Innanzitutto si abbia la pazienza di seguire quanto va sottolineato (chi scrive lo fa da tempo e vi insiste, perché non è pignoleria, ma una questione importante: il corretto uso semantico delle parole): antisemitismo? Ebbene, il semitismo è la denominazione di un ampio gruppo di lingue, con relativi gruppi umani che parlano varianti di tale tipologia linguistica. E si parte dagli antichi akkadi mesopotamici, poi ancora dagli antichi gutei, e assiri, e babilonesi, per arrivare agli aramei, poi agli arabi nel loro complesso. In tale insieme vi sonoanche gli ebrei a parlare una lingua semitica: ebrei che, tuttavia, non sono, quindi, il solo gruppo umano che parla una variante del gruppo di lingue semitiche. Dunque, che cosa significa «antisemitismo»? L’opposizione a tutti coloro (gruppi e individui) che parlano una lingua semitica? Quindi, anche a tutti gli arabi? Si potrà dire: “ma ormai con antisemitismo si intende …”. E si intende male, è un uso sbagliato. E mistificante: perché si dà a intendere che gli ebrei sono i soli semiti (ombre sottese dell’auto-dichiarazione di «popolo eletto»?). Perciò andrebbe almeno usato il termine esatto: antiebraismo.
Detto ciò, la Commissione Segre – che si copre in una maniera che può, e deve, essere definita solo bassa e untuosa, falsa e stomachevole, dietro il nome di un’anziana e piú che rispettabile signora, scampata a suo tempo dal lager – procede nella scia della censura. Censura già istituita suisocial network contro le (cosiddette) fake news (non però sulla “strabongia” permanente di disinformazione, distorsione, mistificazione dei media) e contro i video “incitanti all’odio” (secondo l’inappellabile “giudizio” dei gestori dei social network); censura giunta all’europarlamento, che ha condannato (gettandoli nella censura) ogni “rimando” a nazismo/fascismo e comunismo (mettendoli sullo stesso piano in quanto «dittature», con seguiti di orrori, etc.); censura che, ora, arriva da noi fino a colpire (ponendoli sotto censura) non solo nazifascismo, comunismo, xenofobismo, razzismo, antiebraismo, etc., ma pone come «incitazione all’odio» ogni istanza, ed espressione di tale istanza, contraria, per es., al flusso migratorio, e favorevole alla riacquisizione di indipendenza effettiva e autonomia vera da parte del nostro paese, assimilando indipendenza e autonomia, ossia «sovranità», e valorizzazione della «nazione», al «nazionalismo», e sposta il «nazionalismo» stesso nell’assimilazione a nazifascismo e … litania seguente.
Del resto, anche la truffa globale dell’«operazione Greta» – che consente di mascherare sotto il green new deal esazioni, inquisizioni, oppressioni prossime venture – implica, esplicitamente, l’attacco a ogni genere di «sovranismo».
Qui posso quasi sentire le solite voci dei conformisti perbenisti e subalterni: “ma vuoi impedire che si colpiscano le infamie …”. Risposta: primo, non si può accettare questa “zuppa” che serve sostanzialmente soltanto a colpire le istanze di liberazione nazionale dalla gabbia in cui è richiuso il nostro popolo e paese, a favore della loro soggezione, “fluidificazione”, evaporazione nell’Ue/globalismo. Secondo, tale censura non solo fa incazzare, ma anche precisamente favorisce le espressioni di quanto viene censurato. Terzo, e piú importante, è il liberalismo (l’operativa ideologia dominante e pervasiva, che si pone come post-ideologia e cosí è assunta da ignoranti, “ignorantati”, occhiuti mestatori, e che è un disegno totale, esteso dal piano economico a quello politico, e sociale, e culturale, e mediatico, e comportamentale) che, partendo dalle “libertà”, si traduce nel «politicamente corretto» e nella conseguente serie continuativa di divieti, e censure: dalla poesia del “w le libertà” alla prosa di divieti su divieti, censure su censure (con conseguenze anche penali). Quarto, e piú importante ancora, vi va opposta e contrapposta la democrazia, per cui chiunque dice ciò che vuole, poi, se “non va”, lo si contrasta nel dibattito pubblico e infine si decide a maggioranza (e va ribadito, e capito, che il liberalismo non è la democrazia, e tende a costruire regimi ancora piú capillarmente oppressivo, e su tutti i piani, dei regimi apertamente dittatoriali, autoritari, repressivi: ossia tende a regimi profondamente orwelliani).
MM