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L’ANTISIONISMO DEGLI EBREI ORTODOSSI

Nella rozzezza dei nostri tempi (suite di quella passata), assunta da tutti o quasi, ma indotta, si usano termini generici: “l’Italia, gli italiani”; “l’America, gli americani”, “la Germania, i tedeschi”, etc., e appunto “Israele, gli ebrei”. Si mira a «far di ogn’erba un fascio». Si pensi all’America: politici professionali, giornalai e televisionai, dicono “sei per l’America o sei antimericano?”. Che vuol dire essere antimericano? Contro tutti gli americani? Ma gli Stati Uniti sono pieni di pensatori di alto livello e di persone che con molto coraggio conducono importanti lotte politiche, sociali, civili. Si tratta di essere contro l’operato della superpotenza statuale e imperiale che si chiama Usa. Il che vale in generale, per i tedeschi, i francesi, gli spagnoli, etc., e anche per gli italiani: bisogna distinguere fra Stato-classe politica-oligarchia dominante, e popolazione, e, nella popolazione, bisogna distinguere fra chi segue supinamente i gestori della potenza statuale e chi critica, si oppone.
Questo vale appieno anche per gli ebrei: non tutti gli ebrei sono israeliani, non tutti gli ebrei sono sionisti, non tutti gli ebrei concordano con l’azione dello Stato israeliano, e vi sono quelli che lo criticano, lo contrastano, e perfino in questi giorni vi sono in Israele quelli che, con estremo coraggio, si oppongono al massacro condotto dagli israeliani a Gaza.
Bisogna capire: cosí non si cade nelle spire dei manipolatori occhiuti, dei professionisti della menzogna sempre all’opera. Perciò riprendiamo l’intervento di Piergiorgio Pescali («il manifesto», 25.07.2014) – per chi già non lo conosca.

Nel 1896 Theodor Herzl ripropose [… al] mondo ebraico un’idea non certamente nuova, ma che alla fine del XIX sec. cominciava a prendere sempre piú piede tra le comunità israelitiche: la creazione o […]«restaurazione» di uno Stato che potesse ospitare ebrei da tutto il mondo. In verità Herzl non propose il ritorno in Palestina; anzi, il primo Congresso sionista, svoltosi a Basilea nel 1897, indicò l’Uganda come possibile luogo in cui insediare il popolo ebraico. La proposta fu quasi subito contrastata da gruppi antisionisti, come il «Bund» o l’«Agudat Ysrael». Tra i rabbini piú agguerriti c’era Joel Teitelbaum, fondatore del movimento «Satmar», il primo grande gruppo di ebrei ortodossi che si opposero, allora come oggi, allo Stato di Israele e i cui 119.00 membri vivono per lo piú a Williamsburg (Brooklyn) e Mea Shearim (Gerusalemme). Teitelbaum è stato il piú radicale nel condannare il sionismo […:]«la piú grande forma di impurità spirituale del modo intero».
La base su cui il teologo, e tutti i movimenti ortodossi ebraici, esplicano la loro contrarietà allo Stato israeliano, è […] un passo del Talmud di Babilonia (ketubot 111a) secondo cui solo il Messia avrebbe potuto riconsegnare la Terra d’Israele al popolo ebreo [… e] l’opposizione è totale anche verso l’aliyah, la migrazione verso Israele […] degli ebrei della Diaspora. Rompendo i patti con il Signore, i sionisti sarebbero i responsabili delle punizioni divine cadute sul popolo ebraico […] compreso lo stesso Olocausto. Dopo la «Guerra dei Sei Giorni» (1967), Teitelbaum vietò al «Satmar» di pregare al muro del pianto di Gerusalemme e in altri “luoghi santi”, per evitare anche una minima parvenza di legittimazione dell’occupazione da parte di Israele.
Un altro gruppo di ebrei ortodossi […] attivi nel loro antisionismo sono i «Neturei Karta» («Guardiani della città», in aramaico), fondati da Rabbi Aharon Katzenelbogen nel 1938, dopo la separazione dall’«Agudat Ysrael». I «Neturei Karta» combattono il sionismo in quanto […] colonialismo e affermano: «tutto ciò che esso porta, dalla perdita di vite umane all’oppressione, è una profanazione della volontà di Dio». Uno dei loro rabbini, Moshe Hirsch (1923-2010), è stato consigliere di Arafat per gli Affari Ebraici del governo palestinese, mentre nel 2005 alcuni loro membri hanno partecipato alla Marcia per la Liberazione di Gaza. Diverse delegazioni dei «Neturei Karta» si recano regolarmente in Iran e nel 2006 hanno anche partecipato, su invito di Ahmadinejad, alla […] conferenza sull’Olocausto, alla quale hanno preso parte […] negazionisti e revisionisti.
Il loro sentimento pro-palestinese, come di altri gruppi di ebrei ortodossi, non [… è per] i diritti umani o […] la politica ([…] leggi secolari), ma è funzionale solo al fatto di voler adempiere alla volontà del Signore. «I sionisti devono cedere l’intera terra alla Palestina e attendere la venuta del Messia per riavere Israele»: sono le frasi piú ricorrenti […] a Mea Shearim, il quartiere di Gerusalemme che ospita gli ebreo-ortodossi secondo [… le] rigide osservanze della Torah e del Talmud.

CB

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