In effetti, sono indecenti. È vero che sono poco efficaci, come dimostrato già dal tempo della campagna condotta pro «sí» alla “riforma” renziano-boschiana, solennemente bocciata nel referendum del 2014, ed è vero che le vendite dei giornali sono in crollo, come lo è l’audience dei vari talk show “di esame e approfondimento” politici. Lo spettatore si deve sorbire il televendolo o televendola di turno, con gente del Pd (e/o qualcuno del codazzo) e di FI, insieme a qualche pennivendolo (dei giornali pro Pd o FI), con qualche “opinionista” ed “esperto” (nel non capire niente e soprattutto nel non far capire niente), e una sequela “roba” che va da omissioni e distorte mezze-verità, a disinformazioni e deformazioni, fino a falsificazioni e e vere e proprie balle. Il che vale appieno anche per tutti i tg. E tutto a favore dell’opposizione a M5S e Lega, al governo giallo-verde, ossia a favore della restaurazione dello status precedente al 4 marzo, insomma di quella che va chiamata con il nome preciso: reazione.
Una reattività estesa è di cessare del tutto di sentire, seguire, accreditare questi media, e 5S e leghisti dicono, a ragione, che cosí i media portano acqua a loro. Ma informazioni e comunicazioni servono, e non tutti possono ricorrere alle notizie, dati, analisi sulla «rete». E la “gente”, che paga il canone (messo da Renzi nelle bollette dell’energia elettrica) e che si sciroppa l’imperversante pubblicità (non solo sui canali delle tv dette «commerciali», ma anche su quelli statali), non avrebbe diritto ad avere tv che diano notizie complete e reali, e a leggere qualche giornale un po’ obiettivo?
Non si tratta di negare il «diritto di opinione» di conduttori, giornalisti, politici, “opinionisti” ed “esperti”. Ma c’è una deontologia del giornalista (tv e stampa) che gli impone (imporrebbe …) di riferire i dati esatti, ampliare il piú possibile le informazioni, e poi (solo poi …) è (sarebbe …) libero di dare le proprie valutazioni. Il che vale (dovrebbe …) anche per politici, “opinionisti” ed “esperti”, se avessero un po’ di onestà politica e intellettuale. Ma cosí non è: è il contrario. Perciò auspico che:
1) M5S e Lega, e governo giallo-verde, indichino ai loro esponenti di cessare di prestarsi a quelle apparizioni minoritarie nei talk show che servono solo a conferirvi un velo (fittizio e stracciato) di (pseudo-)obiettività e di par condicio, nonché cessare di rilasciare interviste su “giornaloni”, “giornaletti” e “giornalini”, in modo che tutta questa banda di filo-reazionari «se la cantino, se la suonino e se la ballino” da sé.
2) Stabilire l’eliminazione di ogni centesimo di finanziamento a questo magma di stampa, e provvedere anche, almeno, al contenimento della pubblicità impestante (su tv e talk show), puntando nel contempo a fare con i canali tv statali quell’informazione piú estesa, reale e obiettiva che occorre.
3) Andare contro, o trovare il modo di aggirare, la decisione dell’Ue (e ti pareva!) sulla “tutela del diritto d’autore”, che in realtà serve a bloccare o comunque ostacolare, e poter reprimere, informazione e critica anche sulla «rete»
Ritengo che tali decisioni e misure siano necessarie e fattive. E ripeto che lo auspico, dato che non posso far altro che auspicare.
MM