Le elezioni si sono tenute. Era evidente, ri-detto a chi ne “profetizzava” rinvio o abolizione (per“esorcizzarle”?). Cosí il regime può ammantarsi di una lacera legalità, sapendo che sarebbe stato confermata da…tutti. Intanto gli studenti del liceo «Manzoni» di Milano l’hanno occupato: fatto niente contro obbligo-intruglio vax, Grenn Pass, museruole, ma sí “contro la deriva fascista” Meloni-Fd’I – né è mancato, né manca, chi teme la “vittoria della destra”. Una qualche demenza pervade il paese (indotta da media piddini & co.): la Meloni, con la giunta che costruirà (di minoranza rispetto al paese: 26%, 7 milioni di voti nel centrodestra, che ne conta 12 milioni), proseguirà, supervisore Mattarella con “paletti” posti (anti-pandemia, belligeranza, PNRR), i fini del regime instaurato con il Conte-bis e con Draghi & co. – infatti ha già chiesto l’apporto di Draghi per il piano di bilancio.
Ah, lo sapete che dal febbraio del ’20 si è venuto instaurando un regime neo-totalitario in Italia? Sorto come “metastasi” dentro la Costituzione, è proceduto dall’81 e dal ’92, è avanzato dal 2011, si è imposto dal 2020 in poi: è strumento delle oligarchie globaliste-NWO dell’anglosfera, Usa/Nato, UK, Ue – entità riassumibili da dove si ritrovano, a Davos: il regime italico è “servizio” di Davos, e davosiani sono i membri, agenti, complici, collaborazionisti. Nessuno lo sa (o lo vuole sapere): si parla di “violazioni”, “derive autoritarie”, ma non si vede che si è instaurato questo regime interno al servizio “altrui”, spaccando il “guscio” della Costituzione e usandone “pezzi” per porsi come legale – è questo lo sbocco della Repubblica italiana varata nel 1948.
Perché «due passi avanti»? Perché “basta Draghi”, agente aperto di Davos, mentre l’ascesa della Meloni-Fd’I è dovuta all’accredito che l’“oppofinzione” finora condotta porti comunque a fare “qualcosa” di fattivo – né pochi sperano nell’apertura al probabile successo dei trumpiani negli Usa l’8 novembre: e vedremo. Ed è questa la «spada di Damocle» che pende sulla Meloni-Fd’I (vedi, di converso, il tracollo di Salvini-Lega: sia astensione, sia travaso di voti a Fd’I). E perché il Pd (il peggio che c’è in Italia) ha perso 1 milione di consensi, né sono “passati” Di Maio, la Bonino, la Cirinnà e altri “ineffabili”. Ma – «passo indietro» – sono “passati” figuri come Speranza, la Lorenzin, Crisanti e altri, Calenda e Renzi, e crescono Berlusconi-FI – e Conte-5S: dimentichi che del loro avvio del golpe di regime, tanti, specie nel Meridione, presi dalle difficoltà (provocate dal regime stesso) hanno consentito una ripresa dei 5S (pur a un quarto del precedente “incasso”) per il «reddito di cittadinanza» e le ciarle contro l’invio di armi al regime nazista-davosiano di Kiev.
E le «liste anti-sistema» – anche, va detto, a causa di un infame sistema elettorale (soglia del 3%, ma lo si sapeva in partenza) – hanno fatto flop totale: è un colpo, ma era prevedibile, e previsto (per es. da me). Le polemiche e gli scontri ante-elezioni continuano anche dopo – gli esponenti delle liste, che promettono ora di unirsi per “andare avanti”, attaccano i no-voto; ma l’unità pre-elezioni era impossibile (contrasti di idee, proposte, candidati, e protagonismi), né avrebbe superato la soglia (8%). No, non dipende da chi ha sostenuto il no-voto (con minore propaganda delle varie liste): la crisi della rappresentanza è in crescita da quasi 50 anni e ancor piú con le vessazioni e infamie del regime – e si è espressa con il «no» ad andare a legalizzarlo. Sono andati a votare circa in 27 milioni e 500.000 su circa 45 milioni e 300.000 «aventi diritto»: il no-voto si situa sui 18 milioni; da aggiungere le schede nulle (non comunicate!) – e anche i voti per le «liste anti-sistema» (circa 1 milione) fanno parte del rifiuto. Pur non provati i sospetti sulle percentuali di votanti “taroccate”, si è sui 20 milioni: il no-voto manifesta il «no» allo «stato di cose presente» ed è la maggiore forza di cittadini, almeno potenziale, nel nostro paese.
Esponenti delle liste & adepti divideranno ancora il movimento di opposizione-resistenza, espressosi in massa con il no-voto: insisteranno su “solo con il voto, dall’interno si cambia il sistema”; diranno, da “rappresentanti” auto-nominati, “venite con noi”; concorreranno a “cementare” la già scarsa consapevolezza diffusa, per cui si rifiuta il “quadro” (di regime, che si serve strumentalmente di “pezzi” della Costituzione), ma non si vede come sia indispensabile fuoriuscirne e in che modo. Sono operazioni che vanno contrastate, respingendo il «passo indietro» e sviluppando i «passi avanti»: occorre operare perché il movimento del no-voto sia condotto a capire di auto-organizzarsi (non su deleghe e “rappresentanti”) come popolo di cittadini che si auto-istituisce in quanto sovrano – contro il regime davosiano e le subalternità a esso.
E perciò occorre una centrale operativa ad hoc.
MM