Dopo l’ennesimo “colpo” islamico a Berlino, c’è da chiedersi perché governi, governanti, gran parte dei grandi media, condannano il «terrorismo», arrivando al massimo a dire «fondamentalista» (da quali «fondamenta»?) o «estremista» (che cosa «estremizza»?), però evitando con cura di aggiungere «islamico». Che si capisce? Che vi sono “in giro” dei «terroristi» (generici «estremisti») i quali ogni tanto colpiscono … Ma, “calma e gesso”! Non si ceda alla paura, si prosegua nei nostri usi e si difendano i nostri valori … Certo! Tanto, crepa la “gente comune”, si fanno le condoglianze di rito, si cercano quei «terroristi» diquel “colpo”, e poi … tutto continua come prima. Eppure, è chiaro: tutti questi «terroristi» (che si dicono «soldati») sono islamici, connessi a organizzazioni armate islamiche (Isis, Al Qaeda, affiliate varie), che fanno propaganda e reclutamento, rivendicano i “colpi”, chiamano a compierli, indicano come compierli. Si vedano nel loro (cosiddetto) “libro sacro”, il Corano, le indicazioni sugli «infedeli»: vanno uccisi e con metodi feroci, e se nel farlo l’islamico muore, testimonia la fede e va nel paradiso di Allah. E si afferma che la Sharia (legge religiosa islamica) prevale sulle leggi di qualsiasi altro paese, tanto piú se di «infedeli». E si proclama che il Jiahd (guerra santa) va condotto per imporre l’Islam e la Sharia a tutti gli «infedeli» e ai loro paesi. E vadano … dove si meritano gli imam che biascicano balle (sentite in tv): “il Corano è mal tradotto” (la traduzione sarebbe falsa?) e “la guerra è in se stessi per la vera fede” (il che vuol solo dire seguire e imporre l’Islam).
Dunque, come mai le costanti omissioni e negazioni dell’evidenza? Pur nel palese reato di stupidità (che, purtroppo, non è previsto nell’inadeguato codice penale), le risposte sono chiare. 1) Caparbia distinzione fra Islam «moderato» e «fondamentalista»: ma i «terroristi» sono tutti «salafiti», corrente “intransigente” dell’Islam (peraltro sostenuta e finanziata dall’Arabia Saudita)? Però questa è solo un’interpretazione, non un’“eresia”, né poi tutti i «terroristi», «soldati», combattenti islamici, sono «salafiti», mentre è evidente che è l’Islam in sé il “brodo di coltura” di tutti, e comprende sia i “latenti” che quelli ora “attivi”. 2) Testarda cecità di fronte all’assurdità demenziale dell’Islam: è l’unica (infima sub-)cultura e la sola (insensata sub-)identità di questa “gente”, è perniciosa poiché volta a far credere a chi non sa niente ed è “un ben poco” di essere “superiore” (ossia: uso del risentimento) in quanto muslim(musulmano: «vero credente»), e perciò è fonte di follia omicida (in potenza o in atto). 3) Ostinato occultamento sull’“importazione” di immigrati: il loro flusso è certo voluto dalla guerra economica globale del capitalismo e provocato dall’intrecciato seguito di guerre guerreggiate, ma anche dalla propaganda dell’Occidente come «Regno del Bengodi» dove penetrare ed estendersi, da conquistare, e cosí si fanno entrare milioni di persone al 90% islamiche, la cui (infima sub-)cultura e (insensata sub-)identità, che restano anche nelle prime e seconde generazioni in loco(favorite dalla disgregazione sociale e dalle contraddizioni economiche, in contrasto con il «Regno del Bengodi»), sono inconciliabili con la nostra realtà, accogliendo quindi la brace in casa, che sta in sottofondo e si accende di volta in volta. 4) Demenziale ribadimento dei principi dei diritti civili del liberalismo: ma la libertà di opinione e di culto, della persona e delle sue attività, fino a prova provata di “violazione delle regole” (nel caso, finché questi islamici non operano apertamente contro chi li ha accolti e preparano e/o compiono “colpi” criminali), non si possono adattare e adottare riguardo a coloro che li usano solo strumentalmente, mentre non li assumono né li rispettano, data, appunto, la loro (infima sub-)cultura e (insensata sub-)identità islamiche.
Altro attestato dello status fallimentare del liberalismo dominante e pervasivo (= del capitalismo e della sua statualità). E continuare ad attuarne le modalità, e a supportarlo con omissioni e negazioni dell’evidenza, significa solo proseguire nel disastro e nella distruzione, a scapito degli interi paesi e popoli europei, e a rischio permanente («non c’è rischio zero», ripetono governi, governanti, media) dei cittadini “comuni”. È sempre il fronte della reazione, con i suoi reazionari esponenti, operatori, espositori, e seguiti di sostenitori, che si manifesta, sotto la copertura di attitudini e parole tanto retoriche quanto false, tanto melense quanto ipocrite, tutte dannose.
MM