Notizia che può passare inosservata: nello Stato (islamico) del Marocco (Regno indipendente dal 1956-7), è approvato per legge di abbandonare l’Islam senza incorrere nella pena di morte. Evidentemente, prima non era cosí: rifiutare l’Islam era sanzionato penalmente, e la sanzione poteva arrivare alla pena capitale. Ora si ha un passo avanti nella liberalizzazione: quel liberalismo per cui c’è libertà di credo religioso. Ma siamo nel 2017 … Meglio tardi che mai, si può dire. È lo stesso nei paesi islamici? Nel «pozzo nero» (in senso figurato, e proprio) dell’Arabia Saudita e potentati del Golfo? E altrove? E in generale, non solo le istituzioni statali dei paesi islamici (la separazione fra religione e statualità non esiste nell’Islam), ma anche il “sentire comune” delle genti islamiche come reagiscono di fronte a chi cessa di essere islamico, e come lo trattano?
In Europa, in Italia in particolare, nonostante il gravame soffocante e oscurantista della Chiesa e del cristianesimo nel complesso (si ricordi che, ancora negli anni cinquanta, il vescovo di Prato additava dal pulpito come «pubblici peccatori» in quanto «concubini» una coppia non sposata in chiesa), gravame contro cui si è combattuto per un millennio (né “i conti” sono ancora “regolati” e conclusi, su tutti i piani, compreso quello dei danni mentali che ha apportato e continua ad apportare), gravame sempre pronto a riprendere spazio e del tutto ignoto alle folle di persone (di cui non sto a dare un giudizio) che si ammassano a vociare “W il papa!” in P.za S. Pietro, e promosso dai media (stampa e tv) che non mancano di riferire puntualmente i discorsi insulsi del pontefice e altri preti (tanto che, per il loro zelo, i tg sembrano tutti una tv vaticana), ebbene, in Italia si può benissimo, oltre a essere adepti del cattolicesimo, esserlo anche di un altro genere di queste religioni (ripeto: giudaismo-cristianesimo-islamismo sono tre generi della stessa specie), o di qualche altro culto ancora, ma anche non essere cattolici, non essere cristiani, non seguire nessuna di queste religioni, e nessuna religione. E si può anche essere fermamente e duramente “critici”, come chi scrive, di questa … diciamo, “roba” che è stata e resta tanto dannosa. In Marocco ci sono arrivati … ora, ed è certo che il gravame islamico vi si manterrà comunque. E la penetrazione ed estensione islamica nel nostro paese è in corso e in atto: si deve accettare questo arretramento? Si deve continuare a fare concessioni e ostentare rispetto, lasciare spazio e adire addirittura al riconoscimento di questa assurdità retriva, costrittiva, demenziale, che è l’Islam?
Lo dico agli accoglientisti; a papa, preti e Chiesa, che sognano l’abbraccio (neo-soffocante) fra le «grandi religioni monoteiste»; ai “sinistri”, «progressisti», «anime belle», che fanno ponti d’oro all’Islam; a quelli di “largo ai musulmani” (da muslim: vero credente), “li vogliamo”: sono tutta una banda di retrivi, in realtà di reazionari, di nemici, qui da noi, della possibile risorgenza della nostra civiltà. Ma posso subito sentire la voce (stonata e stolta) di chi dice: “eh, codesta è islamofobia” (se non di peggio, con stronzate da psicotici, come sono costoro, tipo: xenofobia, razzismo, fascismo …). No, nessuna paura (fobia), ma disprezzo. E volontà di non aggravare ancora di piú, lasciando permeare di Islam e islamici il nostro paese, le condizioni già “precarie” (a partire dal livello mentale, culturale e comportamentale) della nostra popolazione.
MM
(Immagine in evidenza: CC BY-SA 3.0, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1959530)