I media(tv e stampa, anche ormai non poco “integrati” fra di essi), nel loro “ventaglio”, in cui, però, abbiamo sostanzialmente una serie di «variazioni sui temi», vanno pur seguiti (e se ne possono ricavare, se si usano adeguati “filtri interpretativi”, dati effettivi, sia sulla realtà, sia sui media stessi). E i media, nonostante e a fianco della «rete» (ma anche i mediasono inseriti nella «rete»), puntano a “formare opinione”. E in gran parte, a forza di dare informazioni piú o meno parziali o ridotte, di dire “cose” vere (piú o meno relativamente tali) unite a “cose” false (piú o meno relativamente tali), di omissioni, deformazioni, distorsioni, fino anche a vere e proprie balle, hanno a lungo funzionato e mirano a continuare a funzionare in quest’opera. Però gli esiti di condizionamento o a ogni modo di “orientamento”, non sono stati, né sono sempre e comunque quelli voluti, mirati, sperati. E questo hanno dimostrato le elezioni del 4 marzo scorso: i risultati non sono stati certo quelli in qualche modo propugnati da stampa e tv, con dibattiti, approfondimenti, “tribune” elettorali, etc.
E ora? Certo, i media continuano nelle loro “operazioni”, ma danno notizie e/o suggestioni contraddittorie (quando non addirittura para-schizofreniche), tipo “il Pd si chiude all’opposizione”, “il Pd non si chiude sull’Aventino”, “il M5S apre all’accordo con il Pd”, “il M5S chiude all’accordo con il Pd”, “Berlusconi esclude ogni accordo con il M5S”, “la Lega verso l’accordo con il M5S”, “Berlusconi apre all’accordo del centrodestra con il M5S”, etc.: e tale elenco “schizoide” potrebbe espandersi e dilungarsi. La sensatezza è ben scarsa. Perché? Imedia non risentono soltanto degli scenari quantomeno “incerti” (rispetto alla formazione o meno di una maggioranza parlamentare di supporto a un possibile o eventuale governo), né soltanto delle “spinte” delle diverse «variazioni sui temi» espressi dai media sul post-voto: si va da chi propugna la tendenza M5S & Pd (per es. «Il Fatto Quotidiano») a chi propugna la compattazione del centrodestra con ruolo centrale, contro Salvini-Lega, di Berlusconi-Fi, magari aperta al Pd (per es. «Il Giornale»), a chi sostiene un accordo Lega-M5S, a chi orchestra il sottofondo di messa in guardia su … tutto, agitando gli spauracchi dei «mercati», spread, Ue, Bce, Fmi. E cosí via.
In effetti, i media risentono anche, anzi soprattutto, dello spiazzamento in cui si trovano rispetto al lorostandard precedente al 4 marzo: al presente, non mostrano di saper trovare un adeguato “riciclo”, per cui continuano a servirsi di precedenti modalità e di precedenti interventi/interlocutori, di precedenti politici-politicanti, di precedenti “osservatori” e “opinionisti”, “esperti” … di nulla: si tratta soltanto di diverse attitudini e diversi personaggi (si adotta o la forma supponente, o pseudo-“rivelatrice”, o pseudo-acuta, o pseudo-saggia – quest’ultima per es. Mieli -, etc.) in funzione della manipolazione: che è una mistificazione a sua volta mistificata, e sono mistificatori a loro volta mistificati. Solo che …
Solo che tutto ciò non funziona piú: quanto dicono-mostrano-manipolano i media non solo non coglie ma anche non interessa la gran massa della popolazione: quel circa 60% che (al di là dello specifico voto per le diverse forze politiche) ha detto, forte e chiaro, il suo «no» alla politica condotta, in corso e in atto, e quindi all’opera di manipolazione connessa. I media dovranno attuare un profondo “riciclo”: non foss’altro per il loro imperativo di fondo, ossia i problemi di audience. E sarà interessante vedere non soltanto come, ma anche e soprattuttose ci riescono.