Nea Polis

SE DALLA LUNA O DA MARTE …

Guardando dalla Luna o da Marte la situazione sarebbe senz’altro divertente: dopo una fraccata d’anni l’eccelsa Corte costituzionale dello Stato italico è riuscita nell’eroica impresa di riconoscere … quello che vedeva anche un cieco: la legge elettorale con «premio di maggioranza» spropositato (numero di parlamentari) alla forza politica con piú voti, legge su cui sono stati eletti i parlamenti passati e quello presente, è incostituzionalequindi illegittima. Di conseguenza … 2 + 2 fa 4: erano incostituzionali, quindi illegittimi, parlamenti e governi passati, come lo sono parlamento e governo attuali. Di conseguenza … 2 + 2 fa sempre 4: le leggi, i decreti, le misure, i provvedimenti, etc., varati da questi governi e parlamenti sono illegittimi, come quelli presenti.

Ma sarebbe il caos!”: voce sdegnata e stentorea di gestori delle istituzioni, politici, media, e tutta la banda dell’establishment. Per niente: si tornerebbe semplicemente alla legislazione precedente e si rivedrebbe il resto, fatte rapidamente le elezioni in base al sistema elettorale proporzionale, che risulta dall’eliminazione della decaduta legge attuale. Invece, no: se la legge elettorale è decaduta perché incostituzionale, quindi illegittima, però 2 + 2 non fa 4, perché parlamenti, governi, legislazione precedente, e parlamento, governo, legislazione presente, sono dichiarati del tutto legittimi.

Magnifico! Viene in mente il 2 + 2 che fa 5, se cosí vuole il «Grande fratello», del 1984 di Orwell, o che comunque fa … quanto gli pare a chi decide.

Ma la magnificenza italica continua. La legge elettorale ora in ballo è … uguale nella sostanza, con piccoli ritocchi, a quella precedente: «premio di maggioranza» del 55% dei seggi a chi raggiunge il 37% dei voti validi e, se nessuno lo consegue, a chi prende anche un voto in piú al «secondo turno»; liste bloccate (ossia fatte di nominati dalla «classe politica» con partiti al seguito), «soglia di sbarramento» (posta a una percentuale consistente di voti), etc. Il principio liberale dell’elezionedi «rappresentanti», basato sul concetto «una testa, un voto», e «rappresentanza» in proporzione, va a quel paese: dei voti conteranno di piú, altri meno, altri niente. E non basta! Questo sistema serve solo per la Camera dei deputati, non per il Senato – per il quale … si vedrà: va abolito, o no, trasformato in Camera delle autonomie (che però non ci sono o sono confuse), o in rappresentanza di regioni e città capoluoghi … Però intanto resta, e su altra legge elettorale.

Tuttavia, niente paura! Il capo dello Stato (dizione di epoca fascista, sempre piú usata dall’establishment, invece di quella giusta: presidente della Repubblica) e tutto l’establishment le hanno dipinte come “rovina del paese”, perciò … non si fanno: il principio liberale del ricorso anche frequente, o comunque quando occorre, all’elezione di «rappresentanti» è divenuto eversivo e sovversivo.

Ma non è finita: c’è una battaglia in corso. Diversi parlamentari, anzi soprattutto molte parlamentari, “trasversali” ai diversi partiti, sono in rivolta. Contro quest’altra legge elettorale ancora incostituzionale, quindi illegittima? Macché! Perché questa legge non prescrive che nei listini vanno messi un nominato e una nominata, e cosí via, in misura paritetica: “diritti delle donne”, “battaglia di civiltà”, “basta con le discriminazioni!” – specie oggi che è l’8 marzo, istituzionale «festa delle donne». Anche le donne vanno sempre di piú cooptate in questo “sistema” seducente (e lo è senz’altro, per chi arriva alle laute prebende) – per completare il quadro occorrerebbero anche una quota per gli omosessuali maschili e una per le omosessuali femminili, nonché una per i transgender (che si distinguono dai precedenti), e, poi, perché non anche quote per le varie «minoranze etniche» (in modo che si esprimano e siano tutelate di fronte al dilagante razzismo)? Ma una cosa per volta: «Roma non è stata fatta in un giorno». No, e neanche l’Italia. Ma, a disfarla, l’italica oligarchia sub-dominante (potere all’interno, da preservare in ogni modo, violando ogni regola, norma e prassi da essa stessa in precedenza istituite, ma al servizio estero, al comando “altrui”) ci si è da tempo impegnata ed è andata piuttosto avanti, e sta procedendo con slancio nell’impresa. E non ci si diverte un granché: non siamo sulla Luna o su Marte, ma viviamo qui.

 

Firenze, 8 marzo 2014

 MM

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