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SU «LA7» SI DUBITA SULLE RESPONSABILITÀ DELLA RUSSIA IN UCRAINA?

TG_La7

Che «La7» – trasmittente legata a «La Repubblica» – abbia mandato recentemente in onda un servizio fino a qualche tempo fa impensabile, non sorprende piú di tanto: sembrano volgere al tramonto i tempi in cui il soccorso della conduttrice di «Otto e mezzo» interveniva a bilanciare, ridimensionare, sfumare, esternazioni “inopportune” degli ospiti. Anche su «La Repubblica», quotidiano di riferimento di «La7», Renzi ha – per usare il bon ton – perso un po’ di smalto.

Ma che dire di Enrico Mentana che – commentando un paio di giorni fa al tg delle ore 20 la visita di Putin in Italia –esprimeva dubbi sulle (presunte) responsabilità della Russia nella “questione ucraina”? Non sorprendono le considerazioni, sollevate dal conduttore del tg, su quanto l’Italia abbia da perdere per le sanzioni contro la Russia volute da Obama – che ne ha espressamente chiesto, per non dire imposto, l’inasprimento –, caldeggiate soprattutto dai membri dell’Est dell’Ue e subite (forse …) dall’Italia. Ormai questo argomento sta diventando vox populi, non è piú appannaggio della Lega e di Salvini. Colpisce, invece, che proprio «La 7» avanzi qualche interrogativo sulle  responsabilità della Russia: tema che non risulta essere stato ripreso finora dagli organi d’informazione di area affine. Ora, «La7» riflette gli orientamenti di « La Repubblica», medium con cui si trova in sintonia e da sempre filo-amerikano; d’altra parte a Mentana non si attaglia il look di giornalista d’assalto, incline a suscitare scandali, pescando nel torbido, con finalità estranee agli indirizzi degli sponsor di riferimento: gli si attaglia di piú quello di diffusore-amplificatore organico all’establishment, tutt’al piú con qualche “spruzzatina di pepe”, che, come è noto, dà sapore alla zuppa.

Come si spiega allora che «La7» della Tv di Cairo insinui dubbi – pur non ripresi in seguito – su responsabilità russe? Il che significa mettere in dubbio l’opportunità, se non la legittimità, delle iniziative dell’area atlantica, alias degli Usa. Basta parlare di un sussulto di informazione indipendente, quale fiore all’occhiello, con il benestare degli organi di riferimento, per aumentare l’audience, facendo leva su “spifferi” di corrente d’aria diversa? È plausibile supporre un escamotage per rimanere sulla cresta dell’onda dell’informazione? Qualora lo si valuti utile all’aumento della pubblicità, al di là di merito della notizia e reali intenzioni di chi la diffonde.

Dunque: o è solo un aggiustamento di tiro, posto che un eventuale schieramento di destra oggi supererebbe, secondo i sondaggi, di alcuni punti quello di sinistra – perché, se è vero che Renzi risulta ancora in testa nei consensi, l’operato del suo governo è valutato negativamente dalla netta maggioranza degli elettori. Oppure, invece, si è trattato di uno scatto – episodico e tardivo – di una qualche resipiscenza di serietà professionale per dare una patina di lustro a interessi di bottega, supportati dall’inossidabile refrain italico “tengo famiglia”, per convergenti tornaconto di redazione e testata di «La7».
La faccenda, per ora, resta una questione insoluta.

CB

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