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LA “TECNICA” DI COLLAGE DEI “SINISTRI”

 La “tecnica” di “sinistri” è evidente (per chi abbia il minimo di testa per capire). La si comprende dal loro “impianto” e la si constata in iniziative come quella di ieri a Firenze (Circolo Arci, Piazza de’ Ciompi), in cui i “sinistri per Firenze” presentavano Ventura per la rivista «Left» (nome «politicamente corretto»: in anglico), con interventi di Grassi, Fattori, etc. In generale, la “tecnica” di tutti i “sinistri” consiste nel collage di iniziative e lotte particolari (sindacali, di territorio, etc.), che hanno aderenti e seguiti specifici, e in sé hanno una valenza, ma sono scisse da un progetto e strategia complessiva, ad altre piú o meno (a volte molto meno) discutibili, ma messe insieme sotto “etichette” interconnesse. Le “etichette” vanno dal “rilancio della sinistra” (con distinzione dal Pd, ma con “area grigia” rispetto a LeU o ex LeU), al «no» al sovranismo (equiparato a nazionalismo e fascismo), «sí» all’“accoglienza senza se e senza ma”, «sí» alla prioritaria “questione di genere” (con acronimo LGBT). Il che li trova tutti concordi. Segue la questione dell’Ue-euro e della Nato, sul che c’è una divisione, pur sostanzialmente formale. Infatti c’è chi insiste sul “marchio” «No a Ue/euro/Nato», ma poi afferma che su Ue-euro “bisogna cambiare i trattati”, e per la Nato “se ne uscirà” … quando sarà possibile, e c’è chi concorda su tale uscita in futuro, ma la mette da parte, per dire che occorre “stare in Europa”, ossia nell’Ue (dato che in Europa ci si è comunque, a meno di sconvolgimenti tellurici), “per combattere i sovranismi”, ma “cambiandola a fondo”, per “l’Europa dei diritti”, etc. Questa “tecnica” di collage si è stagliata anche nella citata iniziativa di ieri a Firenze: c’era un po’ di (poca) “gente” della mini-galassia di gruppini, comitati, etc., presenti in città, ma l’obiettivo era di raccogliere i consensi (almeno elettorali) di quelli che hanno frequentato l’«Analisi collettiva» di Massimo Fagioli, precisamente tramite la rivista «Left» di cui il Fagioli si occupava. Come? Dando a intendere che l’attuale «Left» è sempre quella del Fagioli, è sempre il Fagioli che parla, appiccicando (siamo, appunto, nel collage) pezzi di analisi psicanalitiche nonché fisiologiche del Fagioli alle posizioni della rivista (e dei “sinistri”) e sforzandole per dare a intendere che convalidano non solo le critiche sul piano economico (e siamo sempre all’uso del «neoliberismo»: uso colpevole, questo da parte di tutti, perché occulta il liberalismo, divenuto disegno totale, cioè, oltre che in campo economico, in quello e politico, e sociale, e culturale), ma anche tutte le altre critiche. Menzogna necessaria al collage: “la rivista non ha posizioni già definite” e invece si basa sulla “ricerca aperta” (e sulla «ricerca», ossia sulla comprensione, in cui ognuno doveva impegnarsi, come insisteva il Fagioli). In realtà «Left» ha ben chiare le posizioni indicate: «no» al sovranismo; “accoglienza senza se e senza ma”; prioritaria “questione di genere”. Comunque, dato che la «ricerca»-comprensione pare essere per lo piú rimasta un’istanza del Fagioli, con solo qualche fantomatica idea di realizzarla da parte degli “adepti”, in qualche misura la “cosa” funzionerà: nel senso che porterà qualche voto.

Cosí, incollando e incollando, e ramazzando voti, se ce la fanno (resta da vedere …) i “sinistri” manderanno qualcuno nel parlamento Ue; a Firenze favoriranno il probabile ballottaggio fra Nardella (Pd & Co.) e Bocci (centrodestra). E soprattutto, dato che ieri insistevano sulla “campagna culturale”, continueranno nel loro collage di mistificazione. Va ri-detto: 1) essere contro il (cosiddetto) «sovranismo», colorandolo con gli spettri del nazionalismo e del fascismo, significa essere contro la possibilità per il nostro paese (e per gli altri) di prendere decisioni autonome su tutti i piani, compresi quelli economico e sociale, dunque contro ogni possibilità di efficacia e di effettiva democrazia; 2) essere pro Ue (mascherata con “l’Europa”), sia dicendo che “la si cambia in Europa sociale”, sia dicendo che “si cambiano i trattati”, significa essere per l’Ue cosí com’è e per quella che è (i trattati si cambiano solo a unanimità di tutti gli Stati membri); 3) essere pro accoglienza (con lodi alle Ong) significa essere contro il nostro paese e i paesi di provenienza dei migranti, e stare con l’Ue, con Soros, con il grande capitale globalizzato-globalizzante; 4) essere pro priorità della questione LGBT (nascondendo, peraltro, le critiche del Fagioli in merito) significa essere con il piú scatenato liberalismo (in-)culturale e (anti-)sociale, contro la storicità data e l’antropicità assodata; 5) essere pro “rilancio culturale” della “sinistra” su queste basi significa essere per la completa adesione, mistificata, di settori della “gente” allo «stato di cose presente». La “tecnica” di collage dei “sinistri” ne qualifica i conduttori come mistificatori davvero “sinistri” (nel senso comune del termine), e gli aderenti e simpatizzanti come complici scervellati dell’“operazione”.

MM

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