Non è “roba” da «gufi» – altro stucchevole termine di Renzi, rimbombato dai servili media – quella di De Bortoli, il direttore del «Corriere della sera» che ha scritto della probabile “manovrona” economica sui 25 miliardi del prossimo autunno, con possibile prelievo forzoso sui c/c (come già nel 1992, Amato presidente del Consiglio). E c’è la tirata d’orecchi di Draghi a Renzi: dovrebbe essere l’Ue a fare le riforme economiche, omogeneizzando le situazioni nei vari paesi.
Se non è cosí importante il «pollice verso» dell’agenzia di rating Moody’s sul nostro paese, lo è la reazione dei «mercati», allarmati. La Spagna è in ripresa (si dice) e perfino la Grecia reagirebbe meglio dell’Italia, almeno per Bce, Ue, Fmi, cioè la Troika. Non è solo il deficit, che sfiora il 3% (e l’attesa crescita del +0,8% del Pil pare ormai ridotta, se va bene, allo 0,1%), ma anche il debito, ormai consolidato e salito a percentuali che inquietano i «mercati»: se cresce lo spread (il differenziale di rendimento dei titoli di Stato), aumenta il debito, e i «mercati» finiranno per investire altrove.
Sta di fatto che i grandi sponsor di Renzi si raffreddano: il «Corriere della sera» prende le distanze. Lo stesso Della Valle, fino a poco fa entusiastico fan. Altrettanto la Confcommercio. E l’elenco si arricchirà nei prossimi giorni. Mentre il parlamento si è profuso in lungaggini sulle cosiddette «riforme istituzionali», c’è chi dice quanto i cosiddetti “esperti” e anche i cittadini comuni hanno chiaro: non gliene frega niente, né alla Ue, né a quelli che “contano”, né a quelli che “non contano”. Vorrebbero qualche proposta concreta, anche se di tipo del tutto diverso, se fatta per chi “conta” e se fatta per chi “non conta”. Tale disinteresse corrisponde alla realtà? Sí e no. Sí, perché tali «riforme» non hanno alcuna incidenza sulla situazione economica e sociale del nostro paese – chi dice il contrario, o mente, o è scemo. No, perché sono volte all’accentramento autoritario della gestione del potere statale, che sarà utile per decidere e imporre future misure di ogni tipo – e certo non “popolari”. Il tutto resta occultato sotto le melense litanie dei nostri «rappresentanti», chiacchiere che non rassicurano nessuno, tranne chi ne fa uso scaramantico per salvare le poltrone a cui è incollato.
Il nostro Renzi, bullo di provincia, a cui la povertà di alternative credibili, unita a una buona dose di sicumera e di autostima narcisistica, ha concorso a farlo presidente del Consiglio, ribatte all’Ue, rispolverando un risentito, e fittizio, sentimento di «italianità», e rivendicando un’autonomia, svenduta da un pezzo: “nessuno ci può dare lezioni sulle riforme”, “le facciamo da noi” (ossia: ci tiriamo le martellate da soli …). E cerca aiuto da Napolitano, rientrato dalle ferie e pronto a fargli da spalla: non ha messo in atto il suo programma politico, i suoi desiderata, il giovane Matteo?
Intanto i media si gingillano su Tavecchio, che, nonostante le sue infelici esternazioni, ha conseguito l’agognata carica nel mondo del calcio, snobbando l’opposizione dei no-tav – non gli oppositori a una linea ferroviaria inutile, dispendiosa e dannosa per ambiente e suoi abitanti, ma alla sua nomina. E l’ineffabile Alfano “esterna” un giorno sí e l’altro pure, facendo qualche scalpore: quel che gli importa è stare alla ribalta, per non finire nel dimenticatoio assieme al suo partitino infinitesimale e, quindi, di dire la sua quando si faranno le cosiddette «riforme economiche».
Ma si faranno? Chi le farà? E da chi verranno pagate? Per ora si sa che la nuova lady-fisco ha abbonato l’evasione fiscale fino al 2012: perseguirà solo quella successiva! Un regalo di circa 500 miliardi ai grandi evasori totali. E Alfano blatera contro l’art. 18, che comunque non è certo un problema dirimente. Partito da lui, con l’appoggio di F.it., che già dichiara che sulle «riforme economiche» ognuno andrà per la sua strada –Berlusconi e Renzi saranno dunque su versanti diversi: ma solo fino a un certo punto … –, l’attacco inquieta: si vuol fare come in Germania, dove l’occupazione comprende tanti contratti a tempo determinato di mesi, settimane, giorni, anche uno solo?
E le «privatizzazioni»? C’è l’accordo con gli arabi su Alitalia – e si darà davvero qualche assistenza ai dipendenti “esuberanti” (?!) –, e sul marmo di Carrara il 50% va ai Bin Laden – sí, sono i parenti del vituperato Osama. Ma pecunia non olet: i soldi non puzzano, anzi pare che profumino.
Frattanto Putin minaccia di chiudere i rubinetti del gas. Ma l’Enel assicura che abbiamo abbondanti riserve. Per quanto? Circa tre mesi … Pare che solo 1 italiano su 4 vada in ferie, quest’estate. Ma consoliamoci, almeno si sta al caldo. Quest’inverno può andare peggio.