosa sporca” in quanto tale, ma ci si limita a dire di “ridurne” gli addetti, quindi la si mantiene; però anche la “riduzione” è falsa, perché fra nominati alle assemblee parlamentari, a quelle regionali, a quelle locali, senza contare gli addetti a partiti, comitati elettorali, associazioni collaterali, certo il «numero dei politici» – di questi politici – non diminuirà, anzi crescerà, perché senza nomine da parte di leader, capi e capetti partitici non si farà strada.
E la truffa è ancor piú profonda: si chiede il «sí» a una riforma della Costituzione – anzi “deforma”, o piuttosto “schiforma” – che darà tutta la gestione dello Stato a chi prenderà il 25% o anche meno dei voti validi, nominerà la parte decisiva dei deputati all’unica assemblea elettiva rimasta, la Camera, nominerà il “papocchio” che sostituisce il Senato (pescandoli dall’ancora peggiore strato di «classe politica» del paese: i Consigli regionali), prenderà tutte le cariche istituzionali, controllerà la magistratura, nonché i media di Stato. Dunque: un accentramento dirigistico e autoritario, che accentua il potere di questi politici e di questa politica, sul consenso di una minoranza, consenso manipolato dalle cordate di interessi e interessati, con seguiti di tifosi, oche e mentecatti (e balza in evidenza il Pd – nome che è già una squallida imitazione del Partito democratico “amerikano” –, ma questo sgangherato partito è in buona compagnia di altri).
No, non si fanno dibattiti “all’amerikana”, né con Renzi – e tantomeno ci si mandano persone ingessate e inefficaci come Zagrebelsky (che peraltro non è neanche andato davvero a fondo nella critica) –, né con le facce di c….uoio dei “suoi”, né con le sue ministre spappagallanti: non c’è niente di cui dibattere con questa “gente”, perché è capace solo di balle e truffe, nonché di ricatto al popolo: “se volete andare prima in pensione …” ed ecco l’A.p.e. (altra indegnità: e ci si tornerà); “se volete qualche soldo in piú alle pensioni …” da fame; “se volete la crescita …” ed ecco (pensa un po’!) l’oscenità del Ponte sullo Stretto; allora; votate «sí», votate «sí» a Renzi e dunque «sí» anche a noi –cioè «sí» a … tutta questa banda (in tutti i veri sensi del termine) di tetri figuri e bamboccie starnazzanti.
Occorrerebbe davvero reintrodurre la legge esistente nell’antica Atene: tradurre in giudizio chi inganna il popolo, a maggior ragione se per loschi fini, con condanne da forti multe ed esclusione da cariche pubbliche, all’esilio. Nell’attesa, occorre raccogliere e tenere ben presenti i nomi dei«deputati e senatori» firmatari della pubblicità ingannevole indicata, nonché responsabili di tanto altro ancora. E, intanto, occorre votare «no» al referendum del 4 dicembre, e convincere quante piú persone possibili ad andarci, e a votare «no».
MM