D un trafiletto dal testo tedesco, breve ma interessante. “Oro in/dalla Grecia”: l’argomento non è noto ed è un’ulteriore riprova della pratica di rapina cui la Grecia è sottoposta. In aggiunta informo che (in altro articolo) si scrive che in Syriza sussistono due tendenze (il che si era capito): una piú radicale e una “moderata”. Importante l’apertura di pagina: Syriza è al governo. Non al potere. Una distinzione opportuna, che depone a favore del foglio, anche considerando che tale consapevolezza è “appannata”: chi va al governo si ritiene, ed è considerato, al potere (almeno in Italia molta gente identifica le due situazioni). È bene mettere in chiaro la differenza, che dovrebbe essere evidente, ma non lo è affatto.
Intervista con Marina Karastergiou, attivista del coordinamento delle associazioni che sostengono Ierissos, Chalkidiki.
«La Grecia diventerà il maggior produttore d’oro d’Europa. Questo almeno è il progetto dell’impresa Hellas Gold, controllata dal gruppo canadese Eldorado Gold con il 95% delle quote sul diritto di proprietà. Nella penisola calcidica, a sud est di Salonicco, sorgerà un’industria mineraria a 200 metri di profondità. I lavori sono già iniziati. Tale industria mineraria sorgerà in una zona montuosa, coperta per il 95% da boschi, in parte foreste primordiali, che è una riserva idrica per la regione.
Contro quest’opera è sorta una massiccia protesta: iniziative locali contro l’enorme scempio del paesaggio, ma, soprattutto, contro i rischi per le persone a causa dell’inquinamento delle acque a causa del cianuro. Con questo prodotto chimico l’oro dovrà essere liberato dai detriti.
Proteste contro l’imposizione del rigore a parte, nessun’altra questione in Grecia porta sulle strade altrettante persone quanto questa prevedibile catastrofe per l’uomo e la natura».
Alexis J. Passadakis, Attac – da «Fakten Check»: Hellas
CB